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L'aeroporto c'è già

Alcune considerazioni sul futuro dello scalo bolzanino, sulla cui sorte si terrà in autunno un referendum.

La lettura dell'edizione di oggi, 14 agosto, del quotidiano Dolomiten offre ben tre spunti di interesse riguardo ad un tema che sarà tra quelli che domineranno la scena politica altoatesina nei prossimi mesi. Parliamo del destino dell'aeroporto di Bolzano, che verrà deciso ad ottobre dalla presentazione del piano provinciale di rilancio e successivamente, in base ad un impegno assunto dal presidente della provincia Kompatscher ancora durante la campagna elettorale, da un referendum tra tutti gli  altoatesini.

Del tema il quotidiano di via del Vigneto, da sempre schierato apertamente a favore dei progetti di ampliamento e rilancio del piccolo scalo di San Giacomo, si occupa innanzitutto con una lunga intervista ad un esponente economico nord tirolese, Hans Peter Haselsteiner, impegnato con altri imprenditori nel progetto di rilancio di un altro piccolo aeroporto regionale in grave crisi: quello di Klangenfurt. Secondo Haselsteiner non ci possono essere dubbi sulla necessità di riaprire per rilanciare anche l'aeroporto bolzanino, una struttura, egli sostiene, assolutamente indispensabile per l'economia locale. Affermazioni tanto decise dal punto di vista del tono quanto generiche sotto quello delle motivazioni.

Ancora una volta, e sarà probabilmente così sino alla consultazione popolare, sul tema si scontrano opinioni tanto diverse quanto poco articolate nel ragionamento e nelle motivazioni. Neppure l'estenuante processo di mediazione affidato alcuni anni fa dalla giunta Durnwalder, con una spesa notevolissima, ad alcuni esperti venuti d'oltre Brennero riuscì a far luce su alcuni punti della questione che restano inspiegabilmente oscuri nonostante il dibattito che si è svolto a tutti i livelli.

Quando, oltre vent'anni fa, si cominciò a parlare concretamente di una riapertura dei voli di linea all'aeroporto di Bolzano, dopo i fallimentari tentativi degli anni 70, venne svolta un'indagine di mercato per capire quali avrebbero potuto essere le convenienze economiche dell'operazione. Quando i risultati furono presentati in una conferenza stampa, chi scrive cercò inutilmente di avere risposta ad una semplice domanda: ci sono - domandai inutilmente allora ed in seguito - delle precise e documentate previsioni sulla quantità di turisti che potrebbero essere accolti in Alto Adige attraverso la porta del nuovo scalo? Tutte le risposte furono tanto generiche quanto rassicuranti. Molte parole, ma poche cifre.

Eppure il calcolo non dovrebbe essere assolutamente problematico visto che la situazione geografica offre una possibilità assolutamente unica di effettuare un'indagine di questo genere. Una parte consistente dell'offerta turistica altoatesina arriva da zone, l'intera val Pusteria e la val Badia, per non parlare dell'intero comprensorio dell'alta valle d'Isarco, Bressanone compresa, che sono sicuramente raggiungibili più rapidamente in inverno ed in estate da Innsbruck che da Bolzano.Sarebbe dunque facile capire come negli ultimi anni queste zone hanno saputo approfittare della vicinanza ad un grande aeroporto internazionale, capace di accogliere in un modo che a Bolzano non sarà forse possibile nemmeno con i progetti di rilancio, tutti i turisti desiderosi di passare le loro vacanze tra le Dolomiti e provenienti dai paesi più lontani. Se la domanda, in questo campo, è così forte e massiccia come sostengono i fautori dello scalo bolzanino, se questo tipo di turismo a lungo raggio è così essenziale per il settore dell'accoglienza in Alto Adige, sicuramente i dati dell'afflusso dei turisti da Innsbruck confermeranno queste previsioni.

È strano però che di tutto questo, nelle pur ponderose analisi del fenomeno turistico altoatesino degli ultimi due decenni, non si trovi facilmente traccia. Viene da pensare che si tratti di un segreto ben custodito oppure che, ad onta della crescita numerica sicuramente cospicua nelle presenze di ospiti provenienti ad esempio dall'est Europa, la questione  aeroporto, anche nelle zone attualmente già servite da uno scalo come quello di Innsbruck, che pure nel Tirolo convoglia una ricca presenza di ospiti ai paesi anglosassoni o dal Nord Europa, sia molto meno rilevante di quanto si vorrebbe far credere.

Si ripresenta quindi il fantasma di un sospetto: quello secondo il quale in realtà il turismo altoatesino, per la struttura che ha, basata su moltissime aziende medio piccole a prevalente conduzione familiare che gestiscono direttamente, e con profitto, il rapporto con una clientela che arriva in grande prevalenza da zone abbastanza vicine come resto d'Italia, Germania, Austria, abbia un interesse molto blando a riconvertirsi ad un modello di accoglienza, basato sui "pacchetti volo+ soggiorno" come quello che passerebbe attraverso un aeroporto. Solo un sospetto ma, come detto, basterebbe un'analisi sui flussi in entrata da Innsbruck per sgombrarne il campo. Nell'estenuante attesa che questo avvenga non resta che prender atto di un'altra notizia pubblicata sul Dolomiten di oggi: quella sul tutto esaurito per Ferragosto negli alberghi altoatesini, assai poco bisognosi, a quanto sembra, di ulteriori iniezioni di clienti la destinazione lontane.

L'incertezza sul fattore-turismo in entrata è cruciale, tutti lo capiscono, nel dibattito sul futuro dell'aeroporto bolzanino. Se infatti questa categoria di utenti non fosse garantita, ai cancelli d'imbarco resterebbero solo, come è avvenuto in questi anni, altre due categorie di passeggeri. La prima è quella costituita dagli altoatesini che utilizzano lo scalo per andare in vacanza con i voli charter diretti o per raggiungere uno hub (sino ad oggi solo quello di Roma, in futuro, si dice, anche Francoforte) per proseguire il viaggio verso mete più lontane. È un mercato che esiste ma che ha limiti precisi. L'ultima categoria, sino ad oggi prevalente nelle gestioni variamente sfortunate di Tyrolean, Air Alps e Darwin, è quella di chi si reca per lavoro nella capitale. Un flusso costante ma che in un futuro ormai non più lontanissimo potrebbe essere dirottato sulla ferrovia. Già oggi Roma può essere raggiunta in cinque ore e 30 minuti. L'ampliamento della rete ad alta velocità potrebbe portare, dicono gli esperti, a ridurre questo tempo di ulteriori 60 minuti. A questo punto la concorrenza dell'aereo sarebbe stracciata.

Sulla base di queste sommarie considerazioni non resta che leggere l'ultima delle notizie interessanti di oggi sul quotidiano Dolomiten. In una lunga intervista il capitano del Tirolo Günther Platter non rinuncia a lanciare per l'ennesima volta un appello ai politici bolzanini perché, in chiave euro regionale, rinuncino alla competizione aeroportuale con Innsbruck e cerchino invece un accordo di collaborazione.

Egoismo tirolese o semplice buon senso?

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Willy Pöder Ven, 08/14/2015 - 17:57

Un dettaglio in aggiuntiva a quanto riportato nell'articolo di cui sopra: la Val Pusteria e valli laterali sono - nel oro insieme - una potenza ricettizia notevolissima. Ma in Val Pusteria l'attenzione degli operatori settoriali è più rivolta all raggiungibilità delle singole locazioni via strada o binari. L'aeroporto San Giacomo di Bolzano per la Val Pusteria ha poca, per non dire nessuna importanza.
Non vale lo stesso discorso evidentemente per Bolzano e Merano, due città collegate fra di loro, magari un indomani da un servizio ferroviario veloce e di primissimo ordine - FRECCIA ANDREAS HOFER- per esempio. Da questo punto di vista l'aeroporto di San Giacomo potrebbe anche starci - ma che se lo paghino coloro che ne trarranno i frutti: per esempio l'Athesia il suo Kurhotel e tutti gli altri colleghi direttamente interessati nell'affare. Lasciamo - invece - fuori dal discorso le casse del fisco.

Ven, 08/14/2015 - 17:57 Collegamento permanente
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ferdinand tessadri Ven, 08/14/2015 - 18:18

Penso che attenderemo invano che gli albergatori facciano qualcosa per l´ aeroporto.La mentalità di questa categoria la farà sempre sperare che le castagne vengano tolte dal fuoco dalla politica con i soldi dei contribuenti. Quindi nessun incoming Charter. Trovare compagnie aeree che volino a Bolzano sarà difficile. Anche con l' alungamento della pista gli aeromobili saranno sempre della capacità di 60-70 posti, quindi poco redditizi.
La configurazione della vallata dell' Adige, con le montagne della Salurner Klause e lo sperone di Bronzolo impedisce l' atterraggio di aeromobili moderni
tipo Airbus 319-320. Sperare di avere slots a Francoforte sarà un impresa , poichè la Lufthansa, nel suo Hub di casa, non si farà fare concorrenza ai suoi voli plurigiornalieri da Innsbruck a Francoforte. Per chiuedere la vedo nera.

Ven, 08/14/2015 - 18:18 Collegamento permanente
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ferdinand tessadri Ven, 08/14/2015 - 23:03

In risposta a di Oscar Ferrari

Si, sarà tutta discesa, ma poi ? Non c'è confronto con l' organizzazione di Innsbruck. Vada a confrontare. Skytrax ha stillato il nuovo elenco dei 100 migliori aeroporti al mondo. Non trovo nessun aeroporto italiano .Al terzo posto si trova Monaco, dopo Singapore Changi ed Incheon. A Singapore si capisce come dovrebbe essere un aeroporto. Persino il poliziotto che controlla il passaporto ti accoglie con un "Welcome to Singapore, Sir". Chi ha volato molto sa per contro che disastro sono gli aeroporti italiani. Malpensa e Fiumicino per primi.

Ven, 08/14/2015 - 23:03 Collegamento permanente