Società | Violenza di genere

"Non è un'emergenza, è strutturale"

Pisanu, operatrice della Casa delle donne di Merano, è critica verso alcune misure. "Sussidio per l'assistenza legale? Utile ma non basta".
Donne contro la violenza Frauen gegen Gewalt Merano
Foto: Donne contro la violenza Frauen gegen Gewalt Merano
  • Sigrid Pisanu, che da oltre vent’anni si occupa di violenza di genere nel territorio, fornisce una panoramica del fenomeno soffermandosi sulle criticità delle misure adottate a partire dalla recente delibera della Giunta provinciale che introduce un "Contributo di solidarietà per l'assistenza legale alle donne vittime di violenza e abusi". Troppo spesso, secondo Pisanu, gli interventi si focalizzano solo sull’allontanamento delle donne dalla situazione di violenza, ma si dimentica la prevenzione come anche il reinserimento delle vittime. Il centro di Merano si occupa di gestire alcune di queste problematiche, in particolare la situazione abitativa che, vista la crisi nel settore, è sempre più difficile. 

    Lei è operatrice dal 2001 del Centro Antiviolenza e della Casa delle donne di Merano, come è cambiata la violenza in questi 20 anni di attività? 

    Il centro di Merano ha festeggiato quest’anno i 30 anni di apertura ed io collaboro con loro da vent’anni. Il numero delle vittime dell’ultimo anno non è cambiato ma anzi, c'è stato un aumento di casi. Purtroppo ce lo aspettavamo, il covid ha portato ad un incremento delle richieste. Tra i fattori rilevanti c'è anche da considerare l’attenzione mediatica data sia al femminicidio di Celine Frei Matzohl, avvenuto in Val Venosta quest’estate, che ai recenti casi come quello di Giulia Cecchettin. Quello che però forse non è chiaro è che la violenza è un fenomeno strutturale e non emergenziale, i racconti di violenza sono gli stessi, adesso come vent'anni fa. 

    La violenza è un fenomeno strutturale, non emergenziale, i racconti di violenza sono gli stessi, adesso come vent'anni fa. 

    Pensa che il modo in cui si parla recentemente della violenza di genere abbia un ruolo? 

    La violenza di genere è spesso affrontata come un'emergenza, con un focus sul sottrarsi alla violenza e un'assenza di una visione a 360 gradi del problema. Questo approccio si concentra sulla responsabilizzazione delle donne, senza considerare che la violenza è un fenomeno complesso che coinvolge anche gli uomini. È comprensibile che per molti sia complicato affrontare questo argomento per la prima volta, proprio per questo però è importante parlarne nella maniera corretta, non esagerando la responsabilità sulla donna, che è la vittima, ma rendendosi conto che la violenza la ferma chi la perpetra, cioè l’uomo. Purtroppo ci si spaventa per la parola “patriarcato” e questo rende difficile lavorare sulla formazione e sulla conoscenza del fenomeno. Credo invece che sarebbe una priorità tematizzare questi due aspetti e parlare di più di prevenzione e di formazione, in particolare con magistratura, forze dell’ordine e personale sanitario. 

  • Sigrid Pisanu: è operatrice dal 2001 del Centro Antiviolenza e della Casa delle donne dell'associazione "Donne contro la violenza - Frauen gegen Gewalt - ONLUS" di Merano. Foto: privat

    La Giunta provinciale ha da poco approvato il "Contributo di solidarietà per l'assistenza legale alle donne vittime di violenza e abusi". Ritiene che questo tipo di misure siano efficaci? 

    Non c’è un nero ed un bianco, è un tema complesso, questi tipi di prestazioni ed azioni non sono negative ma per poter funzionare devono essere coadiuvate. Servono più strumenti possibili, partendo dal presupposto che si deve credere alle donne, senza questo si possono creare tutti i fondi di solidarietà che si vogliono ma non serviranno a molto. 

    Per accedere al contributo è necessario sporgere denuncia e/o una querela presso il tribunale, cosa pensa di questo presupposto?

    Sul tema della denuncia mi trovo in difficoltà, so che dal punto di vista istituzionale era necessario mettere dei paletti, però dal punto di vista del centro antiviolenza il tema dell’obbligo della denuncia è critico. L’esperienza ci mostra che obbligare le donne a denunciare non sempre le aiuta a uscire dalla violenza, è un pezzettino che si deve incastrare con tanto altro. La querela è uno strumento importantissimo, non è l’unico, non è sempre quello prioritario e spesso non è risolutivo di tutto.

  • Come valuta quindi questa misura?

    Il finanziamento è utile perché è un dato di fatto che l’attivazione di un percorso legale abbia un costo, ed è giusto che gli avvocati e le avvocate che lavorano ricevano un compenso.  Spesso le donne hanno difficoltà ad accedere alla tutela legale soprattutto in ragione della violenza economica, che è aumentata in Provincia negli ultimi anni, in questo senso il contributo è positivo. Però bisogna fare un passo indietro, guardare alla situazione della donna in generale: la violenza che impedisce loro di lavorare ed il gender pay gap spesso non permettono alle donne di sostenersi, bisogna anche occuparsi di queste situazioni.

    La Casa delle donne di Merano è attiva nel prestare anche un aiuto abitativo alle donne vittime di violenza, di cosa si tratta?

    Da molti anni gestiamo, con il finanziamento della comunità comprensoriale, un centro antiviolenza, case rifugio e alloggi di transizione per le donne che sono uscite dalla violenza. Questi ultimi rappresentano un'opportunità importante per molte donne. Una grande criticità è che le donne che escono dalle case rifugio hanno bisogno di reinserirsi e trovare la propria autonomia. Spesso, però, ci si concentra sull'urgenza di allontanare le donne dalla violenza, dimenticandosi del dopo. Il progetto degli alloggi di transizione si inserisce in quest'ottica.  Queste difficoltà si inseriscono in un periodo storico caratterizzato da una scarsità di risorse abitative, anche a causa della situazione del mercato immobiliare. Essendo poi le nostre case rifugio spesso piene non riusciamo ad ospitare altre donne vittime di violenza, che devono essere accolte negli alberghi. Gli alberghi, però, non possono essere una soluzione a lungo termine, anche perché il loro costo è al momento a carico dell'associazione. Sono situazioni molto complesse dove a rimetterci sono spesso le donne ed i loro figli e figlie. 

    Quali altri progetti portate avanti?

    Noi cerchiamo, in linea con la legge provinciale 13/21 in tema di contrasto e prevenzione della violenza di genere, di essere nelle reti territoriali, siamo nella rete antiviolenza del comune di Merano che a livello di scambi, azioni e sensibilizzazione è molto attiva.  Facciamo anche prevenzioni nelle scuole, quest’anno c’è stato un boom di richieste da parte degli istituti meranesi, anche in concomitanza con la giornata del 25 Novembre. Nei nostri interventi trattiamo i temi legati alla relazione in senso positivo ed in senso negativo sia con ragazzi che ragazze. C’è poi il progetto Io Dico No, pensato solo per le ragazze, ideato per lavorare sui limiti all'interno della coppia, anche attraverso giochi di ruolo. Sempre in tema di cooperazione partecipiamo anche al protocollo Erika con cui la Provincia, i Centri antiviolenza, l’Azienda sanitaria e le Forze dell’ordine collaborano per offrire alle vittime di violenza un aiuto rapido ed efficace. È un progetto che ha i suoi nodi critici ma tanti aspetti positivi per la tutela della donna ed il sostegno immediato. 

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Simonetta Lucchi Sab, 12/16/2023 - 08:49

Il contributo si ottiene denunciando, ma anche se si è seguite da un centro antiviolenza, e questo è fondamentale. Però non tutte le donne che si rivolgono a centri antiviolenza vengono prese a carico, spesso ricevono consigli, che però devono seguire a proprie spese. Io direi che queste sono molto bisognose, e chiederei anche che oltre ai centri ci fossero altre commissioni che valutino le necessità e le richieste, anche esaminando insieme alle forze dell'ordine le denunce, che non vengono viste dai centri antiviolenza. Pensiamo a chi deve pagarsi un appartamento (stanza), avvocato e psicologo da sola, seguendo i consigli. E teniamo conto che se una denuncia viene archiviata, la donna si trova veramente senza aiuto.

Sab, 12/16/2023 - 08:49 Collegamento permanente