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Sull’orlo di una crisi di nervi

Il PD altoatesino è in fibrillazione per le primarie richieste da Bizzo. Ma anche il PD trentino vive giorni di passione: la segreteria Robol ha le ore contate.

Gli elettori più fedeli (forse) si sono assuefatti alle battaglie interne al PD altoatesino. Il pronostico del braccio di ferro che vede protagonisti Luigi Spagnolli e lo sfidante Roberto Bizzo sembra pendere tutto dalla parte del sindaco di Bolzano, forte dell’appoggio della maggioranza del partito, della maggior parte dei circoli di Bolzano, della segreteria ed anche della SVP. Insomma: i giochi sono fatti? No, tutt’altro. Sulla vicenda pesano infatti alcune incognite non da poco. Su tutte la decisione che va ratificata appunto da segreteria ed assemblea, sancendo di fatto una frattura che si avvia a divenire insanabile. Con conseguenze ancora tutte da valutare.
Ma anche il fatto che l’attuale sindaco non abbia ancora presentato la richiesta di deroga al limite di due mandati non è una cosa da poco. 

Tant'è. Ma va anche detto che il PD altoatesino è in buona compagnia. Anche i ‘fratelli trentini infatti stanno vivendo in queste ore un passaggio drammatico. 
Mentre a Bolzano la segretaria Liliana Di Fede finora ha mantenuto una calma olimpica e non è (al momento) in discussione, a Trento è invece proprio la testa della segretaria Giulia Robol ad essere in grave pericolo
Questa sera il partito con ogni probabilità infatti sancirà la sfiducia della segretaria ed un probabile passaggio del testimone. 

Di fatto la sfiducia della segretaria porterà il partito a congresso, come prevede il regolamento interno. 
Giulia Robol si è scavata la fossa da sola” scrive oggi in merito il quotidiano L’Adige riassumendo i fatti. La segretaria - che l’anno scorso aveva battuto rocambolescamente la rivale renziana Elisa Filippi - ha perduto man mano i suoi sostenitori e per ultimo l’appoggio di Vanni Scalfi, l’ex ‘terzo incomodo’ della battaglia per la segreteria. 
Ma il passo decisivo del ‘suicidio politico’ dell’attuale segretaria trentina dei democratici è stata l’autocandidatura a sindaco di Rovereto, in competizione con il primo cittadino uscente Andrea Miorandi, ritenuto troppo debole. Il passo falso della Robol le creato il vuoto intorno. Un vuoto al quale con ogni probabilità questa stasera - come detto - si cercherà di dare risposta con una nuova fase congressuale. Che potrebbe rappresentare il trampolino per la rivincita di Elisa Filippi. 

Tra Trento e Bolzano dunque il denominatore comune nel PD è l’alta tensione tutta legata alle cariche ed alle candidature.
Ma le similitudini finiscono lì. Il peso specifico del PD a Trento è naturalmente tutta un’altra altra cosa.