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Bolzano celebra Lucia Długoszewski

Presto Bolzano sfiderà New York come crogiolo: accoglie sul palco del Festival Transart uno straordinario intreccio tra i talenti del Klangforum Wien e di ImPulsTanz, un´eclettica fusione tra musica e danza in omaggio alla grande Lucia Długoszewski.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale del partner e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
Lucia Dlugoszewski
Foto: Erick Hawkins Foundation
  • Suonare può essere come danzare, e danzare può essere come suonare? Cosa divide questi due modi diversi di giocare con la musica? Sono separati da una frontiera invarcabile, un passo deciso come una nota corta e spezzata, o piuttosto da una linea sbiadita dal tempo, non più in grado di contenere le audaci piroette animate da una sinfonia crescente? 

    Proprio questa domanda costituisce il nucleo dello spettacolo Dances for Lucia Długoszewski, presentato nell’ambito del Festival Transart. 

    Il 18 settembre alle ore 20:30 al Waltherhaus di Bolzano si apre il sipario per la straordinaria fusione tra musica e danza, figlia della stretta collaborazione di Klangforum Wien e ImPulsTanz. Le due istituzioni viennesi, all’avanguardia della creatività contemporanea rispettivamente per la musica e la danza, celebrano attraverso la loro opera Lucia Długoszewski, la compositrice, direttrice musicale, performer, coreografa e regista da cui lo spettacolo prende il nome.  

    Nata a Detroit da una famiglia di immigrati polacchi nel 1925, Lucia Długoszewski studiò musica al conservatorio e scienze e filosofia all’università, prima che il suo talento per la musica la spingesse a New York, dove arrivò nel 1948. Nella Grande Mela prese lezioni di piano da Grete Sultan, Edgard Varèse e John Cage e diede avvio alla sua brillante carriera, associata in particolare a Erick Hawkins Dance Company, di cui divenne nel 1953 compositrice in residenza e più tardi direttrice musicale, regista e coreografa. 

    Non solo l’opera di Lucia Długoszewski spicca per la sua musica sperimentale e le sue composizioni originali per film e produzioni teatrali, ma il carattere innovativo della sua produzione oltrepassa la mera composizione e si materializza per esempio nell’invenzione di nuovi strumenti musicali, di cui la Długoszewski ideò oltre 100 esemplari, specialmente nell’ambito delle percussioni. 

  • Durante la sua brillante carriera, Lucia Długoszewski inventò oltre 100 nuovi strumenti musicali, soprattutto nell’ambito delle percussioni. Foto: Daniel Kramer
  • Risalgono agli anni 70 invece due delle sue opere autonome più famose, Abyss and Caress (1975) e Fire Fragile Flight (1977). La compositrice fu la prima donna a vincere il Koussevitzky International Recording Award grazie a Fire Fragile Flight, un'opera che esprime la sua abilità unica di concepire la danza come un gioco di gesti e significati. 

    Proprio per queste sue spettacolari eufonie è difficile cogliere il segreto di scrittura e composizione che si nasconde negli spartiti di Lucia Długoszewski, ricoperti da un velo di mistero e da precisissime indicazioni che non sembrano lasciare spazio alla libera interpretazione. Tuttavia, è grazie alla sua sensibilità e a questo suo stile di scrittura particolare che nascono veri e propri laboratori per esperimenti sonori, con il giusto equilibrio tra strumenti individuali ed ensembles. Attraverso le sue opere, la compositrice cerca di distogliere il pubblico dalle sue abitudini musicali, vuole reinterpretare le solite e ben note associazioni emotive attribuite a suoni specifici; la sua arte ha particolarmente affascinato l’ensemble del Klangforum Wien, entusiasmo a cui è seguito un celebrato lavoro discografico che undici musicisti e musiciste porteranno sul palco del Waltherhaus, in simbiosi con sei danzatori e danzatrici di ImPulsTanz. 

     

    Attraverso le sue composizioni, Lucia Długoszewski cerca di distogliere il pubblico dalle sue abitudini musicali. 

     

    La straordinaria performance Dances for Lucia Długoszewski andrà in scena come omaggio all’artista deceduta nel 2000, i cui paesaggi sonori sono stati ripresi dalle coreografe Weronika Pelczyńska ed Elizabeth Ward, che li fanno risplendere alla luce delle tendenze della danza contemporanea, avventurandosi in un esperimento innovativo secondo il gusto eclettico di Lucia Długoszewski. Come punto di partenza, le coreografe hanno individuato il rapporto tra la musica e la danza, tra il visivo e il sonoro, trasformando il corpo danzante in uno strumento che fa parte di un gioco musicale e sociale dai molti significati. I contrasti di velocità nella musica di Lucia Długoszewski si fondono ai movimenti della danza contemporanea, formando insieme una singolare costellazione performativa, spazzando via ogni residuo di quel muro di separazione che sembrava imporre a musica e danza di incantare il pubblico affiancate, ma non intrecciate.

  • Le coreografe

    Weronika Pelczyńska, residente a Varsavia, è ballerina, coreografa e ricercatrice nell’ambito del movimento. Ha frequentato la Salzburg Experimental Academy of Dance (SEAD) e l’università di Varsavia, prima di trasformare in mestiere il suo talento artistico grazie al sostegno dell’istituto di musica e danza di Varsavia, dell’Istituto Adam-Mickiewicz, dell’Alternative Dance Academy of the Art Stations Foundation e alla borsa di studio danceWEB 2013 di ImPulsTanz - Vienna International Dance Festival. Attualmente insegna all’Aleksander Zelwerowicz National Academy of Dramatic Art e alla SWPS University a Varsavia, ma collabora dal 2013 con il Centre in Motion, uno spazio dedicato all’arte dello spettacolo nella sua città, e fa parte di un’iniziativa coreografica intitolata sisterhood practice. Questo le consente di portare avanti il progetto Still Standing, in cui esplora le forme di sorellanza che emergono nelle coreografie eseguite negli spazi pubblici e si occupa dell’elaborazione del passato collettivo.


    Elizabeth Ward è ballerina, coreografa e occasionalmente outside-eye; dopo aver vissuto e lavorato in vari posti del mondo, tra cui New York, Atene, Bruxelles e Portland, Oregon, si è stabilita a Vienna. Ha studiato danza ed ecologia al Bennington College in Vermont e ora esplora la storia collettiva delle varie correnti di danza, che si raccoglie nella memoria musicale di ballerini e ballerine in forma di archeologia vivente. Tra i performance-festival a cui ha fornito le sue opere figurano The Kitchen (New York), Danspace Projects (New York), Movement Research at the Judson Church (New York), Disjecta (Portland), il Tanzquartier Wien, AUNTS (New York), Pieter PASD (Los Angeles), ImPulsTanz - Vienna International Dance Festival, der steirische herbst (Graz), le Wiener Festwochen, ANA (Copenhagen) e Trinosophes (Detroit). Al momento Elizabeth Ward sta portando avanti un progetto di ricerca dal titolo Trillium and the Patient Labor of Dance.