Ambiente | Lettera aperta

“Ministra, intervenga”

Un gruppo di associazioni ambientaliste, dalla Federazione protezionisti sudtirolesi a CIPRA, chiede a De Micheli misure urgenti contro il traffico lungo il Brennero.
A22
Foto: upi

Un fronte compatto, costituito da un manipolo di associazioni ambientaliste, bussa alla porta di Roma. La Federazione protezionisti sudtirolesi - Dachverband für Natur- und Umweltschutz insieme a CIPRA (Commissione internazionale per la protezione delle Alpi), CAI (Club Alpino Italiano), La Federazione nazionale Pro Natura, INU (Istituto Nazionale di Urbanistica), Legambiente, LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) e Mountain Wilderness Italia hanno scritto una lettera aperta alla ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli e, per conoscenza, al responsabile del dicastero dell’Ambiente Sergio Costa per richiedere interventi urgenti sul traffico di transito lungo l’asse del Brennero e nei valichi alpini in generale.

La difesa della salute dei cittadini è un bene fondamentale che non deve essere subordinato al diritto di libera circolazione delle merci

Cresce infatti la preoccupazione e i dati mostrano il perché: “Nel 2018 al Brennero sono stati misurati 2,42 milioni di passaggi di Tir, con un aumento del 7,4% rispetto al 2017 - si legge nella missiva -. Lo scorso anno, inoltre, sul Brennero sono transitati più Tir che sul totale complessivo dei valichi svizzeri (Gottardo, San Bernardino, Gran San Bernardo, Sempione) e francesi (Frejus, Monte Bianco). Il 55% di tutte le merci che attraversano le Alpi transitano per il Brennero, di conseguenza i livelli di inquinamento lungo questo asse - nei due versanti, austriaco ed italiano - sono molto elevati e superano sempre più frequentemente i limiti consentiti dalle legislazioni vigenti, in particolare per quanto riguarda gli ossidi di azoto”. 

 

Priorità

 

Il tema del rischio del blocco del passaggio delle merci italiane al Brennero a causa delle iniziative del Tirolo era stato portato proprio dalla ministra De Micheli all’attenzione della commissaria Ue ai trasporti Adina Valean lo scorso dicembre. Quel che sostengono le associazioni ambientaliste è che il transito delle merci attraverso le Alpi può essere consentito “ma non ad ogni costo e a carico dell’ambiente e della salute dei cittadini che vivono lungo le vallate attraversate dal traffico di transito. Per queste motivazioni siamo convinti che solo mediante drastiche misure nella direzione di un trasferimento modale il settore dei trasporti possa in qualche modo contribuire a contenere i cambiamenti climatici in corso”.

La richiesta è quella di assumere con urgenza provvedimenti concreti per ridurre il traffico su gomma e diminuire l’inquinamento, perché “la difesa della salute dei cittadini è un bene fondamentale che non deve essere subordinato al diritto di libera circolazione delle merci”.

 

 

Disincentivare il trasporto su gomma è la via da intraprendere secondo gli ecologisti. “Oggi invece i costi troppo bassi del gasolio in Austria e il mancato adeguamento dei pedaggi in Italia fanno sì che il Brennero sia diventato il valico stradale più trafficato delle Alpi, con il paradosso dei Tir (non i container, ma gli interi automezzi) che vengono caricati sul treno a Wörgl, in Austria, e rimessi sulla strada in direzione Italia, una volta giunti al Brennero. La nuova infrastruttura ferroviaria in costruzione lungo l’asse del Brennero probabilmente non sarà pronta prima di una decina d’anni, ma senza misure di disincentivazione del trasporto su gomma, essa non sarà in grado di attrarre che una minima parte delle merci”.

Fra le altre soluzioni proposte alla ministra dei Trasporti dalle associazioni ambientaliste che confidano in un prossimo incontro con il membro di governo ci sono: l’utilizzo della capacità residua della linea ferroviaria attuale, che può essere aumentata grazie ad una maggior efficienza ed all’adozione di interventi tecnologici; misure che prevedano la riduzione dinamica della velocità per ridurre le emissioni in funzione della qualità dell’aria (“è in fase di sperimentazione sulla tratta italiana della A22, ma occorre ora metterla in pratica con urgenza”); modalità efficaci di internalizzazione dei costi esterni (ambientali e sociali) dei trasporti; una borsa dei transiti su tutto il territorio alpino.