La forza della gentilezza
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Nella sala Gustav Mahler del Centro culturale di Dobbiaco i primi suoni sono stati quelli delle percussioni cinesi. Ye Chuling, Zan Chun e Lou Xinyue hanno proposto “A bull fight a Tiger" e “A Mouse Wedding”. Secondo tradizione, i musicisti erano anche attori, mimando i movimenti del toro e della tigre nel loro combattimento, e i topolini nella loro festosa occasione. Un elegante esempio di teatro musicale, che ci ha ricordato come in diverse culture la musica non sia concepita come arte autonoma, ma legata indissolubilmente ad altre forme espressive.
...una musica davvero “nuova” che trova la sua forma nei tempi e nelle movenze della natura.
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Dopo la performance dei tre artisti cinesi il palco è stato occupato dall’orchestra Haydn, e dal suo direttore, Finnegan Downie Dear. Il programma annunciava “Valedictions” di Isabella Gellis, presentato nei comunicati stampa di TRANSART quale “omaggio ai fruscii delle chiome di alberi antichi e al loro gioco con le gocce di pioggia”.
Isabella Gellis è una giovane compositrice britannico-canadese. Era presente in sala. Dal suo sito avevamo letto che “il suo lavoro si concentra spesso su suoni immaginari e mimetici…”. -
La sensazione di entrare in un bosco immaginario ci ha stupito quanto affascinato immediatamente. Suoni lievi, brusii, ma pure dense nuvole di suono si muovevano attorno ad una raffinata linea melodica di sapore giocoso. Un’opera di circa 9 minuti, frutto di grande talento e sapere artigianale, una musica davvero “nuova” che trova la sua forma nei tempi e nelle movenze della natura. Una musica in cui possiamo riconoscere la forza della gentilezza. “Valedictions” era proposta in prima italiana, auspichiamo entri nel repertorio di molte altre importanti orchestre.
...nella fase di scrittura di questo lavoro, a differenza di Mahler, ero nel mezzo della mia vita, felice e ottimista.
Dopo l’intervallo è stato proposto “Song of the Earth” per soprano, baritono e orchestra, numero d’opera 47 di Xiaogang Ye, affermato compositore cinese, classe 1955. Il modello, nelle dimensioni dell’orchestra, nell’ampiezza della forma, e più evidentemente nell’uso dei medesimi testi, è il mahleriano “Das Lied von der Erde”. Le voci soliste erano quelle del soprano Anna Patalong e del baritono Malachy Frame. E’ un lavoro di circa 40 minuti del 2004 che l'autore nel programma di sala presenta con queste parole: “nella fase di scrittura di questo lavoro, a differenza di Mahler, ero nel mezzo della mia vita, felice e ottimista. Nelle poesie di Li Bai leggevo, ad esempio, il disprezzo per il mondo, non la stanchezza per esso. L'Abschied di Mahler è un addio ad esso, mentre la mia è più vicina a quella di Wang Wei. È fatalista ma stoico. Sta dicendo che va tutto bene, che le nuvole sono ancora lì, che mentre il cantante finisce in silenzio la musica è ancora forte, fortissima.” Al termine dell'esecuzione direttore, solisti e orchestrali hanno raccolto il meritato omaggio del pubblico.
Gli applausi prolungati hanno portato a compimento un appuntamento concertistico memorabile.Articoli correlati
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