Scuole: nomi e memoria
I nomi delle scuole come una bandiera. O come un progetto. In ogni caso un messaggio. Al centro della pubblicazione curata dalla storica Martha Verdorfer (Vorbilder oder Zeugen des Zeitgeistes? Schulnamensgebung als umstrittene Erinnerungskultur) i nomi più controversi e combattuti delle scuole altoatesine.
L’idea, spiega la curatrice del volume, “viene dalla lunga esperienza sudtirolese: litigi su monumenti, nomi delle strade e, certo, anche delle scuole. Ho seguito a suo tempo il dibattito sul liceo intitolato a Raimund von Klebelsberg, le eterne discussioni a proposito del monumento alla Vittoria, di nomi di strada come ‘Amba Alagi”… Volevo far vedere quanto pesano gli aspetti ‘simbolici’ nella storia”.
Martha Verdorfer insegna proprio al Liceo scientifico di lingua tedesca di Bolzano. “Nel corso dell’anno scolastico 2009/10 ho proposto una ricerca sui nomi delle scuole ad una quarta classe. In quell’occasione abbiamo raccolto gran parte delle denominazione degli istituti della provincia. È stata questa la base materiale del progetto, ancora incompleta, ma troppo preziosa per lasciarla finire in un cassetto”. Oltretutto “la ricerca dei nomi non è stata per niente facile, perché non tutte le scuole portano il loro nome ufficialmente… cioè non lo mettono nel loro indirizzo. Abbiamo dovuto quindi telefonare e scrivere parecchie e-mail ai singoli istituti per avere un quadro più o meno completo”.
Ora che lo studio ha coinvolto anche altri ricercatori e si è concretizzato in una pubblicazione, si può concludere che esiste uno “specifico altoatesino” nel campo dell’assegnazione di nomi alle scuole?
“Beh, si possono notare alcune caratteristiche ben chiare. Innanzitutto i nomi delle scuole rispecchiano la divisione etnica della coscienza storica nella regione. Ad esempio le scuole italiane portano i nomi di personaggi di fama nazionale (gli eroi del Risorgimento, i grandi della letteratura e della musica), mentre le scuole tedesche (elementari) sono spesso dedicate a persone che sono legate strettamente al paese: chi conosce, ad esempio, Florian Knottner, Augustin Schäbl o Anton Lintner (rispettivamente un parroco di Cornaiano, un religioso agostiniano di Novacella e un parroco di Naturno, ndr.)? Si tratta spesso di esponenti del clero noti solo sul piano locale. Anche questo però è significativo: dimostra il forte influsso che la chiesa ha a lungo esercitato sul sistema scolastico del Tirolo”.
Oggi invece quali sono le istanze che hanno il potere di intervenire a determinare la denominazione delle scuole? “Secondo me, anche se per legge è la stessa scuola che decide del suo nome, l’influsso della politica (Provincia e Comuni hanno un ruolo specifico nell’iter, ndr.) in Alto Adige è abbastanza forte. Spesso i contrasti sono emersi a proposito del passato nazista di alcuni personaggi. Ecco, in questi casi la scuola tedesca (cioè in particolar modo gli insegnanti) ha lottato e (almeno in parte) vinto nei confronti della politica”. Alcuni esempi? “Il Liceo scientifico di Bolzano ha potuto cancellare il nome di Klebelsberg. Gli insegnanti della valle Aurina hanno impedito che la scuola di San Giovanni fosse intitolata allo scrittore Joseph Georg Oberkofler. L’impegno per intitolare a Josef Mayr-Nusser la scuola media di Vandoies ha avuto infine successo”.
Ci sono ancora nomi controversi? “Restano denominazioni controverse come quella delle medie Josef Wenter (scrittore, era iscritto al partito nazista) di Merano. Ma in generale direi che la scuola in Alto Adige ha dimostrato anche un po’ di coraggio civile. E poi ci sono segnali incoraggianti per il futuro: nomi che aprono lo sguardo sul mondo (Martin Luther King, Ghandi), nomi che uniscono i gruppi linguistici, come quello di Alex Langer per la scuola di Firmian, a Bolzano”.