Soccorsi in continuo aumento
Da 91mila interventi l’anno a centomila. Per un totale che arriva a 103.000 azioni contando i vigili del fuoco permanenti. L’attività che in Alto Adige fa capo alla Centrale provinciale d’emergenza, Landesnotrufzentrale, accessibile al numero d’emergenza 112, sta conoscendo un progressivo - e inesorabile - aumento. Circa il 10% in più in due anni. “È un trend generale, non solo altoatesino ma nazionale e europeo” spiega Rudolf Pollinger, direttore dell’Agenzia per la protezione civile che fornisce il supporto tecnico ai soccorsi gestiti in collaborazione con l’Azienda sanitaria. “Per diversi motivi - aggiunge -, fra cui l’invecchiamento della popolazione e la crescita del turismo. Ma il sistema non è sovraccarico”. Ed elenca le sfide per il futuro: automazione e uniformità a livello europeo.
Interventi, +9% in due anni
I numeri forniti dall’Agenzia per la protezione civile, che ha appena investito nel nuovo sistema di backup dei dati, certificano l’incremento degli interventi in provincia di Bolzano. Dalle 91.075 azioni del 2016 - in gran parte di natura sanitaria (86,79%), a seguire relative a soccorso alpino (2,88%) e pompieri volontari (10,33%) - si è passati alle 100.627 del 2018. Così divise: 87.786 sanitarie (87,24%), 3.071 di soccorso alpino (3,05%), 9.770 dei vigili del fuoco volontari (9,71%). Va considerato che da questa mole sono escluse le chiamate dirottate immediatamente a polizia di Stato, carabinieri, guardia di finanza e polizie locali.
A questi numeri vanno poi aggiunti quelli del corpo dei pompieri permanenti, che sono passati da 2.878 interventi a 3.161, nello stesso intervallo. Considerando quindi il totale l’aumento è del 9%, in soli due anni.
La complessità è elevata per una catena di soccorsi che si attiva con la chiamata del cittadino al 112, gestita dalla Centrale provinciale per l’emergenza. La telefonata al numero unico di emergenza dall’ottobre 2017 (che ha accorpato gli ex 113, 115 e 118) viene prima smistata in base alla competenza (in sigla il passaggio si chiama PSAP1), poi fa scattare l’allerta dei volontari o l’intervento a seconda della tipologia e casistica (PSAP2). Si mobilita in questo modo un sistema diversificato, che conta una molteplicità di strutture, di mezzi e personale. Dai 3 elicotteri di soccorso, Heli e Aiut Alpin Dolomites, fino al quarto reggimento “Altair” dell’esercito, passando per 38 ambulanze di croce bianca e croce rossa, 18.326 membri dei corpi dei vigili del fuoco volontari in tutta la provincia, mille volontari del soccorso alpino in lingua tedesca. Solo per l’Agenzia della protezione civile, che si occupa della parte tecnica, i dipendenti sono 470.
Pollinger: “Il sistema regge”
Pollinger, responsabile dell’Agenzia per la protezione civile, nota il fenomeno che accomuna l’Alto Adige agli altri territori in Europa. “Il trend è generale, in tutta Italia e non solo. L’invecchiamento della popolazione innalza il fabbisogno sanitario, quindi aumentano le chiamate. Così è per l’aumento della presenza turistica e della mobilità sugli assi stradali, pensiamo all’A22. C’è maggiore consapevolezza del cittadino nel chiedere l’intervento, ma anche un incremento delle attività del soccorso alpino per l’affaticamento degli escursionisti, in media più anziani, rispetto alle cadute”.
Il trend è generale, in tutta Italia e non solo. L’invecchiamento della popolazione innalza il fabbisogno sanitario e le chiamate. Così è per l’aumento della presenza turistica e della mobilità sugli assi stradali. Ma il sistema non è sovraccarico. Ha retto nei picchi, vedi il maltempo dell’autunno
La pressione sugli operatori e sulle dotazioni strutturali non si traduce secondo il dirigente in un sovraccarico. “Il sistema non è ingolfato, si continua a gestire bene”. A suo avviso non ci sono particolari problemi all’orizzonte, semmai la necessità di puntare su innovazione e automazione. “La catena di soccorsi - afferma - ha retto anche nei picchi, il maltempo dell’autunno 2018, la neve oppure il maxi-tamponamento in A22 dell’altro giorno. Significa essere flessibili, riuscire ad aumentare i turni per l’emergenza, far lavorare più persone, operare in sinergia con le protezioni civili vicine, vedi Trento”.
L’applicazione 112 Where ARE U è fondamentale, consente di localizzare rapidamente la persona dal suo cellulare. Occorre sviluppare l’informazione mirata per le allerte e rendere uniformi i sistemi a livello europeo
Un soccorso europeo
Un aiuto viene dalla tecnologia: “L’applicazione 112 Where ARE U - conclude Pollinger - è fondamentale, consente di localizzare rapidamente la persona da soccorrere tramite il suo cellulare. Dobbiamo pubblicizzare sempre di più questo servizio. E in futuro sviluppare l’informazione preventiva mirata, su sms, ad esempio per le allerte meteo provinciali. Occorre in generale uscire dalla regionalizzazione, rendendo uniformi i sistemi di allerta e soccorso a livello europeo”.