Il "settimo" assessore sarà un esterno?

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La vittoria al ballottaggio di Claudio Corrarati è stata più sofferta del previsto, ma il primo turno aveva dato indicazioni piuttosto chiare sulle possibili maggioranze. Il neo sindaco, la cui lista ha eletto 6 consiglieri, pare intenzionato a fare il possibile per coinvolgere la civica di Angelo Gennaccaro, che è in maggioranza con il centrodestra in Provincia e con i suoi 6 consiglieri, assieme ai 7 Svp, potrebbe garantire una maggioranza mai vista di 30 consiglieri (il centrodestra nel complesso ne ha 17). Alle tv il centrista ha detto che per lui stare all’opposizione non è il massimo e che gli esponenti di centrodestra hanno il suo numero.
Ma per arrivare a una soluzione del genere ci vogliono una serie di incastri e rinunce tutt’altro che facili da mettere uno in fila all’altro. La Giunta comunale, per Statuto, può avere 7 componenti. L’idea che piace trasversalmente è quella di cambiare le norme per arrivare ad un allargamento a otto, formando prima la Giunta piccola, e andando poi in consiglio per la modifica statutaria. Ma non è detto che ci si arrivi.
Al di là del possibile allargamento, 6 caselle del nuova Giunta sono quasi definite. Probabile che Claudio Corrarati sia affiancato nell’esecutivo non da Roberto Zanin, ma dal secondo più votato di Oltre, Claudio Della Ratta. Zanin, che è letteralmente il king maker di Corrarati, avendo iniziato a lavorare alla candidatura dall’estate 2024 , sembra orientato a rinunciare ad un posto in Giunta perché troppo impegnato sul fronte lavorativo.
Con sette consiglieri Fratelli d’Italia avrà senza dubbio due assessori. Anna Scarafoni non ha ancora sciolto la riserva, ma se dovesse rinunciare potrebbe essere pronta Patrizia Brillo, peraltro sua fedelissima. L’altro nome dei meloniani dovrebbe essere quello di Tritan Myftiu, albanese di nascita ma bolzanino da una vita e soprattutto militante di lungo corso, vicino da sempre ad Alessandro Urzì.
L’Svp Stefan Konder sarà inevitabilmente vicesindaco e –probabilmente – assessore all’urbanistica. Durante le interviste pre-voto Corrarati ha fatto più volte capire di non essere intenzionato a fare guerre di religione sulla competenza chiave per lo sviluppo edilizio della città che negli ultimi anni l’SVP ha gestito come se fosse da sola al governo, bloccando ogni iniziativa sul nascere. Il nuovo primo cittadino si è detto convinto che le decisioni possano essere prese collegialmente nell’ambito dell’approvazione del nuovo “piano urbanistico”. Se mai ce ne sarà uno, verrebbe da aggiungere. Per quanto riguarda il secondo posto che andrà alla Stella alpina sarà poi curioso vedere se Corrarati terrà per se le deleghe all’economia visto che, parlando con SALTO, disse apertamente di non aver apprezzato il lavoro fin qui svolto da Johanna Ramoser,.
Più ardo azzardare cosa succederà con il settimo posto in Giunta. Lega e Forza Italia, avendo entrambi eletto due consiglieri - se chi come FdI ne ha 7, ottiene due assessori- non hanno automaticamente diritto a pretendere di entrare in un esecutivo a sette. Se il dialogo con Gennaccaro dovesse portare i frutti sperati, il civico, non avendo dato indicazioni di voto, dovrebbe “accontentarsi” di un solo assessore. L’ipotesi di allargamento al centro piace però soprattutto a Corrarati e meno al resto della coalizione.
Di qui la voce che per il settimo posto si potrebbe puntare ad un assessore esterno. Secondo voci di corridoio Forza Italia, che ha eletto due consiglieri dichiarati di lingua tedesca, potrebbe mettere sul tavolo il nome di Giorgio Holzmann, leader storico di An poi entrato in conflitto con Alessandro Urzì, fuori dai giochi da parecchi anni ma uomo di grande esperienza politica, già rispettato se non addirittura stimato dall’Svp quando Alleanza nazionale era un vero e proprio spauracchio. Una semplice suggestione, probabilmente, ma la voce circola.
Probabile che su Holzmann, se il nome arriverà davvero sul tavolo, possano arrivare diversi veti, ma l’ipotesi di un assessore esterno potrebbe comunque restare valida per far assumere qualche delega “tecnica” particolarmente complicata. Una maggioranza a 30 con Gennaccaro, comunque, renderebbe più facile ragionare su una modifica statutaria per allargare l'esecutivo a otto assessori. In quel caso in Giunta ci vorrebbero tre donne e tre assessori di madrelingua tedesca. Patrizia Daidone di Forza Italia avrebbe queste caratteristiche ma è alla prima esperienza in Comune e a restare fuori sarebbe la Lega. Ma si fa ovviamente per dire. Là fuori c'è tutto un mondo fatto di incarichi di sottogoverno fatto apposta per aiutare a compensare eventuali esclusioni dall'esecutivo. Il gioco ad incastri e rinunce non sarà comunque dei più semplici.