Fiato sul collo per le liste d'attesa
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Il ministro della salute Orazio Schillaci, tra i meno visibili del governo Meloni, è pronto per portare in Conferenza Stato Regioni il decreto attuativo con le linee guida della nuova Piattaforma nazionale liste di attesa delle prestazioni sanitarie introdotta dal Decreto Liste d’attesa di luglio. Una piccola rivoluzione che permetterà ai cittadini di farsi un’idea precisa del funzionamento della sanità pubblica, anche in Alto Adige. e a Roma di tenere sotto pressione gli enti locali affinché migliorino le loro prestazioni.
“La norma – spiega l’assessore Hubert Messner prevede che noi inviamo i dati alla piattaforma nazionale delle liste d' attesa”. Le norme, anticipate – come sempre, verrebbe da dire – dal Quotidiano sanità prevedono: misurazione delle prestazioni in lista di attesa su tutto il territorio nazionale, disponibilità di agende sia in regime di sistema sanitario nazionale che di “intra moenia”, tempi di attesa in relazioni alle classi di priorità e verifica dei percorsi di tutela previsti dal Piano nazionale.
Nelle intenzioni, la misura dovrebbe fare in modo che “cittadini e associazioni potranno accedere in maniera trasparente a dati in tempo reale sul monitoraggio e verificare gli indicatori predisposti per i tempi di attesa”. Gli obiettivi indicati nel documento sono: l’identificazione di aree di miglioramento al fine di garantire le cure necessarie in tempi adeguati ai pazienti; miglioramento dell'allocazione delle risorse e dell'efficienza operativa, riducendo i tempi di inattività; condivisione di informazioni chiare e aggiornate sui tempi di attesa.
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Cosa va meglio?
Ma in Alto Adige la situazione com’è? AI limiti del drammatico in alcuni reparti per quanto riguarda le visite differibili e alcune prestazioni strumentali, ma va riconosciuto che nel corso dell’anno è migliorata la situazione delle “prioritarie”. Un dato che dovrebbe essere scontato, trattandosi di un obbligo di legge, ma il fatto che non lo sia fa capire dal livello drammatico da cui si partiva.
Partiamo, dunque, per una volta, dalle indicazioni leggermente positive. Secondo i dati del cosiddetto “Indice del garantito” definito dal ministero, nel corso del 2024 sono stati rispettati (tra l’80% e il 100% delle volte) i 10 giorni per svolgere una “prioritaria”: in cardiologia, chirurgia vascolare (100%), dermatologia (con un piccolo inceppamento a maggio), medicina fisica e riabilitazione, gastroenterologia (anche qui alcuni mesi difficili, ma in estate netto miglioramento), ginecologia (sempre al 100%), neurologia e oculistica, oncologia (con un calo ad agosto al 71%), otorino, ortopedia, pneumologia. Partita molto male nel 2024 in urologia (tra il 50 e il 67%), la situazione è migliorata da maggio.
Stesso discorso per le visite prioritarie neurochirurgiche e internistiche. Se fino a maggio meno del 40% veniva effettuato entro 10 giorni, poi la situazione è migliorata sensibilmente.
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Cosa va male e malissimo
Se sul fronte delle visite prioritarie monitorate la situazione è discreta/buona o in miglioramento (poi, naturalmente, per il paziente che aspetta 20 giorni per una prioritaria è comunque un problema, ndr), desta qualche preoccupazione la situazione per quanto riguarda diverse prestazioni strumentali prioritarie. Davvero messa male l’Azienda sanitaria per l’effettuazione di elettromiografie, e cioè quegli esami che servono per individuare la presenza di patologie neuromuscolari: in media meno del 30% con punte anche del 10-12% in estate) vengono effettuate entro 10 giorni.
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Da incubo la situazione per alcuni tipi di risonanze magnetiche. Quelle all’addome e alla prostata sono rispettivamente sotto il 25% e addirittura l’11%, va meglio per quelle a cervello, encefalo e tronco encefalico (intorno a 70-80%). Le criticità permangono anche per le prestazioni strumentali
Più problematico il quadro delle visite differibili, che andrebbero cioè effettuate entro 30 giorni. Nel corso dell’anno sempre meno della metà delle visite cardiologiche sono state effettuate nei tempi previsti, per arrivare al mese di agosto con la punta negativa del 24%. In difficoltà anche il reparto di dermatologia, media del 40-45% con punta negativa ad agosto con il 35% di visite differibili effettuate entro 30 giorni. In miglioramento nel corso dell’anno i tempi delle prime visite endocrinologiche (dal 20 al 60%), mentre maluccio quelle gastroenterologiche (sempre in torno al 35 40% e quelle urologiche tra 21 e il 33%. Bene quelle oncologiche, al 100%.
Per le visite programmate a 120 giorni si notano i dati negativi dell’endocrinologia e appena sufficienti della gastroenterologia, ma per il resto i quattro mesi vengono rispettati.
Vedendo la tabella del tempo medio d’attesa effettivo si ha naturalmente conferma dei dati fin qui esposti, ma spiccano alcune criticità. Dermatologia, partita con un tempo medio di attesa per le visite differibili a 30 giorni di 102 giorni, è arrivata a superare i 200 giorni nei mesi estivi del 2024 (va però detto che c’è un numero altissimo di richieste, sempre sopra le 1000 – 1200 al mese). Si confermano le difficoltà in gastroenterologia con punte di 178 giorni di attesa (sempre per le visite da fare entro 30 giorni) e urologia sempre sopra i 100 giorni.
L’ex primario e assessore Hubert Messner ha previsto la creazione di una task force in cui è prevista la presenza di un rappresentante della direzione generale Asl, un direttore di Comprensorio, un dirigente medico, un secondo dirigente medico su proposta del direttore sanitario, un dirigente tecnico-assistenziale, il direttore della ripartizione Prestazioni sanitarie ed assistenza territoriale e ancora il direttore dell’ufficio Prestazioni ospedaliere e specialistica ambulatoriale, il direttore del Cup e della ripartizione Pianificazione controlling.
“Quello dei tempi di attesa – spiega Messner – è un tema su cui sto lavorando molto, controllo regolarmente come si evolve la situazione. Per quanto riguarda le visite prioritarie, che è il settore più importante, c’è stato un netto miglioramento, per le visite differibili in alcuni ambiti facciamo fatica perché abbiamo tantissime prioritarie. Per questo abbiamo chiesto ai primari di aumentare il numero delle visite del 10-15%. Per quanto riguarda le elettromiografie abbiamo forti problemi di personale, e stiamo cercando di migliorare anche per le risonanze magnetiche all’addome e alla colonna. Stiamo elaborando un opuscolo da distribuire ai medici per migliorare l’appropriatezza di certe prescrizioni. Entro settembre nomineremo un responsabile unico delle liste d’attesa e questo dovrebbe consentirci di migliorare ulteriormente”.
Mit anderen Worten: der…
Mit anderen Worten: der Landesrat geht davon aus, dass sich die Mehrheit der Menschen in Südtirol in eine Arztpraxis setzt, weil sie ein aufschiebbares, nicht akutes Problem haben. Er ist so davon überzeugt, dass er eine eigene Stelle und ein eigenes Opuscolo dafür schaffen möchte.
Offenbar sind Patient*innen in Südtirol nicht schmerzresistent genug und die Expertise von Hausärzt*innen kann man in der Pfeife rauchen.
In risposta a Mit anderen Worten: der… di Katharina Hersel
Ich denke mal, da hat der…
Ich denke mal, da hat der Landesrat sogar Recht. Das hängt natürlich stark davon ab, wie Sie akut definieren.
Und Hausärzte sind nicht für Expertisen zuständig, sondern für Anamnese und weiterführende Maßnahmen.
Akut ist‘s, wenn‘s brennt…
Akut ist‘s, wenn‘s brennt. Die meisten Menschen gehen nicht rein zur Vorsorge zum Arzt, sondern wenn sie dringende Probleme haben. Dass die Dringlichkeit von der Personalsituation oder der Finanzierbarkeit diktiert wird, ist ein Verwaltungs- und Personalführungsproblem der Sanität und der Gesundheitspolitik. Das Problem den Allgemeinmedizinern oder den Patient*innen zuschustern zu wollen, ist einfach nur billig.
In risposta a Akut ist‘s, wenn‘s brennt… di Katharina Hersel
Die meisten Patienten gehen…
Die meisten Patienten gehen zum Hausarzt, weil sie sich krankschreiben lassen müssen, und/oder ein oder mehrere Rezepte benötigen, was sicher auch dringend ist, aber sicher nicht akut. Ein Blinddarmdurchbruch ist akut, eine leichte Grippe ist dringend.
Angesichts der Tatsache,…
Angesichts der Tatsache, dass es in Südtirol zu wenig Ärzte gibt, funktioniert das Gesundheitswesen erstaunlich gut, dank des Einsatzes von Ärzten und Krankenpfleger/innen. Man muss auch einmal das Positive sehen.