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“Senza di noi la montagna si spopola”

A Bolzano l'assemblea dell'Associazione Nazionale Esercenti Funiviari (Anef), alla presenza della ministra Santanché: "Serve destagionalizzare". Ecco di cosa si è parlato.
Anef
Foto: Anef
  • “In passato sono stati gestiti poco i flussi turistici. Dobbiamo perciò fare il possibile per destagionalizzare il turismo, mettendo in rete tutto il nostro patrimonio turistico”. Ad affermarlo è la ministra al turismo Daniela Santanchè, intervenendo nel corso dell’assemblea generale dell’Associazione Nazionale Esercenti Funiviari (Anef) che si è tenuta ieri (18 ottobre) presso l’Hotel Sheraton di Bolzano. L’Anef rappresenta circa il 90% delle aziende funiviarie in Italia. “Con un biglietto si possono gestire meglio i flussi ed eliminare le code”, ha aggiunto la ministra, secondo cui “la montagna offre qualcosa da fare tutto l'anno. Serve una montagna che duri 12 mesi. Le Olimpiadi sono una grande occasione, perché ci guarderà tutto il mondo, e sono certa che saremo pronti: l’Italia ha un palmares importante per quanto riguarda i grandi eventi". “Come tutto il turismo – ha ribadito infine – anche la montagna ha bisogno di infrastrutture”.

  • L'incoraggiamento della presidente

    “Noi imprenditori di montagna – ha esordito nel suo intervento Valeria Ghezzi, presidente di Anef – siamo pronti a metterci in gioco, come ‘motori’ della filiera con l’importante quota di PIL rappresentata dal turismo invernale. Siamo alle soglie delle Olimpiadi di Milano Cortina 2026: gli occhi del mondo saranno puntati sulla montagna italiana. Un’occasione unica per mostrare al mondo chi siamo, cosa facciamo, quanta cura e rispetto abbiamo per il nostro territorio e le nostre comunità. E questo non solo nei siti olimpici. Sul territorio saremo noi, cari impiantisti e cari associati, a metterci la faccia”.

  • La presidente dell'Anef, Valeria Ghezzi: "Rinunciare agli impianti a fune significa espellere di fatto l’uomo da quelle aree”. Foto: Anef
  • Ghezzi ha difeso a spada tratta la presenza degli impianti di risalita in montagna: “Cosa significherebbe rinunciare alle aree servite dagli impianti a fune?”, ha domandato la presidente, “espellere di fatto l’uomo da quelle aree, far venire meno la motivazione di vacanza, interrompere la catena dell’ospitalità con tutte le conseguenze che questo può avere sull’indotto che verrebbe ridotto in modo estremamente consistente in inverno e importante anche in estate. Obbligando i residenti ad andare a cercare altrove sia il lavoro che i servizi che una comunità troppo esigua non potrebbe più garantire. Il nostro obiettivo aspira a far convivere i territori di montagna e l’uomo in modo da garantire ad entrambi vita e sviluppo”. In altre parole, per l’Anef, “chi vorrebbe fermare lo sci rischia di causare un danno enorme; non possiamo lasciare che questo accada perché quando ci renderemo conto del danno sarà troppo tardi”. Occorrerebbe insomma “creare valore per noi, per il nostro territorio, per l'ambiente, per le nostre comunità, per le persone e per le aziende. Nella consapevolezza che la montagna va tutelata e ha bisogno dell’uomo”.

  • I dati del comparto

    “Ribadiamo il nostro ruolo come motore dell'economia di montagna — ha sottolineato ancora Ghezzi — e come presidio per la tutela delle ‘Terre alte’. E desideriamo stimolare tutti gli altri attori del sistema montagna a mettersi in gioco con noi”. L’Italia è il terzo paese europeo per fatturato e giornate sci e il quinto al mondo dopo Stati Uniti e Giappone con 1,3 miliardi di Euro di fatturato diretto e circa 8 miliardi di indotto: “Il comparto, in tutta Italia, sta investendo molto, con una vitalità e un entusiasmo davvero significativi. Ammodernamenti che hanno un impatto importante su sicurezza, sostenibilità e destagionalizzazione”.

    L'appuntamento di ieri è stato caratterizzato anche da un invito al dialogo con tutti gli stakeholder, con la volontà — almeno a parole — di confrontarsi su tutti i temi anche più critici “partendo dai fatti e dai numeri”. Per questo Anef ha commissionato all'organizzazione PwC Italia una ricerca, ampiamente illustrata nel corso dell’assemblea, su “L'impatto socio-economico degli impianti di risalita a livello locale”.

  • Nel corso del 2024 PwC Italia ha affiancato le regioni Lombardia (ANEF Lombardia) e Valle d’Aosta (AVIF) nonché la Provincia Autonoma di Trento (ANEF Trento) nella stima del rispettivo impatto socio-economico e fiscale generato dalla spesa turistica dei fruitori degli impianti di risalita, e dei loro accompagnatori, per un’intera annualità (stagione estiva 2023 e la stagione invernale 2022/23 o 2023/24). “Le analisi che abbiamo effettuato – ha sintetizzato Cristian Celoria di PwC Italia – hanno mostrato che a livello locale è stato generato un valore aggiunto che varia tra 384 milioni di euro e 1 miliardo di euro a seconda della Regione considerata, con un beneficio prima di tutto per i settori dell’alloggio e ristorazione, trasporto e magazzinaggio, commercio al dettaglio e all’ingrosso e l’immobiliare”. Il bilancio costi-benefici e l’analisi tra rischi e opportunità evidenzierebbe come una piccola porzione di territorio offrirebbe a intere comunità la possibilità di continuare ad abitare i territori. "Questa è la prima grandissima opportunità che dagli anni Cinquanta offriamo alla montagna. E questo significa che gli impianti sono per la montagna un moltiplicatore straordinario non solo di PIL", sottolinea Celoria.

  • Cristian Celoria di PwC Italia: "A intere comunità è offerta la possibilità di continuare ad abitare i territori". Foto: Anef
  • La spesa media giornaliera e pro-capite dei viaggiatori pernottanti e degli escursionisti va da 118 a 127 euro (da 131 a 142 euro includendo l’IVA) con le prime tre categorie di spesa locale per valore: ristorazione dal 23% al 39% della spesa totale, alloggio dal 25% al 40%; sport dal 24% al 29%. Nelle tre aree territoriali considerate, per la spesa sportiva — oltre al noleggio attrezzature e scuole sci — una parte variabile tra i 109 milioni di euro e i 305 milioni di euro è destinata alle società di gestione per l’acquisto di skipass. L’impatto economico generato dal turismo montano produce effetti anche sul gettito fiscale delle Regioni, Province e Comuni sotto forma di gettito fiscale devoluto dall’erario o direttamente trattenuto dalla amministrazioni locali: rapportando il gettito fiscale locale ai primi ingressi registrati si ottiene un valore compreso tra 8,7 euro e 15 euro per sciatore.

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Wolf Kremer Sab, 10/19/2024 - 11:40

So kann es nicht weitergehen! Immer mehr und immer größere Aufstiegsanlagen. Immer mehr, mit allem Schnickschnack, erweiterte oder sogar neue "Berghütten" sollen und werden gebaut. Mehr Parkplätze, Beschneiungsanlagen, Speicherbecken, Waldrodungen zwecks Pistenerweiterung usw. Stattdessen wäre Bescheidenheit und ein zurück zur Natur angebracht! Und die Partizipation der dort lebenden Bevölkerung sollte ermöglicht werden. Und ich frage mich: wird es durch die Klimaerwärmung in 10-20 Jahren überhaupt noch möglich sein künstlichen Schnee zu produzieren? Und letztlich: wer trägt dann die Kosten für den Abbau gewisser Aufstiegsanlagen? Haben wir ein Recht auf solch "unnachhaltige Freizeitbeschäftigungsunterstützung"? Spannende Diskussion!

Sab, 10/19/2024 - 11:40 Collegamento permanente