Senzatetto, un bersaglio mobile?

Due incendi, a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro. Il primo scoppiato nell’area sotto ponte Talvera, l’altro nella struttura dell’ex discoteca Soul Kitchen. In entrambi i casi le cause del rogo sembrerebbero far pensare a una disattenzione di alcuni senzatetto che abitavano i due luoghi in questione. Dopo lo sgombero i clochard sarebbero tornati ad occupare la zona sotto ponte Talvera, mentre va ricordato che la presenza di senza dimora nell’ex sala da ballo che ha preso fuoco ieri (19 ottobre) era stata denunciata alle autorità durante l’estate da alcuni cittadini.
Dei cosiddetti invisibili che vivono in strada, tuttavia, poco si parla se non, come in questi giorni, quando riconducibili a specifici fatti di cronaca. Due incidenti, quelli capitati recentemente, che fatalmente hanno riportato la questione degli accampamenti abusivi a Bolzano nei gangli dell’attualità. “Quello dei senzatetto non è naturalmente un fenomeno improvviso - spiega il direttore della Caritas Paolo Valente -, è chiaro che con il freddo si accendono i fuochi, anche dove non si dovrebbe, e succedono fatti come quelli accaduti nei giorni scorsi”. Quel che preoccupa, prosegue Valente, è che non sia possibile trovare delle soluzioni che permettano ai senza dimora di trascorrere la notte in maniera dignitosa, specie con l’inverno alle porte. “Ogni giorno ci interroghiamo su quante siano queste persone, dove dimorino e per quali motivi, e quali alternative possiamo adottare”.
Mappare le vie della città per censire la popolazione degli invisibili è difficile, come difficili sono le politiche di inclusione, perché alcuni fra loro fuoriescono inevitabilmente dalla rete di protezione sociale. “Non è sufficiente avere a disposizione un locale e pensare che questo possa essere adatto per tutte le situazioni e che le persone vi si rechino automaticamente, del resto le strutture di accoglienze, gli ex-dormitori esistono già, il punto è che alcuni di loro, ad esempio, spesso non hanno i requisiti idonei per entrarvi oppure vivono nella clandestinità”, prosegue Valente.
Il rischio è sempre quello, tuttavia, che episodi come quelli appena occorsi a ponte Talvera e al Soul Kitchen possano trasformarsi nei soliti, irresistibili trampolini per urla, striscioni, indici puntati. Immancabile il commento dei “guardiani del degrado”, i militanti di Casapound, sul rogo di ieri:
Ve lo ricordate il Soul Kitchen?Lo storico locale della gioventù bolzanina, chiuso per diventare rifugio-bivacco di...
Posted by CasaPound Bolzano on Lunedì 19 ottobre 2015
“L’istituzione pubblica tende a essere un po’ rigida su certe tematiche ma a chi dice che la situazione sia mal gestita consiglio di andarsi a fare un giro nelle altre città d’Italia - sottolinea il direttore della Caritas. Non mi meraviglia che certe situazioni vengano strumentalizzate, ci sono molte persone che non sopportano chi chiede l’elemosina o hanno perplessità sull’accoglienza dei profughi. La chiusura mentale c’è, e con questa ci dobbiamo confrontare tutti i giorni”.
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