Società | libertà di stampa

Non è un pianeta per giornalisti

Il nuovo indice sulla libertà di stampa a cura di Reporters senza frontiere denuncia violazioni in 132 paesi sui 180 monitorati. Italia riconfermata al 41esimo posto.
Protesta
Foto: European Federation Journalists

Un mondo segnato dalla pandemia, anche per quanto riguarda il giornalismo. La nuova edizione dell’indice sulla libertà di stampa, a cura di Reporters senza Frontiere, riconferma le difficoltà del “vaccino contro la disinformazione” che arranca, dimenandosi tra censure, minacce e violenze arbitrarie.
La pandemia di Covid-19 e le conseguenze sociali che ne sono derivate hanno contribuito a moltiplicare gli attacchi contro i professionisti dell’informazione di tutto il mondo, arrestati, picchiati o uccisi solo per aver monitorato l’andamento e la gestione dei contagi e le proteste che si sono scatenate nelle piazze di tutto il mondo.


Secondo quanto emerso dal report, nel 2021 in 73 paesi risulta pressoché impossibile svolgere la professione giornalistica, in altri 59 tale attività deve fare i conti con forti limitazioni imposte dai governi o altri attori parastatali. Messi assieme, questi paesi, vanno a costituire il 73% dei 180 totali monitorati dall’organizzazione.
"Il giornalismo è il miglior vaccino contro la disinformazione - ha sottolineato Christophe Deloire, segretario generale di RSF -. Purtroppo, la sua produzione e distribuzione sono troppo spesso bloccate da fattori politici, economici, tecnologici e, talvolta, anche culturali".



Il deterioramento dell’accesso all’informazione da parte dei cittadini si somma infatti alle sempre più crescenti difficoltà dei giornalisti che tentano di coprire le notizie. La pandemia è stata infatti funzionale e utilizzata strumentalmente per bloccare l’accesso dei reporters alle fonti di informazione nonché nell’inibire le possibilità di svolgere inchiesta sul campo.
A peggiorare la situazione è il crollo della fiducia dei cittadini nei confronti dei giornalisti. Il barometro della fiducia di Edelman del 2021 ha svelato che il 59% degli intervistati in 28 paesi afferma che i giornalisti cercano deliberatamente di ingannare il pubblico proponendo loro determinate informazioni, nonostante siano consapevoli della loro falsità.

Sebbene l’Europa venga indicata tra le zone più favorevoli per lo svolgimento della professione giornalistica non è stata immune all’impennata di abusi, pressoché raddoppiati, che si sono verificati nell’ultimo anno. Aumentano gli attacchi e gli arresti arbitrari contro i giornalisti in Germania (13° posto), Francia (34°), Polonia (64°), Grecia (che con il recente omicidio del giornalista di inchiesta Giorgos Karaivaz crolla al 70°), Serbia (93°), Bulgaria (-1 al 112°) e Italia, che rimane ancorata all’ormai celebre 41esima posizione.

Proprio all’Italia, sostiene il report, con i suoi 20 giornalisti attualmente sotto scorta, è necessario volgere un particolare occhio di riguardo. Con il decreto Cura Italia, si sottolinea, il Governo ha ordinato alle agenzie statali di non prendere più in carico le richieste di accesso ai documenti, rendendo particolarmente difficile l’accesso alle informazioni. Sempre più presi di mira, i giornalisti italiani hanno riscontrato una particolare escalation del livello di violenza perpetuata nei loro confronti, soprattutto a Roma e nel Sud Italia. Nella capitale vengono riportate aggressioni fisiche e squadriste da parte di gruppi neofascisti ai danni di giornalisti impegnati nel proprio lavoro, ma nel mirino finisce anche il Movimento 5 Stelle, i cui esponenti hanno aggredito verbalmente diversi giornalisti nel corso di alcune manifestazioni.

 

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Christian I Gio, 04/22/2021 - 18:02

A proposito di libertà di stampa, la settimana scorsa ho visto due episodi secondo me molto preoccupanti. I giornalisti di "Report" (RAI3) e "Non è l'Arena" (LA7) non hanno potuto partecipare a delle conferenze stampa dell'ISS (se non ricordo male). Le indagini di questi giornalisti, in particolare quelli di Report, hanno fatto luce sulle falsificazioni del piano pandemico e hanno sollevato grande indignazione e molta rabbia. Questa storia riguarda tutti noi da vicino, visto che un piano pandemico aggiornato e rispettato avrebbe potuto salvare migliaia di vite. Da questi fatti si vede che questo tipo di giornalismo investigativo, che non si limita a riportare semplicemente le notizie inviate da Enti e Organizzazioni, dà parecchio fastidio... Per fortuna esistono ancora giornalisti che hanno il coraggio e la determinazione di investigare, approfondire, confrontare e di mettere in dubbio le cose.

Gio, 04/22/2021 - 18:02 Collegamento permanente