Economia | Lo studio

La formazione è sottovalutata?

Nel lavoro più aumenta l’età meno disponibilità c’è a partecipare a iniziative formative, lo sostiene l'IPL. Conte: "Aggiornare il proprio know-how è fondamentale".

Negli ultimi 12 mesi, in Alto Adige, tre lavoratori su quattro hanno fatto formazione. È quanto riporta la decima edizione del Barometro IPL – Autunno 2015, presentata oggi 22 ottobre. Ma cosa si intende per formazione? Partecipare ad un corso, assistere ad un seminario o ad una conferenza, ma anche essere affiancato sul lavoro da un collega o dal proprio superiore. Dall’indagine emerge, in particolare, che è più frequente che siano i lavoratori più giovani ad essere affiancati piuttosto che gli over 50. Se è vero che i lavoratori più maturi possono trasferire il proprio bagaglio di esperienza verso i lavoratori più giovani, è altrettanto corretto affermare che questi ultimi “contagino” con il loro know-how i colleghi più anziani. 

Dato che le riforme delle pensioni prolungano la vita lavorativa, diventa sempre più importante per i lavoratori più maturi mantenersi sempre competitivi sul lavoro facendo formazione, ma la loro partecipazione a iniziative del genere, come è noto anche da altri studi, è inferiore rispetto a quella dei lavoratori più giovani (73% contro 84%). Tale differenza si amplifica se si considerano solo i lavoratori del settore privato (66% contro 83%). 

I lavoratori non fanno formazione perché ritengono di non averne bisogno: questo è il motivo principale emerso dall’indagine. Tale motivazione è riportata in particolare dai lavoratori con più di 50 anni, assieme al fatto che alla loro età non vale la pena fare formazione. “In merito i lavoratori dipendenti devono cambiare modo di pensare. La formazione aiuta a mantenere il posto di lavoro. L’esperienza da sola non protegge dal rischio di licenziamento: infatti nel 2014 il 24% dei disoccupati aveva più di 50 anni”, afferma Irene Conte, che all’interno dell’Istituto cura il Barometro IPL. 

Un altro dato è bene considerare: in un´economia in continua evoluzione anche le professioni si modificano; si creano nuove figure professionali, altre spariscono mentre altre ancora si specializzano. Non bisogna quindi focalizzarsi solo sulla professione che si sta svolgendo al momento, ma è importante sviluppare anche le proprie competenze trasversali, ovvero quelle capacità utilizzabili in qualsiasi ambito lavorativo. 

A detta dei lavoratori dipendenti le competenze più importanti nel mondo del lavoro di oggi sono la capacità di essere flessibili e sapersi adattare - indicato dal 34% degli intervistati - il saper lavorare in gruppo (32%) e la capacità di risolvere i problemi in autonomia (12%). L’indagine Excelsior di Unioncamere ha posto la stessa domanda alle imprese ed è risultato che anch’esse cercano principalmente queste competenze quando devono assumere diplomati o laureati. “Registriamo con soddisfazione l'uso della formazione continua da parte delle imprese altoatesine - afferma il presidente IPL Toni Serafini - in particolare attraverso i fondi interprofessionali. Infatti, ben il 76% dei lavoratori partecipa almeno una volta all’anno ad un corso di formazione. Ricordiamo che la formazione continua è uno dei pilastri per l’occupabilità e la rioccupabilità dei lavoratori e delle lavoratrici”.