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"Riforma buona anche per l'autonomia"

Il giornalista Toni Visentini spiega le ragioni del suo SÌ al referendum del 4 dicembre.
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Foto: Salto.bz

Voto sì. E con convinzione. È da quando feci l'esame di diritto costituzionale, e poi ancora per decenni a livello politico, che sento ribadire l'esigenza di cancellare il nostro inutile e dannoso bicameralismo perfetto abolendo il Senato. La riforma, dopo tanti tentativi andati a vuoto, lo fa e cancella poi l'inutile e costoso Cnel: sono da sole due enormi ragioni per  votare sì. Poi c'è, e non e' poco, una riduzione della decretazione d'urgenza. Insomma: con la riforma si rende la macchina istituzionale più agile, più responsabile e meno costosa . E si favorisce la governabilità, vero tallone d'Achille del nostro vecchio sistema con piu' di 60 governi in 70 anni. Certo, la riforma non è perfetta e ci mancherebbe: è frutto comunque inevitabile di trattative ed accordi fatti per poterla approvare. Ma comunque migliora il nostro Paese.

L'altro dato è che gli effetti del no sarebbero molto gravi, soprattutto di questi tempi. In più il no è impersonificato da Grillo e Salvini, sarebbero loro i vincitori: una iattura per l'Italia e l'Europa.
Infine non sopporto più l'ipocrisia di chi ha messo la riforma nel suo programma o che l'ha persino approvata nei primi passaggi per poi tirarsi indietro per ragioni solo politiche/partitiche. Insomma, si usa il no alla riforma per contrastare il governo Renzi e solo per questo.

Per quanto riguarda noi - abituati sin troppo ad un piagnisteo vittimistico sull'autonomia in perenne pericolo ma che invece, come i dati dimostrano,  è sempre più libera e ricca di soldi e competenze -  credo che la riforma vada benissimo. Lo sostengono pure quelli che in Italia, paradossalmente, dicono no alla riforma proprio perchè tutela troppo la nostra autonomia speciale.