Virtuosi e mazziati

È ormai un luogo comune affermare che le pubbliche amministrazioni debbano comportarsi in modo virtuoso, salvaguardando i soldi dei contribuenti. Purtroppo le norme che regolano le attività delle amministrazioni sono talmente astruse che spesso a far bene si corre il rischio di essere addirittura sanzionati dallo Stato stesso, che in alcuni casi si comporta da vero e proprio "stalker istituzionale". È il caso del Comune di Bolzano.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
Bodenprobe
Foto: (Foto: salto.bz)

In anni dove parlare di fibra ottica era ancora cosa per addetti ai lavori, l'amministrazione comunale di Bolzano ha intrapreso una scelta coraggiosa quanto lungimirante, investendo in posa di tubazioni e fibra ottica in molti punti della città. L'idea era quella di fornire un'infrastruttura all'avanguardia dapprima per l'uso interno e quindi a favore della cittadinanza.

Le cose purtroppo sono andate diversamente. Infatti, nel 2003, con l'approvazione del cosiddetto "Codice delle Telecomunicazioni" (o "legge Gasparri"), norma fortemente orientata alla protezione delle società di telecomunicazioni, sono state imposte forti limitazioni all'utilizzo di infrastrutture pubbliche o private non gestite da società iscritte all'albo dei gestori di tlc.

Per il Comune di Bolzano questo significa ad esempio non poter fornire al pubblico servizi di connettività (es. WiFi sulle strade) usando la propria infrastruttura, vanificando in parte l'investimento effettuato.

Ma la vera beffa arriva quando nel 2010 il Ministero delle Telecomunicazioni (ora MISE) ordina alla Polizia Postale un sopralluogo presso le infrastrutture comunali ed arriva, con un'interpretazione molto discutibile della norma, a sanzionare il Comune per l'utilizzo illecito della sua stessa fibra. La legge infatti prevede che su proprio "fondo" la posa e l'utilizzo della fibra ottica sia libero. Il Comune opera sulle strade, che sono di proprietà comunale, e quindi ritiene (rafforzato da una comunicazione stessa del Ministero) di operare appunto su proprio fondo. Così facendo risparmia almeno un milione di euro l'anno. Il Ministero, dopo anni, cambia idea e dà un'interpretazione di fondo molto diversa. Per le amministrazioni, dice il Ministero, per fondo si deve intendere il singolo edificio in cui viene esplicata l'attività istituzionale, con al più le pertinenze. Le strade, continua il Ministero, seppure di proprietà dellEnte, non possono essere considerate parte del fondo.

Risultato: sanzione amministrativa e pagamento di 10 anni di arretrati di canoni.

Il senso di questa folle guerra fra amministrazioni è comprensibile solo se si conosce la follia normativa tipicamente italiana. Il risultato però è che una volta tanto che un'amministrazione si comporta in modo virtuoso non solo non viene premiata e citata come esempio, ma addirittura viene sanzionata e messa alla gogna per mano di un'altra amministrazione che, probabilmente dovendo "fare cassa", interpreta le leggi in modo tanto fiscale quanto opinabile.

Piccola nota a margine: tutto questo nel più totale disinteresse della politica locale, sia provinciale, sia comunale (che tristemente si è già dimenticata di essere stata virtuosa e non interviene per tutelare i suoi stessi invetimenti)

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Sergio Sette Lun, 05/27/2013 - 13:16

In risposta a di Maximilian Ben…

La situazione é abbastanza diffusa, soprattutto nel triveneto, dove la polizia postale é più "solerte" ad applicare le circolari provenienti da Roma. Il Comune di Trento paga da anni. Ma molti ormai, rassegnati, si sono dotati di apposite società iscritte fra i gestori di tlc, per la gestione della rete. Ma i costi aumentano.
Il Comune di Bolzano é il primo ad opporsi a questa interpretazione e ha ricorso al TAR del Lazio. Il Ministero da canto suo considera questa una "causa pilota" e nel caso la dovesse spuntare passerà ad un'azione più diffusa.
Anche per questo motivo le cose andrebbero affrontate a livello politico, registro purtroppo un'assoluta indifferenza

Lun, 05/27/2013 - 13:16 Collegamento permanente