Langer
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“Ciò che era giusto”

Scritti di e su Alex Langer
  • È un esercizio che può apparire ozioso, ma a me capita a volte di riflettere su cosa direbbero delle inquietanti contingenze attuali personaggi che non sono più tra noi. Mi accade, con una certa frequenza, di domandarmi cosa penserebbe, ad esempio, Alexander Langer del divampare di guerre sempre nuove nelle terre di sangue tra i Balcani e gli Urali, di un ecologismo che fatica a distinguersi da modelli che usano i sigilli bio e green come astuti camuffamenti, di una convivenza divenuta in Alto Adige sicuramente più pacifica di un tempo, ma al prezzo di una separazione quasi totale tra i gruppi.

    Esercizio, si diceva, fine a sé stesso se non quando impone, per essere sviluppato con un minimo di coerenza, di rileggere, trent’anni dalla sua scomparsa, i caratteri di quella figura di politico, di imboccare il sentiero interrotto della sua esistenza per recuperare elementi che siano dimenticati e per scoprirne, continuamente, di nuovi.

    Un’ottima occasione per praticare questo esercizio ci viene fornita oggi dalla comparsa, negli scaffali delle librerie, di un volume realizzato, proprio in occasione dell’anniversario di cui si diceva sopra, dalla casa editrice Alphabeta – Raetia in collaborazione con la Fondazione Alexander Langer Stiftung e che sarà presentato nei prossimi giorni, nell’edizione italiana seguita a breve, quella in lingua tedesca.

    Il titolo “Ciò che era giusto” raccoglie in una sintesi estrema la parte finale del messaggio che Langer lascia a tutti coloro che lo hanno seguito nel momento di staccarsi da questa realtà. La parola che precede quelle del titolo è un’esortazione a continuare in un cammino, in un lavoro, ma, oggi come allora, per proseguire su quella strada, resta fondamentale ricominciare daccapo a rileggere la storia umana, politica, spirituale del protagonista.

    Il volume propone, a questo fine, una ricca serie di contributi che ruotano attorno allo scritto di uno degli intellettuali italiani con i quali Alexander Langer ebbe lungo l’arco di molto tempo un rapporto di vicinanza e di confronto critico al tempo stesso. Goffredo Fofi, saggista, giornalista e critico rivive tutta la sua esperienza di rapporti con Langer fin dai tempi della militanza nelle formazioni della sinistra extraparlamentare. Un rapporto complesso, che si esprime in un’analisi accorata.

    “Il ricordo di Alex – scrive Fofi in chiusura del suo saggio -, del suo sorriso e della sua intelligenza, può ancora servire positivamente da modello ai giovani o a quelli che giovani sono stati e non amano la pacificazione forzata dell’età adulta. Con Alex, voglio ribadirlo, si chiuse per tanti di noi un’epoca di grandi speranze di grandi lotte, ma è da Alex, dal suo esempio propriamente “politico” che si può continuare. Continuare in ciò che era giusto secondo le sue ultime parole affidate alla lettera d’addio. Ostinandosi a dire di no alla violenza e alle sopraffazioni, ostinandosi a voler reinventare la politica, a lottare per un mondo davvero nuovo, ancora una volta da pensare e immaginare con le nostre azioni”.

    Il saggio di Fofi è, come detto, solo il punto centrale attorno al quale, nel volume, ruota tutta una serie di contributi. Preziosa l’analisi storica contenuta nella prefazione di Giorgio Mezzalira, mentre Clara Bassan traccia, nell’introduzione, un profilo biografico che forse fino ad oggi era mancato e che diventa essenziale per seguire Langer nelle varie evoluzioni del suo agire e del suo pensare. Gli scritti scelti di Langer occupano la parte centrale del libro e permettono di confrontarsi direttamente, senza mediazione alcuna, come il pensiero del protagonista.

    In chiusura tra testimonianze d’eccezione: quella del giornalista Gad Lerner, quella del saggista germanico Peter Kammerer ed infine, di grandissimo interesse, quella di un altro protagonista della grande rivolta scoppiata alla fine degli anni 60. Daniel Cohn Bendit, in dialogo con Lucio Giudiceandrea propone un altro sguardo, esterno ma non troppo, sulla vita, sull’opera, sul ruolo politico e umano di Alex Langer.

    Per continuare a fare ciò che era giusto.