Cultura | L'anniversario

Musica in aulis ritrova lo Stabat Mater

Domenica 27 luglio a Bolzano primo di tre concerti per i 35 anni dalla fondazione dell'associazione. Luigi Costalbano, 93 anni: "Proprio oggi la nostra associazione ha un compito sempre più importante"
musica in aulis
Foto: Musica in aulis
  • Concerti nelle chiese

    Un anniversario importante per Musica in aulis, che nel 2025 compie 35 anni di attività. Per celebrare la ricorrenza, l’Associazione ha scelto di tornare simbolicamente alle proprie origini, riproponendo il brano con cui tutto ebbe inizio: lo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi, capolavoro composto nel 1736 dal giovane musicista marchigiano, morto prematuramente a soli 26 anni. L’opera è considerata una delle più alte espressioni della musica sacra di ogni tempo.

    Il concerto vedrà protagonisti due voci femminili di grande valore: Mirjam Gruber (soprano) e Oksana Lazareva (contralto), accompagnate dall’ensemble Ludus Quartet. Il gruppo è formato da Ivo Crepaldi (violino), Ivo Brigadoi (violoncello), Alexander Monteverde (viola) e Federica Zorzi (violino).

    Il primo dei tre appuntamenti è in programma domenica 27 luglio 2025 alle ore 20.00 presso la Chiesa dei Domenicani di Bolzano. A seguire, il concerto verrà replicato:

    • sabato 2 agosto alle 20.30 presso la Chiesa Parrocchiale di Laives
    • domenica 3 agosto alle 20.00 presso la Chiesa Parrocchiale di Terlano

     

    Abbiamo chiesto al direttore artistico, Giacomo Fornari, di ripercorrere la storia di Musica in Aulis in una chiacchierata con Luigi Costalbano, uno dei fondatori.

  • Musica in aulis ha iniziato la propria attività concertistica con un’esecuzione dello Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi (1710-1736) nella Chiesa dei Domenicani a Bolzano che, tra gli altri, vedeva impegnata una futura stella del firmamento lirico: Gemma Bertagnolli. Oggi, a trentacinque anni di distanza, l’associazione altoatesina ritorna su questa centrale partitura della cultura mariana barocca internazionale.

    Ispiratosi allo Stabat Mater di Alessandro Scarlatti – anche nell’organico –, il compositore marchigiano raggiunge vertici assoluti nell’essere riuscito a creare un capolavoro con i pochi mezzi disponibili. La richiesta di concepire questa partitura si deve verosimilmente ai Cavalieri della Vergine dei dolori di San Luigi al Palazzo per la Settimana Santa. Secondo la leggenda, Pergolesi terminò lo Stabat nel 1736 scrivendo le ultime note proprio nel giorno della sua morte. La partitura, tra i tanti meriti ed i problemi testuali importanti, costituisce un superamento della tradizione dello Stabat tradizionale Pergolesi, infatti, si concentra soprattutto sulle emozioni dando spazio ad un senso del pathos in coerenza con il testo che – dopo una sospensione per quasi due secoli – era stato reintrodotto nel Missale Romanum da Benedetto XIII nel 1727. Nello Stabat Mater emozioni, effetti sonori e, al tempo stesso, un rigoroso contrappunto coesistono in un equilibrio ideale che ha fatto di questa partitura un esempio per molti compositori per diverse generazioni, costituendo ancora oggi una fonte importante nell’ambito della teoria degli affetti e della retorica musicale in ambito sacro napoletano. L’importanza di questa composizione, spiega come mai il I luglio del 1991 Musica in aulis l’abbia scelta per tenere a battesimo un’attività che si sarebbe rivelata di centrale importanza per la storia della musica eseguita in Alto Adige (e non solo) con più di 600 concerti tenuti in diversi centri della provincia.

     

    L’idea partiva da un principio ben preciso: “se non si conosce una cosa, non la si può apprezzare”

     

    "Musica in aulis – racconta Luigi Costalbano, professore dell’Orchestra Haydn ed eminenza grigia della musica in Alto Adige – è stata fondata in base ad un’esperienza che mio figlio Carlo aveva maturato durante il servizio civile, dove aveva organizzato alcuni incontri musicali organizzati in diversi centri del Trentino per svolgere un compito fondamentale: formare il pubblico. Visto il successo dell’iniziativa, con Carlo e altri due colleghi dell’Orchestra Haydn, la prof.ssa Johanna Wassermann e il Prof. Alessandro Visintini, abbiamo pensato di fare la stessa cosa in Alto Adige. L’idea partiva da un principio ben preciso: “se non si conosce una cosa, non la si può apprezzare” e siccome nella cultura italiana la musica è trascurata, intere fasce di popolazione sono escluse dall’esperienza musicale". Fu così che l’atto costitutivo venne sottoscritto a Bolzano l’8 maggio 1990 e, in poche settimane, tutto era già pronto per un debutto interessante che fu salutato da curiosità e successo.

    "Il nostro obiettivo principale era quello di portare la musica classica anche nei piccoli centri dell’Alto Adige, spesso esclusi dai grandi circuiti. Il desiderio vero era quello di coinvolgere un pubblico che non avesse grandi opportunità di conoscere la musica classica ed il repertorio sinfonico. Ma anche a Bolzano le nostre finalità erano quelle di non limitarci al “solito” pubblico che andava all’auditorium Haydn o nella sala del Conservatorio, ma desideravamo cercare nuove persone da “catturare” per il bene del repertorio classico. Così, in poco tempo, abbiamo esteso l’organizzazione dei concerti a Laives, Bressanone, Ora, Egna, Terlano, Merano, Brunico, Dobbiaco, San Candido e Ortisei. Il nostro impegno consisteva nell’idea di fare incontrare i giovani con forze musicali locali".

    Nei suoi sette lustri di attività, Musica in aulis ha fatto anche molto di più, collaborando con i Conservatori della regione: "Per noi è stato molto importante collaborare con il Conservatorio Monteverdi di Bolzano ed il Conservatorio Bonporti di Trento. Eravamo riusciti a portare l’Orchestra del Monteverdi a San Giacomo, in una sala piena di persone che forse non avevano mai sentito un’orchestra sinfonica dal vivo fino a quel momento. È stata un’esperienza indimenticabile per me", afferma Luigi Costalbano alla veneranda età di 93 anni passati quasi tutti nell’ambito della musica classica e della politica vissuta con grande partecipazione.

    "In tutti questi anni abbiamo vissuto anche momenti memorabili. Abbiamo avuto modo di collaborare anche con il Conservatorio di Parma coi Lieder eines fahrenden Gesellen di Gustav Mahler, andando quindi ben oltre i confini della nostra regione. Ma mi ricordo anche una splendida collaborazione mozartiana con la scuola di musica di Fiesole …".

    Sono seguite poi anche operazioni sperimentali, ricerche repertoriali di ogni tipo: "Mi ricordo – continua Costalbano – che una volta avevamo promosso un concerto affidato ad un coro gregoriano presso la Chiesa dei Domenicani a Bolzano. Avevo paura che il pubblico non avrebbe apprezzato, non avrebbe capito. E invece è stato un grande successo che diede = (ha dato) tante speranze. Poi abbiamo sempre cercato di collaborare con Comuni e con le diverse associazioni del territorio. Certo ci sono stati alti e bassi, anche in relazione ai finanziamenti di cui potevamo disporre. Negli ultimi anni, poi, siamo riusciti a fare cose veramente pregevoli e, se guardo indietro, posso dire che sono stati 35 anni pieni di lavoro, ma anche di soddisfazione".

     

    C’è tanto, tanto bisogno di musica classica, dobbiamo rieducare le orecchie, soprattutto quelle dei giovani ascoltatori.

     

    Certo ci si potrebbe porre la domanda se un’attività artistica come quella di Musica in aulis abbia ancora senso con tutte le proposte che ci sono in Trentino-Alto Adige: "A maggior ragione oggi – esclama Costalbano –. C’è tanto, tanto bisogno di musica classica, dobbiamo rieducare le orecchie, soprattutto quelle dei giovani ascoltatori che, oggi meno di ieri, hanno la possibilitá di mettersi in contatto con il repertorio colto. Se guardo indietro, lo faccio con soddisfazione: Musica in aulis in 35 anni di attività ha promosso una media di 15-20 concerti l’anno e quindi ha dato tante occasioni ai giovani musicisti e altrettante opportunità ad un pubblico “diverso” e periferico di ascoltare musica proposta in un certo modo, visto che i nostri concerti sono spesso introdotti da spiegazioni in italiano ed in tedesco. La musica va capita per essere apprezzata e gli ascoltatori devono essere messi in condizione di poter fruire delle composizioni proposte. Il mio sogno sarebbe coinvolgere almeno 5.000 scolari della scuola pubblica altoatesina con un concerto offerto a tutti i ragazzi delle elementari e in questo spero nell’aiuto del Conservatorio Monteverdi che qui ringrazio per la collaborazione in tutti questi anni".

    Ora resta da chiarire un dubbio relativo al nome. Pur collaborando con questa associazione da diverso tempo mi sono sempre chiesto da dove derivasse questo nome aulico … "In realtà c’è una ragione ben precisa. Tanti anni fa ero stato presidente del consiglio d’Istituto del Liceo scientifico Torricelli di Bolzano. In quella veste avevo conosciuto un ottimo docente di latino al quale mi ero rivolto con un piccolo problema. Volendo evitare di usare un nome tedesco e/o italiano, proprio perché il  punto forte della nostra associazione è (il non guardare) l'andare al di là della natura linguistica e/o etnica delle persone, gli chiesi come si potrebbe tradurre in latino “musica da camera” e la risposta immediata fu: “Musica in aulis”. In quel momento, la nostra associazione andava fuori dagli schemi tradizionali della nostra terra. E tutto ciò mi sembrava assai stimolante".

    Al termine di questo approfondimento con Luigi Costalbano, viene naturalmente istintivo chiedersi se per il futuro ci sia ancora un ruolo per Musica in aulis: "Semmai è proprio oggi che la nostra associazione ha un compito sempre più importante. Ai nostri giorni i ragazzi sono bombardati da musica mediocre, da un repertorio di consumo spesso inconsistente. Preso atto del basso livello della diffusione della musica da camera e della musica sinfonica in Italia, è necessario fare in modo che i ragazzi possano entrare in contatto con la musica classica e la possano poi apprezzare. Ma se non la conoscono non si può verificare il processo di assimilazione. E questo è un lavoro grande e stimolante da fare, un incarico importante in cui la nostra associazione assume un ruolo particolarmente attuale".

    Una grossa fortuna per Musica in aulis è stato anche il sostegno del mondo politico tra cui si segnalano i nomi di «Luis Durnwalder, Remo Ferretti e Bruno Hosp in primis», ma, come ricorda Luigi Costalbano, del comitato d’onore al momento della fondazione «facevano parte personalitá di rilievo non solo a livello locale, come Carlo Corazzola, Hartmann Gallmetzer, Werner Frick, Giovanni Ondertoller, Hubert Stuppner, Luciano Alberti, Michael Frischenschlager, Luciana Abbado Pestalozza, Marc Andreae, Mario Brunello, Michele Campanella, Giuliano Carmignola, Alexander Lonquich, Hermann Michael, Aurèle Nicolet e Franco Rossi". Davvero personalità di rilievo che, coi loro suggerimenti, hanno dato impulsi significativi permettendo a Musica in aulis non solo di mantenere la propria identità, ma di crescere e prepararsi a nuove sfide. Oggi l’associazione, presieduta da Sonya Beretta, giurista di formazione. è pronta a cogliere nuove opportunità per il bene dell’arte dei suoni e di una società complessa in cui la musica possa divenire sempre un luogo di benessere, di gioia e di civiltà.