Cronaca | Regioni

L’Euregio che non piace

L’associazione Gruppo Vivaio Dolomiti esprime le sue perplessità sull’ingresso di Belluno nel Gect Euregio. "Si decida con un referendum provinciale".

L’Euregio gode di popolarità anche fuori della triade direttamente coinvolta? A giudicare dalla presidente della Provincia di Belluno Daniela Larese Filon sembrerebbe di sì. La governatrice avrebbe infatti inviato formale richiesta alla Provincia di Bolzano per far entrare Belluno come socio osservatore nel Gect Euregio. Iniziativa che, tuttavia, ha sollevato forti perplessità fra i componenti dell’associazione apolitica e apartitica Gruppo Vivaio Dolomiti che puntualizza in una nota come ancora non si conosca a dovere il tema dell’Euroregione. I quesiti che avanzano in merito sono i seguenti:

1. Quanto costerebbe tale operazione?

2. Cosa ci guadagna e cosa ci rimette la Provincia di Belluno?

3. Che funzioni avrà Belluno all’interno del Gect, chi gestirà eventuali progetti e amministrerà i fondi?

4. Quando non ci sarà più la Provincia come ente (visto che, sottolinea il Gruppo nella nota, “le manovre del Governo in questo senso appaiono fin troppo chiare”) chi rappresenterà Belluno nell’Euroregione?

5. Perché le Province autonome dovrebbero dividere con Belluno la loro ricchezza  dopo che l'hanno snobbata per anni?

6. "Ci ricordiamo ancora tutti di come Bolzano (soprattutto) abbia cercato per anni di bloccare i fondi Odi (ex Brancher). Perché con l’Euregio le cose dovrebbero cambiare?"

Per ottenere i dovuti chiarimenti il Gruppo chiede a Gianclaudio Bressa, referente politico dell’Alto Adige, e ai presidenti delle Province autonome di Trento e Bolzano, di organizzare un incontro pubblico dove si approfondisca la questione dell’Euroregione, con la partecipazione della Regione Veneto che avrebbe così l’occasione di spiegare di far già parte di un Gruppo europeo di cooperazione transfrontaliera: il Gect “Euregio senza confini r.l.” (composto da Veneto e Friuli Venezia Giulia e dal Land austriaco della Carinzia).

Secondo gli esponenti del Gruppo occorrerebbe indire un referendum provinciale sul tema dell’Euregio e non discuterne “in una stanza chiusa da un organo che non è stato nemmeno eletto dal popolo”.