Società | Immigrazione

Hotel Alpi, proroga in vista

La Signa permetterà con ogni probabilità ai profughi di restare ancora qualche mese nella struttura. La Provincia cerca altre soluzioni.

Sono 160 i profughi ospitati al momento all’Hotel Alpi. Un soggiorno che, ha tenuto a mettere bene in chiaro il plenipotenziario di Benko Heinz Peter Hager, non sarà a tempo indeterminato. L’intenzione, tuttavia, è quella di prorogare il contratto con l’associazione Volontarius (che scade a gennaio), a cui la Signa Holding, proprietaria dell’albergo, ha messo a disposizione la struttura. Ciò significa che i profughi potranno restare all’Alpi ancora qualche mese e di conseguenza verrà posticipata anche la riqualificazione dell’area di via Alto Adige. “Siamo orientati a prorogare il contratto ma questo non può diventare un ostacolo per l’avvio dei lavori”, ha dichiarato Hager al Corriere dell’Alto Adige. Tutto dipenderà da come si chiuderà la tormentata vicenda del Pru, salvato in extremis dall’ex sindaco Luigi Spagnolli. Fino ad allora l’hotel potrà continuare ad essere utilizzato per scopi umanitari. Nel frattempo la Provincia cerca altre soluzioni. Appiano e Castelrotto dovrebbero farsi carico rispettivamente di 52 e 19 rifugiati che ora stazionano all’Alpi e all’ex caserma Gorio, così come conferma al quotidiano sopracitato Luca Critelli, il direttore della ripartizione politiche sociali.

In tema di immigrazione si rende interessante porre l’attenzione, inoltre, su uno studio dei programmi di partito dal 1993 al 2011 condotto dalla ricercatrice dell’Istituto per le minoranze dell’Eurac Verena Wisthaler. Ciò che emerge dall’analisi è che nessuno dei partiti che rappresentano le minoranze tedesche e ladine in Alto Adige ha un inclinazione positiva verso l'immigrazione, che viene vista più come una sfida o addirittura una minaccia per la propria cultura e lingua. SVP, Freiheitlichen, Süd-Tiroler Freiheit e Bürgerunion für Südtirol: in tutti questi partiti prevale dunque un atteggiamento negativo verso l'immigrazione. Il partito dei Freiheitlichen è quello che la rifiuta in maniera più categorica, ma tutti i gruppi, in egual modo, reclamano un maggiore controllo del fenomeno. L'integrazione viene interpretata come un processo attraverso il quale gli immigrati dovrebbero adattarsi agli usi e ai costumi della popolazione locale. La ricerca fa parte di una raccolta di pubblicazioni che consente un curioso confronto con altre regioni nelle quali convivono minoranze linguistiche. Diversa è la situazione in Catalogna e in Scozia, dove l’orientamento agli immigrati è molto più aperto e si tendono a sottolineare gli aspetti positivi del fenomeno in generale. Wisthaler interpreta i risultati della sua ricerca con il pensiero in "gruppi", che rinnova e rafforza costantemente il sistema politico in Alto Adige: gli accordi istituzionali che dividono il potere meticolosamente tra i gruppi linguistici, sottolineano le divisioni etniche e incoraggiano i politici a pensare in programmi divisi. All’interno di questa logica, gli immigrati sono una minaccia per la segmentazione sociale, ma soprattutto per il potere.