Primo Maggio dei lavoratori…
Il Primo Maggio è una delle mie feste preferite… fino a qualche anno fa la passavo a quella che per me era LA festa del Primo Maggio, organizzata dal Comitato Quincho Barrilete sotto le vigne della cantina Mayr a Bolzano. Chi non se la ricorda?
Ma naturalmente il Primo Maggio non è solo un’occasione per una scampagnata. È soprattutto la Festa dei Lavoratori per ricordare tutte le lotte per i diritti dei lavoratori, originariamente nate per la riduzione della giornata lavorativa. Dei lavoratori, appunto, perché si usa il maschile sovraesteso e le lavoratrici sono sottintese. I diritti del lavoro sono i diritti del lavoro sia per lavoratori che per lavoratrici, senza distinzione di genere, giusto?
In realtà, qui il maschile sovraesteso è proprio inappropriato. E non per una questione linguistica, ma perché le differenze dovute al genere nel mondo del lavoro sono davvero sostanziali. Già a partire da chi lavora e chi no: Nel 2022 il tasso di occupazione delle donne Alto Adige è del 69% (uomini 79%), quello di disoccupazione del 3,0% (uomini 1,65%). Comunque, se guardiamo alle donne tra i 25 e i 49 anni che non hanno figlə, il 73,9% ha un lavoro retribuito. Se invece hanno figlə sotto i 6 anni, solo il 59,9% ha un lavoro retribuito. E dove lavorano? Prevalentemente nei lavori di cura (ad esempio le dipendenti nei servizi sociali sono all’87% donne), hanno quindi lavori spesso peggio retribuiti e socialmente meno riconosciuti. Forse questo ci spiega, perché al culmine della carriera (60-65 anni) il reddito annuo medio di una donna è di 25.353€ rispetto al reddito annuo medio di un uomo di 40.660€. Un’altra spiegazione può essere il part-time (da non confondere con il tempo libero, spesso il part-time retribuito serve a lasciare spazio al lavoro di cura non retribuito di figlə e genitori): il 43,1% delle lavoratrici lavorano a orario ridotto (uomini 7,8%). Ricordiamoci poi i redditi e contributi ridotti di conseguenza. In Alto Adige, sempre nel 2022, le donne sono state il 54,3% di aventi diritto a pensioni, ma hanno percepito solo il 41,8% dell’importo complessivo delle pensioni. Hanno una pensione media di 889€ rispetto ai 1.722€ di un uomo (!). Il 37,6% delle donne ha pensioni inferiori a 1.000€ mensili (uomini 14,1%), il 4,2% addirittura inferiore a 500€ mensili (uomini 0,8%). Diverso per le pensioni superiori ai 1.000€ mensili: solo il 5,9% delle donne (uomini 17,7%) le percepisce.*
Non vi tedio con ulteriori statistiche riguardo la disparità salariale, se n’è parlato poco fa in occasione del Equal-Pay-Day. Già così, lo so, sono tante percentuali e forse troppi dati da digerire in una giornata che dovrebbe essere di festa. Ma rendono l’idea e mostrano in modo inequivocabile che quando si parla di gender gap, non si tratta di vaghe percezioni (per taluni distorte) ma di fatti misurabili con ripercussioni reali sulla vita di molte donne. Dietro questi numeri ci siamo noi tutte e tutti, da chi non considera l’autonomia economica una priorità a chi lotta ogni giorno contro le discriminazioni sul posto del lavoro, da chi nega l’evidenza a chi la vede chiaramente in busta paga, da chi vive a chi agisce violenza economica. Ecco, forse potremmo riflettere su cosa cambiare (anche nel nostro piccolo), affinché il Primo Maggio possa diventare per davvero la festa di lavoratrici e lavoratori.
Riporto quanto ho letto, che
Riporto quanto ho letto, che nelle classifiche per la qualità della vita della donna la provincia di Bolzano è al 69 posto, in quelle generali al primo. Tanto c'è da fare in tema violenza e stalking. Gli esami sanitari di prevenzione hanno tempi biblici e i consultori hanno tolto una serie di servizi altri sono comunque a pagamento. Con i costi altissimi della vita le donne sono sempre più costrette a fare rinunce per sostenere la famiglia, figli e genitori anziani, e la situazione peggiora in città.
In risposta a Riporto quanto ho letto, che di Simonetta Lucchi
Wo haben Sie das gelesen?
Wo haben Sie das gelesen?
In risposta a Wo haben Sie das gelesen? di Dennis Loos
Sig. Loos
Sig. Loos
Stiamo discutendo, non penso di dover ogni volta presentare bibliografie, libri e documenti. Pertanto rispondo per l' ultima volta a queste richieste:
(ANSA) - BOLZANO, 12 DIC - "Nell'annuale classifica del Sole 24 ore, la provincia di Bolzano primeggia in tutti gli indicatori sulla qualità della vita con un'eccezione che colpisce, quella sul benessere delle donne". Lo sottolinea la senatrice della Svp e presidente del Gruppo per le Autonomie, Julia Unterberger.
"La nostra provincia si piazza al secondo posto della classifica generale - osserva Unterberger - Tuttavia, secondo questa rilevazione, pur registrando i migliori dati sull'occupazione femminile e su quella delle giovani donne, la nostra provincia è soltanto 69esima nell'indicatore sulla parità di genere".
In risposta a Sig. Loos di Simonetta Lucchi
Es ist also nicht die
Es ist also nicht die Lebensqualität der Frauen, wie Sie behauptet haben, sondern die Gleichstellung zwischen Geschlechtern.