Matteotti spiegato ai bambini
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SALTO: Il suo nuovo libro “Il no di Giacomo” è una storia illustrata per bambini ispirata alla vita di Giacomo Matteotti. Come mai hai deciso di scrivere un libro su questa figura?
Valentina Stecchi: Quest'anno con il centenario della morte di Matteotti molte persone esperte si sono occupate di questa figura, io volevo farlo in una chiave personale ma anche divulgativa, un po' come ho fatto con Lidia Menapace. Ho sempre desiderato fare libri per bambini illustrati e l'idea di fare un libro del genere, con al centro una storia come quella Matteotti, che ha delle tematiche così universali come quella del reagire ai soprusi, mi sembrava perfetto. Così ho deciso di raccontare la storia di questo bambino, Giacomo appunto, che fa la seconda elementare e che prende parola in un momento della vita in cui è veramente difficile affermare sé stessi.
In che modo?
All’interno della classe succede un’ingiustizia e Giacomo, a cui non piacciono le persone prepotenti, decide di prendere parola per dirlo a gran voce. La mia idea era quella di dare un po' di coraggio a quei bambini che hanno voglia di dire quando qualcosa non va. La giovanissima età è il momento migliore in cui fare le prime esperienze di questo tipo. Il «no» del piccolo Giacomo ha il compito di smuovere l’indifferenza delle sue compagne e dei suoi compagni, parla dell’importanza di opporsi e denunciare bullismo, discriminazioni e violenze.
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Oltre a Giacomo, un altro personaggio chiave è Ben, figura ispirata a Benito Mussolini. Come è stata la creazione di questo personaggio in un libro per l’infanzia?
Ben è molto diverso da Giacomo, a livello grafico è un quadrato, mentre Giacomo, come gli altri miei personaggi, è più tondeggiante. I colori sono meno vivaci, lo sguardo è anche molto cupo, però Ben non è proprio il cattivo della storia, è semplicemente il bullo della classe. Ho preso questa scelta per diversi motivi: è una storia per bambini e non volevo demonizzare Ben e nemmeno rappresentare il momento di violenza tra i due; infatti Ben non è violento neanche con gli altri, a parte qualche treccia tirata e qualche merenda mangiata. Non volevo creare un personaggio troppo negativo, per questo ho cercato di rappresentare un po' il bullo in un modo più sensibile, nonostante il rimando sia forte. Il vero nemico della storia è l'indifferenza, non è Ben. La logica è quella di invitare alla partecipazione attiva. Ben è solo quanto Giacomo e quando fa quello che vuole e i bambini non fanno niente per impedirgli di fare il prepotente sembra quasi che Giacomo sia in minoranza, ma non è così! Davanti alle ingiustizie la forza del gruppo è importante, questo era il messaggio che volevo lanciare con il libro.
"Raccontare anche di cattivi, anche quelli veramente tanto cattivi, insegna ai bambini ad affrontarli"
Secondo lei è necessario che i bambini conoscano una storia così forte come quella di Matteotti?
Secondo me c'è un modo per parlare ai bambini di ogni età dei vari argomenti della vita. Ci sono moltissimi libri per l’infanzia che parlano del lutto, delle violenze; quindi, si può trovare una chiave adeguata all'età. Nell'ultima parte del libro do un'infarinatura sulla figura di Matteotti, distinguendo subito la storia del Giacomo del libro dall'evento reale, “C'è stato un altro Giacomo che…”. Le favole sono sempre stato un veicolo per i bambini per conoscere la realtà, non sempre con una morale o un lieto fine ma sicuramente con un'esperienza di vita, per fargli capire anche l’ingiustizia. Raccontare anche di cattivi, anche quelli veramente tanto cattivi, insegna ai bambini ad affrontarli, il tentativo è quello.
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Perché la scelta di un finale aperto?
L'idea è quella di toccare la figura di Matteotti, di celebrare il centenario del suo assassinio ed avvicinarlo al pubblico di bambini senza la violenza che la storia porta con sé. L'idea è quella di riuscire a lasciare una sorta di finale aperto su quello che è il fatto di prendere posizione. Non volevo mettere una fine tragica perché i lettori sono bambini, non volevo che ci fosse una fine positiva perché non è detto che schierarsi porti sempre ad avere ottimi risultati, quindi ho lasciato aperta la possibilità di immaginarsi un finale in cui la collaborazione e il fatto di essere attivi in gruppo fanno sì che non ci siano più soprusi.
In questo libro viene meno la figura di Nina, che è il suo alterego bambino, come è stato lavorare ad una storia senza questo personaggio?
Qualche irruzione c'è, il mio personaggio Nina fa parte della classe nel libro. A volte però è anche bello buttarsi su un libro illustrato e sperimentare.
"Ho lasciato aperta la possibilità di immaginarsi un finale in cui la collaborazione e il fatto di essere attivi in gruppo fanno sì che non ci siano più soprusi".
Come è stato scrivere cimentarsi con un mezzo narrativo nuovo come un libro illustrato per l’infanzia?
Quando da bambina mi chiedevano “cosa vuoi fare da grande?” rispondevo che volevo fare l'illustratrice per l'infanzia, cioè scrivermi i libri da sola. Direi che scriverne uno è stato una bella soddisfazione. Solitamente prima decido cosa voglio dire e poi decido il mezzo per farlo. In questo caso volevo parlare di Matteotti, ma non volevo fare un altro lavoro come con Lidia Menapace sia per una questione di competenze che di tempo, e mi piaceva l’idea di scrivere per un target diverso.
Dopo Lidia Menapace e Giacomo Matteotti qual è la terza figura che ci dobbiamo aspettare?
Mia madre mi dice che devo smetterla di disegnare gente morta… A parte la battuta non lo so, ho tante idee e poco tempo. Nel frattempo, ho anche curato le illustrazioni per Le ragazze del futuro di Serena D'Angelo, Francesco Foti e Marco Vassalotti, che parla di quattro attiviste per il clima under 35, ossia Greta Thunberg, Vanessa Nakate, Luisa Neubauer e Helena Gualinga.
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L'autrice
Valentina Stecchi è una disegnatrice, nata a Bolzano nel 1992. Si occupa di educazione e insegnamento, pittura, illustrazione, satira, ritratto e grafica. Contemporaneamente, collabora come vignettista per il quotidiano Alto Adige. Il suo stile di disegno leggero e allegro è indirizzato ad affrontare con empatia e delicatezza gli argomenti più disparati del quotidiano con particolare attenzione alla memoria, ai diritti umani e alle tematiche di genere. Per la casa editrice People ha pubblicato Lidia (2023), Il no di Giacomo (2024) ed ha illustrato Le ragazze del futuro di Serena D'Angelo, Francesco Foti e Marco Vassalotti (2024).