La parola tedesca “Wahrzeichen” viene tradotta generalmente con simbolo. Applicata a una città indica dunque quella cosa (poniamo un monumento, un edificio) del tutto peculiare che fungerebbe da segno distintivo del luogo. Alcuni esempi: il Colosseo per Roma, la Mole Antonelliana per Torino, il Duomo gotico e pieno di guglie per Milano o la scultura dei Quattro mori per Livorno (avrei potuto dire la Torre pendente di Pisa, ma capirete che non me la sono sentito). E per Bolzano? Qual è o quale sarebbe il Wahrzeichen, il simbolo, il segno distintivo del capoluogo sudtirolese? Qui si pone un problema e il problema mi è parso evidente l'altro giorno (tornavo da un viaggio) quando mi sono trovato davanti al cartello che, oltre a darmi il benvenuto, ritraeva ciò che per chi l'ha fatto dovrebbe segnalare la peculiarità della città, la sua attrazione più caratteristica.
Se togliamo il Walther cosa resta?
Digitando la parola “Bolzano” su Google e scegliendo la categoria “immagini” troviamo parecchie vedute della città dall'alto e soprattutto scorgiamo piazza Walther, con la scultura del menestrello in evidenza. Si tratta di un riferimento apprezzabile, potrebbe servire da Wahrzeichen? In realtà il poeta di bolzanino ha molto poco. Non è nato a Bolzano (anzi: il luogo di nascita non è neppure documentabile con certezza), è vissuto altrove (era un poeta girovago), perlopiù in altri Paesi, e la sua notorietà non è certo sufficiente a renderlo un “simbolo” riconosciuto a chi non s'intende di Medioevo. Neppure la scultura (considerata in sé) suscita un interesse particolare. Fu realizzata alla fine dell'Ottocento da un tal Heinrich Natter (cosa che, peraltro, anche a Bolzano quasi tutti ignorano) e tutto si può dire di lei fuorché si tratti di un capolavoro artistico. Insomma, come simbolo è deboluccio. Infatti a nessuno viene in mente per identificare la città. Stessa sorte toccherebbe al Duomo o – peggio ancora – al fatidico Monumento alla Vittoria, tutta roba poco adatta a rappresentarci in modo univoco (e men che meno in modo “condiviso”). Ma allora cosa resta?
Avere come simbolo una mummia significa che siamo una città di morti?
A questo punto torno al cartello di “benvenuto” che accoglie gli automobilisti entrando in città (almeno quelli che provengono da sud, provenendo da nord mi pare non ci sia nulla). La scelta è caduta su Ötzi, la mummia del Similaun, vale a dire un uomo nato nell'età del rame (all'incirca 5000 anni fa) quando Bolzano – ovviamente – manco esisteva. Certo, il reperto è interessante, è collocato in un museo cittadino (anche se la sua destinazione “finale” è tuttora in discussione...) e, da quando è stato ritrovato, la sua popolarità è cresciuta notevolmente (non si spiegherebbero altrimenti le file per vederlo). Eppure: possiamo dirci con soddisfazione che Bolzano sia la città della mummia? A voler essere cattivi ci potremmo persino giocare su: una città che ha per simbolo una mummia è una città di morti, una città mummificata, no? E in effetti non è che talvolta questi pensieri non affiorino, abitandoci ed essendo esposti a certe discussioni qui ricorrenti. Ecco perché vorrei tanto dar fondo alla mia creatività e immaginarmi un simbolo, se non esaltante, almeno un po' più allegro e consolatorio. Ci penserò su. Voi, intanto, avete delle proposte?