Ambiente | Il gruppo di lavoro composto da rappresentanti di enti e società che non hanno brillato di certo in passato per le scelte della mobilità alternativa

Mobilità alternativa in Alto Adige: quale si vuole realmente e con quale grado di partecipazione dei cittadini?

L’assessore Mussner ha accennato in un recente dibattito in Consiglio Provinciale che esiste il “gruppo di lavoro Green Mobility” istituito con la delibera 1156/2015.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale dell’autore e non necessariamente quella della redazione di SALTO.

In occasione del recente dibattito in Consiglio Provinciale in merito alla mozione sulla mobilità elettrica 2030+ presentato dai Freiheitlichen, poi bocciata, l’assessore Mussner ha accennato che già esiste il “gruppo di lavoro Green Mobility” istituito con la delibera della Giunta Provinciale altoatesina n. 1156 del 6.10.2015.

Andando a spulciare questa delibera, il gruppo ha svariati compiti:

- Definizione ed elaborazione di strategie e misure per la mobilità sostenibile per la Giunta Provinciale e per i partner coinvolti;
- Preparazione del processo decisionale riguardante atti o delibere della Pubblica Amministrazione;
- Monitoraggio dell’esecuzione delle strategie e delle misure;
- Coordinamento dei diversi ambiti e delle azioni;

Il Gruppo di lavoro, entro sei mesi, presenta un piano con strategie e misure alla Giunta Provinciale.

Ma chi è stato chiamato a far parte di questo gruppo di lavoro? Ecco:

2. Il Gruppo di lavoro è composto da almeno un/a rappresentante delle seguenti organizzazioni:

- Ripartizione Mobilità
- Dipartimento Sviluppo del territorio, Ambiente ed Energia
- Ripartizione Economia
- Consorzio dei Comuni
- BLS fino al 31.12.2015 / STA dopo il 01.01.2016
- IIT
- SEV – Unione Energia
- la nuova società che nascerà dalla fusione tra SEL/AEW (fino alla fusione un rappresentante per SEL e uno per AEW, dopo la fusione almeno uno). In aggiunta a questi rappresentanti permanenti possono essere convocati caso per caso rappresentanti di organizzazioni o istituti specializzati.

La presidenza di questo Gruppo di lavoro assume il dipartimento Sviluppo del territorio, Ambiente ed Energia.

Nelle premesse si legge che la mobilità sostenibile si realizza “… in particolare modo attraverso:

prezzi corretti ed efficienti adottando il principio di «chi inquina paga»;
- utilizzo di innovazioni tecniche incentivando trazioni/carburanti alternativi per aumentare la sicurezza stradale e diminuire l’impatto ambientale;
- l’elettrificazione del traffico motorizzato e l’utilizzo di energie rinnovabili ed efficienti per creare un sistema di trasporti sostenibile ed ecocompatibile (migliorare il traffico); …”

Nella delibera, citando il Piano Clima 2050, si precisa che “Nel settore dei trasporti, il fabbisogno energetico è coperto in larga parte da grandi quantitativi di energie fossili, che al momento non è possibile né sostituire integralmente, né ridurre in maniera consistente a causa dell’assenza di alternative praticabili. Questo significa che il settore dei trasporti è uno dei principali responsabili delle emissioni di CO2 in Alto Adige”.

Una lunga premessa, ma necessaria. Primo dubbio: il “paper” che sarà presentato alla Giunta è vincolante per la stessa? Stando a quando detto dall'Assessore Mussner, sì. Obiettivi e misure saranno altresì vincolanti per l’Amministrazione Provinciale.?

Andiamo a vedere i partecipanti e si scopre che il tutto sembrerebbe nettamente sbilanciato verso la mobilità elettrica, quindi incanalato in quell’euforia elettrica che permea oggi la politica in generale. Peccato che spesso poi la realtà dei fatti e del mercato siano ben lontani. Inutile stare a raccontare delle sonore cantonate che si sono rivelate certe previsioni di qualche anno fa secondo cui oggi dovremmo avere solo mezzi elettrici. Pochi attenti osservatori, mai ascoltati, si erano già resi conto delle emerite bufale di tanti media e pseudo-esperti. Beninteso, è bene affrontare scenari della e-mobility, ma anche bisogna essere consci che lo sviluppo annunciato non c’è stato neanche lontanamente rispetto anche alle previsioni più caute.

Altro punto interrogativo: i membri di tale gruppo di lavoro cosa hanno fatto in passato per la mobilità ecologica con riferimento a quella privata e quella pubblica su strada? Beh, direi assai pochino eccetto, ovviamente, l'IIT. La Provincia, presente con tre rappresentanti, pare avvolta dal mantra dell’idrogeno dimenticando letteralmente tutto il resto. E’ semplicemente un dato di fatto. Il Consorzio dei Comuni? Non risulta pervenuto. BLS: iniziativa sulla e-mobility ma in un panorama come quello indicato nel precedente paragrafo. SEV: non ricordo nulla. Le fusionande Aew e Sel invece negli ultimi anni si sono giusto “dimenticate” di sviluppare la rete di rifornimento del metano come ha invece fatto la Tigas in Tirolo. La prima aveva il progetto DoGas finito letteralmente nella polvere, la seconda non si è mai posta il problema. La somma di due zeri non può che dare zero, escludendo qualche colonnina elettrica impianta di recente per la manciata di auto EV in circolazione. Più un azione di p.r. “green” che altro.

Leggo che “In aggiunta a questi rappresentanti permanenti possono essere convocati caso per caso rappresentanti di organizzazioni o istituti specializzati.” Chiaro che chi appare tagliato fuori sono i semplici cittadini alla pari delle associazioni ambientaliste che, salvo qualche sparuta apparizione, da queste tematiche della mobilità sostenibile hanno brillato per la loro totale assenza. Perché forse non hanno niente da dire o perché non hanno mai approfondito tali tematiche?

Ma chi, come l’estensore di queste righe, da anni contesta talune scelte (scellerate, e lo sono) sulla mobilità pubblica, rimarrà praticamente fuori dalla porta? Sia mai che possa "disturbare" i fantasmagorici piani della mobilità sostenibile fatta da 5 bus a idrogeno (forse 25 fra qualche anno) e da… centinaia di bus a gasolio. Sto aspettando da almeno cinque anni che qualcuno si prenda le responsabilità di queste scelte. Quella politica è chiaramente dell’ex assessore Widmann, aggiungendo pure quei politici politicanti che si recarono a Nantes a vedere il Metrobus francese (manco si sono accorti che lì il Metrobus è a metano…), quella operativa rimane invece nel limbo nebbioso delle aziende di tpl dove evidentemente scarseggia l'inchiostro per rispondere o manca qualche Eurocent per chiamarmi.

Ma dov’è la partecipazione pubblica? L’ho detto molte volte che fin troppe decisioni in merito sono state prese in “camera caritatis” e manco si sa poi chi le ha prese.

Bene, un po’ di temi voglio porli a questo tavolo:

  • Che tipologia di bus si compreranno nel 2016 o 2017? Pare siano tutti a gasolio…
  • Come si intendono “pilotare” le aziende di tpl quando compreranno da sé i bus nuovi?
  • Bus interurbani a metano: ne avete sentito mai parlare? Pare sia un tema sconosciuto alle stesse aziende di tpl...
  • Quali sono i piani di ampliamento della rete dei distributori di metano? Siamo a quota 12, in Tirolo a… 27.
  • Qualche idea sul biometano? Tema mai entrato nell’agenda politico-amministrativa altoatesina.
  • Metano liquido: si ha intenzione di far qualcosa? Anche in questo campo finora zero assoluto e si è persa l’occasione di fare qualcosa con il progetto Bluecorridor.
  • Trasporto pesante a metano: si ha qualche idea o si è ancora nella convinzione che i “camion a metano” non esistono?
  • Distributori di metano in autostrada: secondo i piani di A22 del 2007 oggi dovremmo averne ben dodici, ma siamo fermi a miseri 3.
  • Idrometano: già nel dimenticatoio?
  • Power-To-Gas: nessuna idea in proposito? 

Giusto per gradire. Se ne vorrà parlare? Oppure tutti sono troppo obnubilati dall’idrogeno e da una mobilità elettrica che non sta partendo? È Giusto parlare di mobilità del futuro, ma la realtà offre già oggi le tecnologie “ponte” per renderla più sostenibile. Quindi il tema va affrontato su più livelli e su più “binari”.

Il problema in questo ragionamento? Semplice: affrontare i temi di cui sopra vorrebbe dire ammettere d’aver perso non un treno, ma diversi treni negli anni scorsi. Si avrà insomma il coraggio di discuterne? Perché se non si farà un minimo di autocritica, è già chiaro fin da ora quali indicazioni darà tale gruppo di lavoro.

Bene, anche se non è elegante auto-invitarsi, attendo l’invito a parlarne, ma magari si organizzino anche serate informative e di dibattito pubblico, che peraltro chiedo da un lustro. Fa specie che da una parte si stia creando un “monstrum” partecipativo come il “convento per l’autonomia” con decine di manifestazioni pubbliche e la cosa mi lascia molto, ma molto perplesso. Sui problemi concreti però la partecipazione è invece forse considerata come una “fastidiosa interferenza”?

Fra l'altro sono ormai trascorsi due mesi dalla creazione di questo gruppo di lavoro che dovrebbe elaborare proposte entro il 6 aprile 2016, ma cosa ha fatto e cosa sta facendo? Parlare di trasparenza mi sembra eccessivo visto il silenzio assoluto su tale gruppo di lavoro. Sempre grato per un riscontro, s'intende.