Non è un paese per vecchi
“La consulta giovani è uno strumento antiquato”, aveva detto in un’intervista a salto.bz Alessandro Huber (Pd) poco più di un mese fa rispondendo al collega di partito Sandro Repetto che chiedeva lumi su un organismo di fatto mai attivatosi propriamente. Un’affermazione, quella di Huber, considerata troppo sommaria da alcuni ragazzi che hanno dedicato un anno di lavoro a un progetto concreto: quello di individuare nuovi strumenti per dare più voce ai loro coetanei all’interno dei processi decisionali della città. “Non ve ne accorgete, ma noi ci siamo”, sembra essere il messaggio diretto alla compagine politica del capoluogo.
Si tratta di un gruppo di lavoro che ha coinvolto circa una quindicina di giovani leve fra i 17 e i 24 anni sulla base delle candidature ricevute (ma senza nomine) per quella che avrebbe dovuto essere la consulta giovani prevista dallo statuto comunale. Oggi, 18 dicembre, all’Archivio storico di Bolzano, nel corso di una conferenza stampa a cui ha partecipato anche l’ex assessore comunale Mauro Randi sono stati presentati i risultati raggiunti. “La consulta è stata lanciata due anni fa ma le modalità con le quali è stata inizialmente definita la partecipazione dei giovani alla vita cittadina non corrispondeva più, di fatto, alle loro effettive esigenze” - spiega Stefano Santoro, direttore dell'Ufficio Famiglia Donna e Gioventù del Comune di Bolzano, che aggiunge: “i ragazzi hanno lavorato in piena autonomia senza alcuna forzatura da parte di alcuno”. Quello che emerge dall'analisi di questo progetto è la necessità di modificare, dunque, l’attuale statuto comunale.
Il percorso del gruppo di lavoro è stato condotto da Daniel Benelli - selezionato tramite bando pubblico -, nel ruolo di “facilitatore”. Circa 250 ragazzi - fra loro anche i cosiddetti “nuovi” cittadini, come quelli di seconda generazione - hanno risposto a un questionario diffuso attraverso varie reti di contatti, come e-mail e social network, e con l’ausilio di un volantino fatto recapitare presso alcune istituzioni cittadine, come scuole, università, centri giovani. L’obiettivo è quello di raccogliere spunti e opinioni al fine di formulare una proposta efficace e condivisa da presentare alla prossima amministrazione comunale. Qualche dato: il 76,2% degli intervistati si prenderebbe il tempo per informarsi ed eventualmente votare i componenti della consulta, i quali, secondo i risultati del sondaggio, dovrebbero avere alcune caratteristiche ben definite come l’intraprendenza, l’onestà, l’affidabilità, la coerenza, il bilinguismo e una forte motivazione. L’83,6% di chi ha risposto al questionario, inoltre, si rivolgerebbe alla consulta per promuovere un tema di discussione legato alla vita da cittadino bolzanino.
Il gruppo di lavoro, che si è riunito in tutto circa una quindicina di volte, ha elaborato alcune idee grazie anche al confronto con la consulta giovani di Merano e di Bressanone e con la consulta giovani provinciale in lingua italiana del mandato appena concluso. La “consulta ideale”, secondo i diretti interessati, dovrebbe fare da tramite fra le istituzioni cittadine e i giovani fra i 14 e i 30 anni ed essere un punto di riferimento per diverse tematiche, da quelle tradizionali (scuola, tempo libero, sport, ecc.) a quelle relative ad altri ambiti come lavoro, abitazione e mobilità. La composizione della futura consulta - dicono i quattro giovani rappresentanti del gruppo di lavoro - dovrà essere composta da 16 persone (con un mandato di 3 anni) che verrebbero per metà nominate dal Comune e per metà attraverso un’elezione diretta da parte dei giovani bolzanini.
Per scongiurare una scarsa partecipazione dei membri della consulta, il team propone di introdurre degli incentivi sotto forma di benefit culturali come gli abbonamenti per il teatro, oppure “organizzare un’esperienza premio annuale” per il gruppo, come un viaggio premio per conoscere altre realtà giovanili, una soluzione che potrebbe prevedere anche l’utilizzo di finanziamenti europei diretti come l’Erasmus. Utile, comunque, secondo i ragazzi, sarebbe prevedere l’assegnazione di un budget, anche simbolico, al fine di motivare i membri della consulta. E ancora: mantenere un mandato pluriennale ma con un ricambio annuale di parte dei componenti.
Fra le altre proposte ci sono quelle di aumentare i poteri della consulta, individuando, ad esempio, alcuni temi chiave su cui il Comune debba necessariamente sentire il parere del gruppo; partecipare alle commissioni tematiche del Comune; organizzare un evento fisso annuale, una “giornata dei giovani” per raccogliere osservazioni su cui lavorare successivamente; individuare un portavoce. Il messaggio, insomma, è stato lanciato piuttosto chiaramente, se qualcuno, tuttavia, lo raccoglierà è ancora tutto da vedere.
Qui i risultati del sondaggio in dettaglio.