Politics | Landtag

Non c'è due senza tre

Negli ultimi dieci anni sono state approvate tre mozioni sull'abolizione del Commissariato del Governo, una per ogni legislatura. Ma il modello Aosta resta un miraggio.
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Foto: Ministero dell'Interno
  • Repetita iuvant, dicevano i latini. E così, a ogni legislatura, la Süd-Tiroler Freiheit presenta una mozione sull’abolizione del Commissariato del Governo (il “Prefetto” per l’Alto Adige, cui spetta tra le altre cose il coordinamento delle forze dell’ordine). Lo ha fatto anche ieri (6 giugno) incassando il voto favorevole del Consiglio provinciale di Bolzano con 10 voti a favore — STF, JWA, Renate Holzeisen, Thomas Widmann, Andreas Leiter Reber e l’assessora Ulli Mair (Freiheitliche) — e 5 astensioni (tra cui i Verdi), mentre 19 non hanno partecipato al voto: SVP, Fratelli d’Italia, Lega, Civica, Team K e PD. “Si invita la Giunta provinciale ad avviare delle trattative con il Consiglio dei ministri e il Governo al fine di abolire il Commissariato del Governo a Bolzano, e a far trasferire dette competenze alla Provincia autonoma di Bolzano, seguendo l’esempio della Val D’Aosta”, recita la mozione, citando il caso della Valle d’Aosta dove il Presidente della Regione esercita le funzioni del Prefetto. "Ma non è un tema incluso nell’attuale riforma dello Statuto e nel ripristino delle competenze su cui abbiamo l’accordo con il Governo", ha ribadito il Landeshauptmann Arno Kompatscher.

  • Sven Knoll, consigliere provinciale della Süd-Tiroler Freiheit: presentatore seriale di mozioni per abolire il Prefetto della Provincia di Bolzano. Foto: Seehauserfoto
  • Già dieci anni fa, il 16 aprile 2014, il Landtag approvò a maggioranza una mozione analoga proposta dalla Süd-Tiroler Freiheit che prevedeva di abolire il Commissariato del Governo a Bolzano, con la medesima formulazione: “Il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano delibera di sollecitare la Giunta provinciale ad avviare delle trattative con il Consiglio dei ministri e il Governo al fine di abolire il Commissariato del Governo di Bolzano e far trasferire dette competenze alla Provincia di Bolzano, seguendo l'esempio della Val D’Aosta”. In quell’occasione fu approvata con 27 voti favorevoli (SVP, Freiheitliche, Süd-Tiroler Freiheit, Verdi e l’allora pentastellato Köllensperger) e soli 3 voti contrari: Alessandro Urzì nonché Roberto Bizzo e Christian Tommasini del PD, parte della maggioranza di governo.

  • Lega, in cinque anni dal sì al no

    Altro giro altra corsa. Cinque anni più tardi, il 4 luglio 2019, fu approvata dall’aula la mozione presentata da Sven Knoll della STF, “Diritto incondizionato all’uso della lingua tedesca in provincia di Bolzano” compreso l’ultimo punto: “Il Consiglio provinciale rinnova la richiesta di trasferimento delle competenze del Commissariato del Governo al presidente della Provincia e invita la Giunta provinciale ad avviare al riguardo trattative con il Governo”. Il Consiglio diede il via libera con 29 sì (Verdi e Team K compresi) e 2 astenutiSandro Repetto del PD e Diego Nicolini del Movimento Cinque Stelle. Degno di nota fu l’assenso della Lega il cui leader, Matteo Salvini, era allora Ministro dell’Interno: Massimo Bessone uscì dall’aula, Giuliano Vettorato, Carlo Vettori e Rita Mattei invece votarono per il passaggio. Passaggio, neanche a dirlo, mai avvenuto nonostante l’appoggio del partito di governo a Roma.

  • (da sx) Christian Bianchi, Arno Kompatscher e Christian Tommasini: da assessori, sia Bianchi che Tommasini hanno espresso la propria contrarietà all'abolizione del Commissariato del Governo. Foto: Usp/mb
  • A cinque anni di distanza, l’assessore Christian Bianchi (eletto con la Lega) ha avuto ieri una posizione di tutt’altro tenore, definendo la mozione “un atto provocatorio delle destre tedesche di eliminare lo Stato dall’Alto Adige, una azione propagandistica che, e questa è la bella notizia, non ha trovato sponda nella maggioranza che governa la Provincia di Bolzano, che a questo voto non ha partecipato (a eccezione di Ulli Mair, ndr) proprio per non dare alcun peso. In Alto Adige la presenza del Prefetto è regolamentata dalla legge e prevista dallo Statuto di Autonomia”. Per Bianchi “chi ha fatto questa proposta sono gli stessi che non riconoscono lo Stato Italiano, che dichiarano di volere l’autodeterminazione, che in loro ogni discorso disprezzano la nostra nazione” ma “noi italiani in Consiglio provinciale, ma anche fuori, noi tutti cittadini, non ci facciamo intimidire da queste azioni propagandistiche, e continueremo a sventolare orgogliosamente il nostro tricolore, ogni volta che ne abbiamo il desiderio”.