Politics | Dal Landtag

“Via la Prefettura”

La proposta di Stf incassa l’ok dell’Aula, Lega compresa. Si astengono Pd e M5s. L’obiettivo è il passaggio di competenze dal Commissariato del governo alla Provincia.
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Foto: gov.it

Le competenze del Commissariato del Governo passino alla Provincia, la proposta non è nuova, ma questa volta, in consiglio provinciale, qualcosa si è mosso. La scintilla è la mozione di Sven Knoll (Südtiroler Freiheit), approvata dall’Aula, “Diritto incondizionato all’uso della lingua tedesca in provincia di Bolzano”, il cui ultimo punto chiedeva di rinnovare la richiesta di trasferimento delle competenze della Prefettura al presidente della Provincia e invitava la giunta ad avviare al riguardo trattative con il governo. Il consiglio ha dato il via libera con 29 sì e due astenuti, Sandro Repetto del Pd e Diego Nicolini del Movimento 5 stelle. Degno di nota l’assenso della Lega il cui leader, Matteo Salvini è ministro dell’Interno ed è a lui che risponde il prefetto. Massimo Bessone è uscito dall’aula, Giuliano Vettorato, Carlo Vettori e Rita Mattei invece hanno votato per il passaggio. Ora l’attuale commissario del governo, Vito Cusumano, sarà invitato in Aula per un’audizione, ma va detto che servirà comunque l’ok del governo per toccare le competenze.

Franz Locher della Svp non si lascia scappare l’occasione di tornare sulla soluzione di una polizia provinciale perché “manca la volontà, da parte delle forze dell’ordine, di usare l’altra lingua, e si tratta di un atto di forza”. Ulli Mair dei Freiheitlichen chiede che le forze dell’ordine siano dotate del taser. “Continuare a parlare di insicurezza ‘percepita’ o affermare che l'Alto Adige non ha problemi di sicurezza rasenta il cinismo”, afferma l’esponente della destra tedesca. La parte dispositiva della mozione che propone strumenti “al passo coi tempi” è stata approvata all’unanimità, senza riferimento specifico al taser.

Nel suo intervento Knoll sottolinea che sono sempre di più gli ambiti della vita pubblica in cui la lingua tedesca cede il passo a quella italiana, dai colloqui con agenti di polizia che non conoscono o non vogliono parlare il tedesco a impiegati delle poste che pure non ne hanno padronanza, da medici e infermieri che parlano solo italiano mentre quelli che parlano solo tedesco vengono licenziati a cartelle cliniche solo in italiano, da foglietti illustrativi di medicinali solo in italiano a documentazione fiscale e relativi modelli pure monolingui, da compagnie assicurative e telefoniche con servizi solo in italiano a numeri di assistenza che rimandano a call center in Italia meridionale, dove nessuno parla tedesco, da autisti di bus che non conoscono il tedesco a fatture emesse solo in italiano.

“Molte di queste situazioni vengono ormai date per scontate e accettate, invece che sanzionate, tanto che ci si è così abituati alla situazione che spesso non viene nemmeno più rivendicato il diritto all'uso della lingua tedesca oppure, se lo si rivendica, si è bollati come ribelli o retrogradi. Le conseguenze di tutto ciò (in parte già visibili) sono l’adozione di provvedimenti in deroga per legittimare l'inosservanza delle disposizioni di legge su lingua e proporzionale a danno della popolazione tedesca, e col passare del tempo le deroghe diventano la norma”, così Knoll. “Il diritto ad esprimersi nella madrelingua va garantito sempre e questo vale anche per l’italiano”, sentenzia il presidente Arno Kompatscher.