Sports | Hockey

"Il derby è sempre un'altra storia"

In vista dell'attesissima partita di stasera (venerdì 10) a Brunico parla il capitano dell'HCB Bolzano Foxes, Daniel Frank. "Un match che vale più dei 3 punti. Il futuro? Non sono ancora al 100% dopo gli infortuni, vorrei continuare 5-6 anni".
Daniel Frank
Foto: Carlo Bassetti
  • Mercoledì sera l'HCB ha giocato in casa la penultima partita del girone di Champions Hockey League, subendo una sconfitta per 3-2 contro l'ERC Ingolstadt. Nonostante i Foxes fossero in vantaggio per 2-0, i tedeschi, campioni in carica della regular season DEL, hanno saputo rimontare e ribaltare il risultato. Una partita combattuta, che il capitano Daniel Frank ha definito come un'occasione persa, ma che ha comunque dimostrato la capacità dell'HCB di competere ad altissimi livelli. Giovedì abbiamo assistito all'allenamento della squadra. Nonostante la stanchezza accumulata in CHL e l'ìmminenza del derby, la sessione, convocata da coach Kleinendorst alle 11:30, è stata tutt'altro che leggera, a testimonianza della mentalità di lavoro e crescita che permea lo spogliatoio.

  • Foto: Carlo Bassetti
  • Tutta l'attenzione è ora rivolta a venerdì sera (10 ottobre), quando l'HCB affronterà in trasferta una delle partite più sentite della stagione: il derby contro l'HC Pustertal Wölfe a Brunico (qui l'intervista a Daniel Glira).

    I Foxes si presentano all'Intercable Arena forti della vetta in classifica in ICEHL e di una serie aperta di sei vittorie consecutive in campionato. Questo slancio è culminato nelle recenti vittorie contro il Salisburgo (4-1 in trasferta) e Lubiana (4-2 in casa), dimostrando un'eccellente forma.

    La squadra biancorossa affronterà però il miglior Pustertal dal suo ingresso in Lega. I Lupi, attualmente al quarto posto in classifica, hanno dimostrato grande solidità, in particolare in trasferta, dove hanno ottenuto tre vittorie su tre. La squadra di Brunico è reduce da una vittoria all'overtime (5-4) contro il Vienna Capitals e da un successo per 3-1 sul ghiaccio del Fehervar. La loro forza offensiva è guidata da innesti di alto livello come Cole Bardreau e Henry Bowlby.

    A fine allenamento abbiamo intervistato il leader e il simbolo di questa squadra, il capitano dell'HCB Bolzano Foxes, Daniel Frank. Lo abbiamo atteso volentieri mentre sul ghiaccio provava l’ultima cinquantina di tiri e movimenti nello slot, assieme agli ultimi tre quattro giocatori impegnati in esercizi personali. Un esempio di impegno e professionalità che conosciamo bene.

  • ICEHL e Obiettivi Stagionali

    Foto: Carlo Bassetti

    SALTO: Capitano, iniziamo con un ragionamento sulla ICE Hockey League dopo i primi sette turni. Siete in testa con una serie di sei vittorie, un risultato che ha cambiato la percezione degli equilibri in campionato. Non si parla più solo di Salisburgo o magari di Lubiana come grande novità...

    Daniel Frank: Prima di tutto, è un fatto certo: la ICEHL di quest’anno è molto più forte dell'anno scorso. Non si può più dire che ci sono magari due o tre squadre più forti; quest’anno nel gruppo di testa ci mettiamo tranquillamente sei-sette squadre: c’è equilibrio e si vede. Salisburgo è fortissimo come sempre, Klagenfurt pure, Lubiana ha messo su una bella squadra e anche noi siamo una bella squadra, molto più forte dell'anno scorso ... poi ce ne sono alcuni altri. Vedi Vienna che va su e giù… Non ci sono squadre deboli o leggere. Dobbiamo stare attenti in ogni singola partita; dobbiamo semplicemente pensare a noi e guardare a noi, perché siamo noi che dobbiamo far crescere la squadra e tutto il sistema. In questo, gli avversari contano poco.

    Quest’anno c’è anche la Champions League, esperienza di grande livello con squadre top europee. Fino a qualche anno fa la partecipazione in Champions era quasi andare a timbrare il cartellino, una specie di passerella su palchi inarrivabili. Quest’anno avete combattuto e conteso ogni partita, portando a casa anche vittorie importanti. Il livello alto si è visto anche nell’ultima contro Ingolstadt. Partita combattuta e che si poteva anche vincere contro la squadra che l’anno scorso ha conquistato la regular season in DEL. Cosa significa confrontarsi con quel tipo di gioco, dove si vedono sistemi veramente molto diversi?

    Innanzitutto, le sei avversarie che abbiamo incontrato nel sistema del girone unico erano sei squadre fortissime. Veramente il top. Basta guardare il Frölunda, la squadra che ha vinto più volte la CHL... Io dico che finora abbiamo fatto davvero una bella prestazione. Peccato, certo, per la partita contro l'Ingolstadt, perché si poteva portare a casa. E se vincevamo quella, avevamo le chance per andare avanti. Ma nell’insieme, abbiamo fatto davvero una bella figura. Abbiamo risposto ai tanti che, questa estate, visto il calendario e gli avversari, dicevano: "Se portate a casa qualche punto, dovreste essere contenti!". Sbagliavano: noi non partecipiamo così, noi vogliamo vincere. Per quello dispiace veramente per Ingolstadt: eravamo avanti 2-0, hanno pareggiato per colpa nostra. Doveva andare diversamente.

  • Foto: Carlo Bassetti
  • Squadra e Leadership

    Siamo molto colpiti dalla capacità di raddrizzare le partite in corsa, con grinta, ma anche con le giuste mosse tattiche. Negli ultimi anni, quando una partita non andava sul binario giusto, spesso arrivava la sconfitta. Quest’anno non è così. Qual è l'apporto del coach in questo? Si può lavorare con la squadra durante la partita per ribaltare un risultato? 

    Senza dubbio c’è tanto l'allenatore e soprattutto la sua franchezza e onestà nel parlarci. Per il resto, credo sia la qualità del gruppo. Quest’anno ci è capitato alcune volte di andare sotto 1-0, 2-0, ma se giochiamo meglio la rimonta è lì e noi vogliamo andarla a prenderla. Questo è veramente bello: il gruppo ci tiene a vincere, senza dubbio. Abbiamo giocato male il primo tempo? Bene, andiamo e vinciamo nel secondo e nel terzo. Questa è la mentalità giusta e questa mentalità è nel nostro spogliatoio.

    A proposito di spogliatoio: quest'anno avete un gruppo molto vario e di livello. Ci sono due giocatori giovanissimi che sono utilizzati con continuità (Brunner e Larcher), il nocciolo duro dei confermati e assestati, e si sono aggiunti innesti stranieri con esperienza nei campionati più importanti del mondo. Uno spogliatoio piuttosto variegato, se non complicato. Oltre all'esempio di rimanere a tirare ancora una cinquantina di dischi alla fine dell'allenamento, qual è il suo ruolo e la sua presenza da capitano in un gruppo così? 

    Mah, quest’anno non è difficile. Sì, abbiamo campioni che hanno giocato nelle più grandi leghe professionistiche... ma guarda come lavorano! Non è che un giocatore possa pensare di venire qua in vacanza in Italia, pensando "io ho giocato le Olimpiadi, ho giocato in NHL... cavolo volete da me?".

    Mi sembra una vaga allusione all’anno scorso...

    (Sorride ma si cuce la bocca). Quest’anno abbiamo davvero tanti grandi giocatori che fin dal primo momento in cui sono entrati in spogliatoio era chiaro che fossero qui per lavorare. Sono qui per lavorare, crescere e vincere. Poi si sono anche resi conto di cosa significhi giocare per il Bolzano, in questo palazzo e con questo tifo. Per questo oggi si divertono e vogliono vincere ancora di più , perché Bolzano in questo è una cosa speciale.

    Parliamo di vincere e di obiettivi. È la Sua quarta stagione da capitano. In passato ha dichiarato che l'obiettivo è provare ad alzare una coppa da capitano. Potrebbe essere l’anno buono? 

    Sì, ma secondo me anche gli scorsi anni avevamo la squadra. Abbiamo giocato buone stagioni... Ricordiamo tutti la sconfitta in casa in Gara 7 di finale, dopo essere stati in vantaggio 1-0. È il ricordo più brutto. C’è anche davvero voglia di rivincita. Dobbiamo pensare non solo a vincere, ma al processo che porta alla vittoria. Se siamo qui per vincere — e lo siamo — dobbiamo portarci a essere pronti a febbraio. È del tutto inutile una serie di dieci vittorie oggi e arrivare a febbraio con problemi in squadra. Ci vuole il giusto processo con la giusta chimica per migliorare e vincere.

  • Derby e Percorso Personale

    Foto: Carlo Bassetti

    Parliamo del derby a Brunico di venerdì. Per i tifosi ha un valore emotivo particolare. A questo primo derby stagionale arrivano un Bolzano capolista e certamente il miglior Pustertal dal suo ingresso in lega. Lei ci va da capitano: a livello mentale questo cosa comporta? Si va e si gioca come se si giocasse a Budapest o a Linz? 

    No. Diciamo che è diverso. È di più. La gente, gli stadi pieni, tutto quello che c’è fuori dallo stadio la sera del derby. E si va in campo quella sera anche per dimostrare chi della nostra terra è il numero uno in lega. Ovviamente i tre punti valgono tre punti, però c’è quell’extra in più. La mattina ci si alza e "Ah! Oggi, figata, cavolo, oggi derby!".

    Ancora una domanda su di lei: l'inizio della stagione è molto positivo. L'anno scorso, con le difficoltà dell'infortunio e della brutta commozione cerebrale, è stato un anno duro. Quest’anno sta mettendo in campo buona brillantezza a completare il suo naturale senso della posizione. Come si sente? Qual è il suo percorso tecnico e fisico? 

    Ma, sicuramente c'è ancora da lavorarci. Non sono ancora al punto di dire di essere tornato quello di due anni fa, prima dei due infortuni. Mi manca ancora un po’, forse fisicamente e forse anche mentalmente. Però sento anche di aver imboccato la strada giusta e che tornerò al massimo. Questo avviene soprattutto perché ho un grande supporto da parte della squadra e dello staff. Però è ovvio che ci sia quel retropensiero che, se succede di nuovo un incidente di quel tipo, al 99% è la fine della carriera. E sia chiaro, ho 31 anni e voglio giocare ancora minimo cinque, sei anni. Quindi ce la metto tutta e soprattutto sto alla larga da quel pensiero.