La mozione della discordia

È, giocoforza, una levata di scudi, quella contro la mozione dei Freiheitlichen che impegna la giunta provinciale a procedere con una “schedatura etnica” negli asili e nelle scuole per rilevare la lingua madre dei bambini al momento dell’iscrizione. Va detto che quella di poter fare una scrematura fra le iscrizioni è un’iniziativa che finora non è mai andata a segno in quanto la dichiarazione linguistica è protetta dalla privacy. Ostacolo in questo caso bypassato dal momento che la rilevazione verrebbe effettuata “previo assenso del garante per la privacy”.
Non basta comunque a smorzare le polemiche il fatto che la mozione - votata dalla maggioranza in consiglio provinciale, con la Svp schierata insieme ai secessionisti della destra tedesca e il Pd, al contrario, che si smarca con i Verdi e il centrodestra rappresentato da Alto Adige nel cuore - dichiari di voler solo “ottenere chiari dati statistici sulla realtà linguistica nell’ambito della formazione”. Il fine ultimo, dichiara Tamara Oberhofer, prima firmataria del documento, è quello di garantire il diritto all’insegnamento nella propria madrelingua.
Fra le reazioni pervenute quella dei candidati alla segreteria del Pd Alessandro Huber e Uwe Staffler. “Le famiglie rifiutino di rispondere al sondaggio etnico che marchia i bambini, rifiutiamoci tutti. Per la nostra splendida comunità questa è una vergogna. Una pagina nera. Mettiamo in pratica davvero nelle nostre vite l'insegnamento di Hannah Arendt: di fronte a certe assurdità nessuno ha il diritto di obbedire!”, afferma Huber con tanto di foto su Facebook:
Altrettanto caustico il commento di Staffler: “Con tutto il rispetto per le opinioni altrui non è accettabile usare i numeri di una maggioranza etnica per imporre a tutti un'impostazione retrograda e potenzialmente pericolosa per la buona convivenza nella nostra terra”.
Citazione fantozziana quella dell’ex segretario del Pd Antonio Frena per descrivere il tenore dell’iniziativa dei Freiheitlichen: “Il gruppo linguistico dei bambini è come la corazzata Potemkin: una boiata pazzesca”. Dice la sua anche l’insegnante della scuola d’infanzia ed ex esponente dei dem Cornelia Brugger secondo cui quella della dichiarazione della propria madrelingua al momento dell'iscrizione a scuola è “pura e becera discriminazione. Non sorprende che a presentare la mozione in Consiglio sia la destra tedesca, che vuole un Alto Adige diviso, anacronistico e chiuso. Sorprende invece il voto favorevole della Svp che mostra la sua vera natura di partito di destra. Achammer e compagni predicano convivenza e integrazione, ma nei fatti sono per dividere più che per unire”.
Nicol Mastella, consigliera comunale di Io sto con Bolzano, esprime la sua contrarietà partendo dal piano personale: “Fino a quattro anni parlavo solo in Italiano, pur avendo la mamma “tedesca”….quindi cosa avrebbero dovuto indicare i miei come madrelingua? C'è tutta una fetta di bambini mistilingui qua fuori! Continuiamo a doverci categorizzare tra gruppi linguistici, quando la nostra stessa società ormai ci impone di guardare oltre”. Si unisce al coro Caterina Pifano, consigliera comunale dei 5 stelle a Bolzano: “La vera preoccupazione, invece di avere una unica scuola per tutti, è costruire altri muri! La politica più becera ed asservita ai suoi interessi”.
La soluzione dei secessionisti non piace nemmeno al deputato di Articolo 1-Mdp Florian Kronbichler che la definisce “un attacco al diritto dei genitori di scegliere liberamente la scuola in cui iscrivere i propri figli. La mozione spiana la strada non a una scuola divisa per madrelingua, ma a una scuola divisa per (dichiarazione di) appartenenza al gruppo linguistico. Bisogna impedire questo inizio”.
E a proposito della Südtiroler Volkspartei, il capogruppo in consiglio comunale a Bolzano Sebastian Seehauser insiste al contrario sul fatto che non si tratta di fare alcuna scrematura: “La rilevazione è uno strumento utile per assicurare la qualità dell'insegnamento a tutti i bambini, indipendentemente dal gruppo linguistico - dichiara l’esponente della Stella Alpina a salto.bz - Un sondaggio del genere dà la possibilità già prima dell’inizio della scuola di capire se c’è la necessità di intervenire per esempio con più risorse a livello didattico oppure per distribuire i gruppi in modo congruo e dunque in maniera tale da non accentuare un ‘dislivello’ linguistico. Non c'è alcuna discriminazione in questo”.
ACHTUNG!
Meinungsvielfalt in Gefahr!
Wenn wir die Anforderungen der Medienförderung akzeptieren würden, könntest du die Kommentare ohne
Registrierung nicht sehen.