Auguri da Satana
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La distribuzione Neon lo ha spinto come se fosse l’horror del decennio, non lo è ma vale senza dubbio una puntata in sala: il film di cui stiamo parlando è Longlegs di Oz Perkins, figlio di Anthony Perkins (quello di Psycho) ed esce in Italia il 31 ottobre. Se poi siete di quelli che gli horror manco con il cannocchiale allora nisba.
Cos’è
Anni ’90: Lee Harker (Maika Monroe, consolidata scream queen da It Follows in poi) è un’agente dell’FBI alle prime armi e un po’ sensitiva che indaga su una serie di omicidi nei sobborghi dell’Oregon: le vittime sono sempre famiglie in cui l’uomo di casa uccide moglie e figli e poi si toglie la vita. Il vero responsabile è però un serial killer occultista (Nicolas Cage), mai stato fisicamente presente ai delitti – avvenuti negli ultimi 20 anni e tutti caratterizzati da lettere contenenti misteriosi simboli lasciati sulla scena del crimine e firmati da un assassino col pallino di Satana, noto con il soprannome di "Longlegs".
Per creare curiosità attorno al film la Neon ha escogitato diverse trovate: ha attivato un numero di telefono che, se composto, riproduceva un messaggio pre-registrato e inquietante di Nicolas Cage nei panni del cattivo o ancora: ha creato un sito web, The Birthday Murders che forniva informazioni sulle vittime del serial killer.
Fun fact: il primo vero incontro sul set tra i due attori protagonisti nei panni dei rispettivi personaggi avviene durante la famigerata scena dell’interrogatorio. Monroe non era a conoscenza della trasformazione di Cage in Longlegs e, dopo averlo visto, il suo battito cardiaco – registrato con un microfono nascosto – è passato da 76 a 170 battiti al minuto. A tre giorni dall’uscita del film negli USA Neon ha condiviso la sequenza (oscurando il volto di Nicolas Cage) e aggiungendo in sottofondo il battito dell’attrice che accelera.
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(c) Neon
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Com’è
Nicolas Cage, servitore del Maligno, irriconoscibile con parrucca argentata, trucco bianco e l’aspetto da clown psicopatico con il botox, regala una delle performance più stralunate degli ultimi anni. Longlegs è un film che rinuncia alla sequela di facili spaventi a favore di una inquietante, continua linea di terrore; fa paura per il modo in cui è formalmente costruito, attraverso la composizione delle inquadrature, il montaggio, la tensione che non si allenta mai.
I riferimenti di Perkins sono evidenti: da Lynch a Il Silenzio degli Innocenti a Zodiac, ma sono vette altissime. La regia è metodica e quasi manierista: lo stile d’autore – impeccabile ma ricercato, rincorso per tutto il film – predilige l’atmosfera alla sostanza; Longlegs è infatti più interessato all’estetica e all’effetto profondamente disturbante prodotto dal personaggio (memorabile) di Cage. Dobbiamo aspettare più di 40 minuti prima che il regista ci dia pieno accesso visivo al serial killer e questa è l’alzata d’ingegno, il problema è che le macchinazioni della trama, tutte spiegate nel terzo atto, rivelano una inattesa semplicità risolvendosi in un prevedibile finale.
Con tutto quell’hype e quel pacchetto promozionale le aspettative viaggiavano a razzo e invece al film manca un po’ di benzina. Ma il grande senso dell’atmosfera e l’interpretazione che merita un posto d’onore nella galleria degli psicopatici di Cage sono da mozzare il fiato, già corto di per sé. Bentornati nei vostri incubi infantili.
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