Fratelli e non sorelle
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Spacca la maggioranza in Consiglio regionale il disegno di legge dei Verdi (sottoscritto anche dalla SVP, da Team K e PD e sostenuta in Prima commissione legislativa da Patt e Lega) di prevedere l’obbligo della rappresentanza di genere all'interno della Giunta regionale. Una proposta nata a seguito delle polemiche per la Giunta esclusivamente maschile, espressa in un primo tempo dalla maggioranza SVP-centrodestra a inizio legislatura. Una scelta poi corretta dalla nuova formula “a staffetta”, con una “donna a turno” e l'elezione a vicepresidente di Giulia Zanotelli. Nel loro ddl, i Verdi chiedono di modificare la legge regionale del 1952 prevedendo obbligatoriamente per la Giunta Regionale la presenza di donne in relazione alla loro forza in Consiglio. Si estenderebbe quindi alla Regione la norma già in vigore per la Giunta provinciale di Bolzano e per i Comuni.
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Contrarie FdI e Freiheitliche
Contro la proposta si sono duramente schierate le esponenti di Fratelli d’Italia: “Una proposta antidemocratica che ghettizza le donne” l’ha definita la consigliera trentina Francesca Gerosa (FdI), che aggiunge: “Rabbrividisco che si parli della quota di genere come un medicinale. Dobbiamo parlare delle competenze quando parliamo delle donne. L'essere donna non può essere una corsia preferenziale. Pari opportunità non significa parità, anzi nella parità si nasconde la vera disuguaglianza”. La collega altoatesina Anna Scarafoni (FdI) ha spiegato come “il punto di vista femminile possa senz’altro essere utile ma in tutti gli ambiti, non solo in politica. Le donne giovani non si occupano di politica, ma ci sono 350mila influencer donne sul web. Non le obbliga nessuno: preferiscono questa alla dura vita della politica. Qui sento solo un grande piagnisteo, orientato politicamente”.
Anche Ulli Mair (Freiheitliche) voterà contro questa legge: “L’approccio sul tema delle donne è diverso a seconda della propria appartenenza politica. In passato io sono sempre stata attaccata da donne nel mio fare politica. In Giunta ci potranno essere donne, io stessa siedo in quella provinciale, ma non è utile prevederlo per legge”. -
"Ancelle del patriarcato"
Nel corso della discussione in aula, Francesca Parolari (PD) si è detta “basita” per il fatto che “una vicepresidente con delega alle pari opportunità (Gerosa, ndr) abbia fatto un intervento del genere”, mentre per la proponente Brigitte Foppa (Verdi) “la presenza delle donne in Giunta deve rispecchiare proporzionalmente la presenza femminile in Consiglio. Non è una mera questione di rappresentanza. Migliaia di anni di patriarcato hanno creato l'idea che il politico debba essere un uomo”.
Ma anche fuori dal Consiglio regionale c’è chi prende posizione: “Uso le parole di Giulia Blasi, perché ho finito le mie, per definire l’assurda dichiarazione di voto contrario delle donne di destra, ancelle del patriarcato”, scrive l’attivista Nadia Mazzardis (PD) citando poi Blasi: “Esiste un “femminismo di destra”, un certo tipo di femminismo bianco liberale la cui idea di affermazione delle donne è limitata alle loro pari, le signore borghesi e benestanti (o, come nel caso di Meloni, approdate al benessere) che pensano di avere diritto al loro posto in società al prezzo però dell’oppressione di altre donne. Con una mano, si aggrappano per salire; con un piede, prendono a calci in faccia le persone che ritengono debbano stare sotto di loro nella scala sociale”. La discussione in Consiglio regionale proseguirà nella prossima seduta a Trento, a novembre.
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Interessiert den Wähler…
Interessiert den Wähler nicht. Nur die zu Wählenden. Diese interessieren den potentiellen Wähler auch nicht mehr sonderlich.