Piano rumore, la furia di Caramaschi
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“L’assessora Rabini ha fatto un’ottima intervista. È da sottoscrivere. Qui s’inventano i problemi…”. Il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi non ci sta: è su tutte le furie per la polemica, scatenata in questi giorni da Confindustria Alto Adige, sulla formulazione delle premesse per il “Piano comunale di classificazione acustica” (PCCA). Si tratta, secondo il primo cittadino, di “interpretare di malanimo una riga di legge messa nella relazione tecnica come la volontà di ‘delocalizzare’ la Zona industriale”: “La parola ‘delocalizzazione’, presente nella relazione tecnica, sta nella Legge quadro sull’inquinamento acustico del 1995. Per dire: in passato un’attività di recupero di mobili antichi cara anche ai Verdi, in piazza Matteotti, l’abbiamo fatta spostare proprio sulla base di questo principio”, ricorda Caramaschi.
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L'impegno per le Acciaierie
Il sindaco mette i puntini sulle “i”: “Il PCCA lo fanno i Comuni sulla base della legge provinciale. Non è il Comune che scrive la legge, ma la Provincia, non possiamo essere incolpati noi per questo. E non c’è una discrezionalità, sono i tecnici che fanno una fotografia della situazione di fatto”. Inoltre, “quando è uscita la legge nella scorsa legislatura, questo sindaco ‘stupido’ si è mosso per portare il massimo di zonizzazione acustica da 5 a 6, come nel resto d’Italia. Ho chiamato sindacati e imprenditori, sono andato da Kompatscher e Achammer e hanno modificato la legge. Siamo riusciti a mettere le Acciaierie in sesta classe”.
“Sono stanco di rispondere a cose scorrette e/o false” - Renzo Caramaschi
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“Chi gliel’ha detto ad Assoimprenditori locale che vogliamo portare via le Acciaierie da Bolzano, con l’occupazione e il fatturato che ha? Dove se lo inventano?”, domanda ancora Caramaschi con disappunto, aggiungendo un dettaglio: “Nel 2025 scade la concessione per l'utilizzo dello stabilimento delle Acciaierie, perciò il Comune ha dato loro più tempo per adeguarsi al Piano acustico, ovvero fino a quando sarà terminata la procedura di rinnovo della concessione”.
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Nessun favoritismo al “Quartiere Ponte Roma”
Il sindaco Caramaschi entra poi nel merito dell’intervista rilasciata a SALTO dall’assessora all’ambiente Chiara Rabini (Verdi), in particolare alla domanda posta in relazione al “quartiere Ponte Roma” promosso dall’imprenditore bolzanino Heinz Peter Hager: “La risposta della Rabini è perfetta, ed è identica a quella che ho dato io. Solo che poi la mia viene collegata ad Hager come se io fossi favorevole, ma è la legge che consente di cambiare il Piano, non perché lo dico io. Con me c’è una malizia in funzione del quartiere Ponte Roma, che non ho. Sia ben chiaro: per la storia che ho, vengo da zone popolari, non me ne frega niente di Assoimprenditori, né dai commercianti, e così via. Non sono amico né degli uni né degli altri, al contrario di altri”.
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E racconta a tal proposito un aneddoto a riprova della sua terzietà: “Mi sono rifiutato di andare all’inaugurazione del Jazz Festival nei capannoni di Hager-Tosolini perché c’erano banner pubblicitari enormi su come saranno le abitazioni del ‘Quartiere Ponte Roma’. Ho chiesto al presidente Kompatscher di farli togliere”.
Lo stesso distanziamento vale per il centro commerciale Waltherpark: “Qualcuno si mette in testa che sono favorevole al progetto, o amico di Hager, ma con lui sono andato due-tre volte a cena in otto anni solo per capire come andava avanti il cantiere — puntualizza Caramaschi — da sindaco avevo un accordo di programma già firmato da Kompatscher, Penta e SIGNA che non potevo disattendere. Altrimenti avremmo avuto una causa milionaria”. A proposito del Landeshauptmann, il sindaco si toglie infine un sassolino dalla scarpa. “Il vice Galateo è stato molto più corretto di Kompatscher che dice ‘vediamo cosa fa il Comune, poi interveniamo noi’. Ma non saranno loro a intervenire, semmai l’APPA”.
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