Politica | Prospettive

La lotta per la sopravvivenza

Saranno ben 6 le formazioni politiche che ora dovranno fare ‘gli straordinari’ per riuscire ad entrare in consiglio comunale di Bolzano.

Il più loquace è Claudio Della Ratta (1,1% nelle elezioni del maggio 2015). Che oltre a spiegare come intenderà muoversi per cercare di confermare il suo seggio in Municipio, offre anche una dettagliata spiegazione delle cause (ed effetti) della nuova legge elettorale, approvata all’alba di sabato scorso tra urla e spintoni
Della Ratta inizia subito cercando di sfatare un mito, quello dei danni della frammentazione politiche in consiglio comunale a Bolzano. “Al contrario di quanto di si vuol fare credere - sostiene il consigliere del PSI - non sono i piccoli partiti a danneggiare la governabilità, dato i problemi nella colazione che governava il capoluogo si generavano esclusivamente quando i due partiti maggiori avevano dei dissensi tra loro o l'insieme degli ecosociali si metteva di traverso su temi a loro cari”. 
Dunque le ‘colpe’ sarebbero da individuare altrove e guarda caso proprio tra le file dei partiti (SVP e PD) che hanno fortemente voluto (e venerdì scorso si è visto quanto) la nuova legge elettorale. 
Mentre Della Ratta punta il dito contro la ‘stortura’ che non è stata minimamente toccata dalla ‘riformina’ e cioè il fatto che l’ingovernabilità si generi in caso di ballottaggio dal frequente contrasto tra la maggioranza ottenuta dal sindaco eletto rispetto alla maggioranza dei consiglieri. Dopo di che l’ex consigliere comunale socialista sferra una stoccata alla SVP. 

“Solo il premio di maggioranza potrebbe garantire la governabilità, ma questo non si può fare, perché la SVP vuole rimanere determinante quale ago della bilancia in ogni caso” 

Della Ratta conclude spiegando qual è la sostanza dello sbarbo compiuto dalla Volkspartei ai suoi competitors nel mondo di lingua tedesca: “questa legge è principalmente un regalo alla SVP”, perché per un’eventuale opposizione di lingua tedesca a Bolzano “il 3% dei voti corrisponde al 11% tra gli elettori di madrelingua tedesca del capoluogo”. 
Cosa farà il PSI? Pragmaticamente Della Ratta indica tre strade: correre  di nuovo da soli all’interno della coalizione di centrosinistra, confluire nel ‘partner naturale’ PD attraverso un apposito accordo oppure addirittura “uscire dal perimetro del centrosinistra” (quest’ultima ipotesi è considerata da Della Ratta la ‘meno probabile'). 

Dado Duzzi (1,9% nel maggio scorso) non nasconde tutta la sua delusione, sia sulla situazione politica attuale che sulla sostanza della legge elettorale. “Ci si aspettava tutt’altro, ma purtroppo è andata così" sostiene Duzzi, confermando che con la nuova legge “qualcosina potrà cambiare, ma non molto”. Per Duzzi “non solo si è persa un’occasione”, ma con l’introduzione delle soglie “si corre oggi il rischio di essere meno democratici” a fronte invece dell’introduzione di un premio di maggioranza ”che invece avrebbe comportato un sostanziale cambiamento in positivo”. 
Che farà Duzzi in vista delle nuove elezioni? 
L’esponente politico è scettico: ”si corre il rischio reale di andare verso un nuovo commissariamento e noi non abbiamo nessuna voglia di correre in questa direzione”. Il gruppo di Duzzi quindi per il momento ha deciso di “stare ancora per un po’ alla finestra per osservare”. 

Alberto Sigismondi di Fratelli d'Italia (2,1% nelle precedenti elezioni comunali di Bolzano), sentito oggi dalla Rai, mette in evidenza i problemi tutt’altro che risolti all’interno della (ancora oggi solo ipotetica) coalizione di centrodestra. 
Le soglie non mi preoccupano” afferma Sigismondi, prendendosela invece con coloro per cui oggi “non è importante vincere ma piuttosto impedire che Giorgio Holzmann guidi l’opposizione”.

Dall’alveo degli ecosociali, protagonisti con SVP PD e Spagnolli della lunga telenovela ‘al governo sì al governo no’, a prendere la parola è Rudy Benedikter di Projekt Bozen (2,2% lo scorso maggio), mentre lo stratega Guido Margheri di SEL per ora tace. 
Rudy Benedikter si dichiara per nulla preoccupato dall’inserimento delle soglie d’accesso, anche si dice convinto che che la legge elettorale approvata “non risolverà i problemi di fondo che sono politici”. 
Benedikter ricorda la coalizione con i Verdi della sua lista civica: “le Listenverbindungen per noi non non sono una novità, mentre stiamo cogliendo l’occasione per rafforzarci al nostro interno coinvolgendo nuove candidati autorevoli”. “Ma - precisa - sono tutte cose che avremmo fatto comunque, anche senza la nuova legge elettorale”. 
Rudy Benedikter afferma anche che la situazione per come era venuta a configurarsi recentemente potrà solo migliorare attraverso le spinte verso verso convergenze e coalizioni. Tuttavia l’esponente di Projekt Bozen ritiene che in questo modo “il problema è risolto solo a metà, perché andrebbe cambiato il meccanismo interno del consiglio comunale attraverso la modifica del suo regolamento”. 
Quella sarebbe la vera priorità - ricorda Benedikter - proponendo di semplificare le procedure, accorciare la durata degli interventi e, magari, anche inserendo il voto di fiducia su importanti delibere come ad esempio il bilancio, evitando in questo modo l’ostruzionismo”. 

Una posizione più defilata viene quindi assunta da Casapound (2,4% dei voti nel maggio 2015), per voce del suo ex consigliere Andrea Bonazza
Non sappiamo ancora se parteciperemo o meno alle elezioni comunali” ricorda Bonazza, anzi affermando: “in ogni caso la campagna elettorale ci riguarda solo in parte”. L’ex consigliere comunale prosegue facendo una precisazione in merito alla ‘natura’ del movimento politico di cui fa parte. 

“Noi agiamo sul territorio, siamo un movimento e non un partito. Per noi è quasi più importante essere presenti sul campo nelle circoscrizioni piuttosto che stare seduti in consiglio comunale a subire dei sermoni noiosissimi.”  

Anche se si smarca, Bonazza non si tira indietro a proposito di un’analisi in merito alla genesi della nuova legge elettorale. “La nuova legge elettorale punta a fare il gioco dei grandi blocchi e quindi SVP e PD - ricorda Bonazza, aggiungendo che al momento vende la destra “abbastanza sparpagliata”. 
Dopo di che l’esponente del movimento che si richiama al fascismo del terzo millennio dà una sua interpretazione originale, e negativa, del ruolo che potrebbe avere ora l’introduzione delle soglie per accedere in consiglio comunale. 

“Si vuole agire sulla galassia dei partitini e delle liste civiche però a parer mio può creare ancora più difficoltà nella direzione di una maggioranza di governo. Nelle coalizioni si potrebbe creare una conflittualità molto grande pregiudicando quindi di nuovo la governabilità.” 

La nostra panoramica sulle manovre in atto da parte dei frammenti più piccoli dell’arcipelago politico bolzanino si conclude con l’opinione di Hermann Atz, esperto in flusso elettorali. 
Il recente comportamento dei politici in consiglio regionale non fa che confermare la percezione che la politica è una cosa sporca e che gli attori pensano solo all’interesse proprio” dice Atz, confermando il pericolo di “un’ulteriore crescita dell’astensionismo”. “Dipende però poi sempre dall’offerta della politica” si affretta però subito a precisare Atz, ricordando che “il coinvolgimento di un personaggio carismatico o il duello tra due potrebbe invece invertire la tendenza”, anche se al momento ritiene questo sviluppo “poco probabile”.
In merito al possibile ritorno che l’approvazione della nuova legge potrebbe avere sull’elettorato di SVP e PD, Atz è piuttosto lapidario: “i cittadini di solito non sono interessati a questi argomenti”. 
All’elettorato interessano i risultati delle elezioni e cioè chi vince e chi perde, piuttosto” precisa Hermann Atz, aggiungendo però che a suo avviso la legge è più un vantaggio per il PD che per la SVP. 
L’opposizione di lingua tedesca finora non è mai stata presente nella politica bolzanina, in tutti questi movimenti politici manca lo spirito urbano” afferma in merito Atz, ricordando che nessuno degli esponenti politici dell’opposizione di lingua tedesca ha le caratteristiche di un “cittadino della capitale”.
La SVP aveva invece l’interesse a rafforzare i suoi possibili interlocutori italiani come il PD o un eventuale centrodestra unito come a Laives”, precisa Atz. Per il resto l'esperto conferma: al momento sono quattro le formazioni politiche che più o meno alla pari possono aspirare al ballottaggio per la carica di sindaco. “Succcede perché tutti sono deboli” dice in merito Atz, confermando una verità che appare lapalissiana.

“Nella nuova campagna elettorale tutti i partiti in realtà dovranno modificare il loro modo di agire, altrimenti non cambierà nulla”