Beppe Grillo
Foto: Facebook/Beppe Grillo
Politica | 5 stelle

E' guerra tra Conte e Di Maio

Nel Movimento 5 stelle il conflitto tra Conte e Di Maio tra veleni e accuse sembra insanabile.

"Apriremo il parlamento come una scatoletta di tonno e lo renderemo trasparente, perchè chi è sotto i riflettori non ruba più."  Certamente molti ricorderanno questa promessa di Beppe Grillo quando ha depositato il simbolo per le elezioni politiche del 2013: "Il sistema sta già colassando, è tutto marcio e se si va avanti così sarà una rivoluzione violenta." Era questa la profezia di Grillo.

Da allora sono passati appena 10 anni e il fondatore del M5S è sotto inchiesta per aver incassato 240.000 dall' armatore di Moby Lines  come traffico di influenze illecite. E dalla "scatoletta di tonno aperta" solo in questa legislatura sono scappati tanti tonnarelli eletti sulle liste del M5S: 64 alla camera e 35 al senato. Tra poco si arriverà a 100. E non passa quasi settimana senza che se ne vadano altri. Il campione assoluto è lo scrittore sardo Giovanni Marilotti che finora ha cambiato casacca ben 5 volte - una farsa che mina il sistema democratico e toglie senso alle elezioni. Un abuso  non immaginabile in nessun altro paese dell´UE.

 

Tra i due leader Giuseppe Conte e Luigi Di Maio è scoppiata quella quella che il quotidiano La stampa definisce come "guerra finale". Racconta il Corriere della Sera: "I sospetti reciproci ormai hanno creato una ragnatela in cui è impossibile districarsi." I Contiani credono che Di Maio voglia evitare un rimpasto, di vedere sostituita la sua fedelissima Laura Castelli, viceministra dell'economia con il braccio destro di Conte, Mario Turco. Daniele Del Grosso, uno dei deputati vicini a Di Maio è preoccupato: "Questa volta rischiamo la scissione." Altro motivo di scontro era la candidatura di Elisabetta Belloni per la presidenza della repubblica, elogiata pubblicamente da Grillo e bocciata impietosamente dalla maggioranza nonostante i suoi meriti indiscussi. Il botta e risposta è ormai quotidiano tra il capo politico e il ministro degli esteri e rappresenta l´inizio dell´attesa resa dei conti tutta interna al M5S. Un redde rationem che si è allargato ai gruppi parlamentari ed ai componenti del governo e che sta contagiando i consigli regionali e comunali - uno scontro tra due galassie che si vedono con freddezza reciproca.

Il botta e risposta ormai quotidiano tra il capo politico e il ministro degli esteri rappresenta l´inizio dell´attesa resa dei conti tutta interna al M5S.

Tutti considerano urgente il confronto tra le parti mentre sullo sfondo sembra esserci un problema mai risolto: la deroga alla regola del secondo mandato che tutti chiedono da tempo. "Perchè le poltrone, viste all' inizio con notevole diffidenza, sono diventate una componente essenziale della politica del M5S," ironizza Il Fatto Quotidiano, ex-organo ufficiale dei grillini: "Diciamolo chiaramente, chi di noi non è rimasto affascinato dal M5S almeno una volta? Quel linguaggio irriverente dei primi comizi ha fatto illudere molti che con l' avvento dei pentastellati in parlamento un qualcosa sarebbe iniziato a cambiare". Per concludere con ironia: "Tanta acqua è passata sotto i ponti e troppe poltrone sono state scaldate." Ultimo atto della guerra in corso è il hashtag DiMaioOut.

Il Corriere martedì  alla sfida tra Conte e Di Maio dedica due pagine intere. Prognosi impietosa: "Ne resterà soltanto uno"