Diesel, ritorno tecnologicamente aperto
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La giravolta nella politica dei trasporti: idrogeno con prospettive incerte e costose e il probabile arrivo "discreto" di 52 bus diesel.
La recente presentazione delle iniziative per la ricarica a “basso costo” delle auto elettriche ha registrato una notevole giravolta da parte della Provincia (comunicati in italiano e in tedesco) .
Una piccola nota doverosa sulle non meglio definite “applicazioni specifiche” legate all'idrogeno di cui si legge nel comunicato stampa ufficiale. Dopo la non indifferente scottatura avuta con la mobilità a idrogeno con le auto H2 sparite e i bus H2 sottoutilizzati (neanche 20mila km all’anno rispetto agli usuali 40/50mila di un bus diesel, sparito poi il retrofit di 140 bus interurbani) per via degli alti costi dell’idrogeno, ciò rischia anche di essere il fattore principale per un non impossibile fallimento o ruolo marginale dei tanto decantati camion a idrogeno. I primi cento prodotti in piccola serie in Germania costano le bellezza di 2,26 milioni di Euro cadauno. Poi senza fondi PNRR (15 milioni di Euro: Verona Paganella Est e Ovest, Vipiteno, ciascuna 3,75 m.) per realizzare le stazioni di servizio H2 sulla A22, è facile capire che non si sarebbe fatto nulla con costi complessivi a dir poco enormi (64 milioni di Euro!).
Il cambio di rotta, “emissionsarm”
Veniamo ora alla “giravolta”. Se nel passato si parlava insistentemente solo di “emissioni zero” e di elettromobilità, è nelle interviste che avviene qualcosa di inaspettato. Si comincia, infatti, nel video ufficiale in tedesco della Provincia dove l’assessore alla mobilità parla di “sviluppo velocissimo” dell’industria automobilistica e si vogliono creare le “condizioni generali” con un’offerta a prezzo ridotto per i clienti tramite Alperia per le ricariche elettriche. Un po’ contraddittoria l’affermazione che “come obiettivo si vuole ridurre il traffico” (favorendo la mobilità privata, anche se elettrica a batteria?) e il resto del traffico possa avvenire a “basse emissioni” (minuto 1'54" e 2'04"del video). Proprio quest’ultima affermazione fa fare un salto sulla sedia poiché in passato si parlava solo di “zero emissioni” (che, sbagliando concettualmente, si intendeva quasi sempre anche come CO2-free), definizione che pare quindi abbandonata? Il tutto va collegato ad un’altra affermazione.
“Wir sind technologieoffen”, la giravolta
Infatti, nell’intervista rilasciata alla Tagesschau di Rai Südtirol (dal minuto 13’ circa in poi), lo stesso assessore afferma che “l’elettromobilità sarà una delle parti fondamentali” (del traffico) “ma siamo aperti alle tecnologie, questo significa idrogeno, elettrico (batteria, n.d.a.), nuovi sistemi diesel, per noi è importante avere meno emissioni in Alto Adige e meno traffico”. Addio quindi alla storiella del “carburante locale” spesso collegata all'idrogeno prodotto localmente.
Parrebbe essere arrivato anche qui il nuovo “vento” che sta spirando a Bruxelles. Non si capisce a quali “nuovi sistemi diesel” si riferisca l’assessore visto che, a mia conoscenza, di altri “sistemi diesel” proprio non ve n’è traccia salvo che non si riferisca al diesel HVO ma che non sarà di certo un “carburante locale” come per anni ripetuto per l’idrogeno. Aprire al diesel è un aspetto che pare non sia stato notato ma è una giravolta epocale dopo anni di affermazioni solo pro idrogeno e elettrico salvo poi contraddittoriamente agevolare l’acquisto di mezzi diesel nel trasporto pubblico, si vedano i mega-acquisti per Sasa nel 2018/19 ignorando del tutto l’allora vigente Piano Clima e la mancanza delle trazioni alternative nei vari lotti del tpl al di fuori dell’assegnazione in-house a Sasa.
Nullaosta ufficiale per il nuovo mega-acquisto di 52 bus diesel?
A questo punto vale la pena di ricordare, anche se annoierò qualcuno, che nel Piano Economico Finanzario di Sasa del 2023 (rimasto intoccato dall’aggiornamento 2024) è previsto per quest’anno, nero su bianco, l’acquisto di ben 52 autobus diesel (leggasi qui e qui), su cui incombe un silenzio assordante, che andranno a sostituire in particolare i bus diesel acquistati nel 2011/12, che sono oggi già oltre dodici anni su strada (limite previsto dalla legge sulla mobilità provinciale) e che già allora criticai veementemente, acquisto che sarà agevolato e “benedetto” dalla versione annacquata del nuovo Piano Clima che rimanda al 2032 un per ora irrealistico mega-acquisto di bus elettrici.
Il prossimo acquisto diesel nel silenzio?
Circa tale mega commessa di bus diesel, ma si parlerà certamente solo di bus “ibridi”, quindi con la consueta cortina fumogena per ingenui, non si sa quando verrà indetta ma ho come il presentimento che lo si farà discretamente e silenziosamente durante il periodo elettorale comunale in primavera, in piena coerenza con la alfraideriana giravolta "tecnologicamente aperta”.