I "resistenti" non chinano la testa
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“Adesso basta. Con le ultime vicende legate al “dossieraggio” a danno del nostro dirigente Paolo Brunini è stato superato ogni limite sia di legge sia di decenza”, inizia così una lettera inviata a SALTO e firmata da 18 dipendenti del Comune di Laives. La notizia dell’indagine interna che il sindaco Giovanni Seppi ha chiesto di avviare per screditare il lavoro dell’ex direttore dell’Ufficio V Cultura e Sociale. Paolo Brunini, ha dato il via ad una vera escalation. I “resistenti” hanno deciso di mandare un sollecito al Consiglio provinciale per la mancata risposta ad un’opposizione ad una delibera con cui la Giunta nominava la dirigente pro tempore. Un vero e proprio corto circuito.
“In pratica – dicono i dipendenti che chiamano ancora Brunini il “loro” dirigente - il messaggio è forte e chiaro: chi non si piega stia in guardia perché si procederà ad indagare (segretamente), sul suo operato in tutti gli anni di lavoro trascorsi di anni di lavoro, senza garanzia di contraddittorio, senza possibilitá di repliche. Anzi la replica stessa è vietata perché è vietato parlare con la stampa. Quindi l’unica soluzione sarebbe accettare le falsità (anche quelle dette in diretta streaming davanti all’intero consiglio comunale) e obbedire in silenzio, meglio ancora, collaborare con la giunta nel cercare errori o mancanze da poter fare valere nei confronti di Brunini o di chi si è macchiato della colpa di non dimenticare l’enorme lavoro da lui svolto, anche a favore di chi non se lo meritava”.
Impressiona, come già accaduto per la prima lettera firmata da 30 dipendenti che ci hanno messo la faccia, che pure questa nota, molto dura, sia siglata da 18 persone che si dicono pronti a fronteggiare provvedimenti disciplinari in serie. “Ci si dimentica però che non viviamo in un regime totalitario e che nessun codice di comportamento (tra l’altro casualmente appena rifatto e inasprito proprio in materia di libertà di espressione) può essere considerato di rango superiore alla legge ed ai diritti costituzionalmente garantiti. Quindi se questi sono i metodi della giunta lo diciamo sin da subito: è meglio che si prepari ad avviare procedimenti disciplinari in serie ed a gestire i numerosi ricorsi che ne conseguiranno. Ricordiamo, infatti, ai membri della giunta, che fuori di qui vige ancora la democrazie e che vi sono autoritá giudicanti neutrali e superiori davanti alle quali anche un politico deve rendere conto, almeno finché esiste uno stato di diritto”.