Il dossieraggio

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“Interviene il segretario generale, il quale riferisce di aver compreso le venga richiesto di svolgere un’attività di indagine (il corsivo è nell’originale”, ndr) sull’intera attività svolta dal dott. Brunini nel corso dei nove anni di dirigenza. Il Sindaco non smentisce”. Il primo cittadino in questione non è il Mayor di Washington di una puntata di House of Cards, ma Giovanni Seppi, sindaco Svp di Laives e la frase è estrapolata da un verbale di Giunta comunale del 25 febbraio. Il clima nel Municipio è ormai quello da Ne resterà soltanto uno.
Ad un mese di distanza, la situazione nel comune di Laives continua ad essere piuttosto tesa. Come si ricorderà, a metà febbraio un gruppo di 30 dipendenti comunali ha espresso il proprio sostegno all'ex dirigente Paolo Brunini, che si era dimesso alcuni mesi primi a causa di conflitti con la Giunta Comunale. I dipendenti hanno denunciato un clima interno molto pesante e una chiusura totale a qualsiasi forma di dialogo e confronto da parte della Giunta. Secondo loro, Brunini ha rinunciato al suo incarico non per motivi personali, ma perché non poteva svolgere il suo lavoro con la necessaria autonomia, dovendo continuamente difendersi da indebite ingerenze politiche. Due settimane fa le opposizioni nel comune hanno chiesto all’unanimità l'istituzione di una commissione d'inchiesta per fare chiarezza sulla situazione. Seppi, dal canto suo, ha dichiarato che dietro le proteste dei dipendenti ci sarebbero legami politici con la lista dell'ex sindaco Christian Bianchi e con l'ex assessora Claudia Furlani, smentite seccamente da un gruppo di dipendenti incontrati da SALTO.
Tornando alla frase di apertura, vale la pena di ricordare che Il 10 marzo SALTO, sentito Seppi, scriveva
“Nei corridoi del Municipio si parla di una sorta di dossier alla ricerca di errori amministrativi commessi nei 9 anni precedenti, il che denoterebbe una sorta di intento dichiaratamente persecutorio. “No, nessun dossier, gli uffici stanno verificando alcune cose e puntano a garantire la continuità e la buona amministrazione”, garantisce Seppi. Se l'obiettivo è superare davvero il braccio di ferro, c'è da augurarsi che sia proprio così.
"Il Segretario ritiene che questa richiesta sia irricevibile (...)"
Quando siamo giunti a fine marzo è chiaro ormai a tutti che l’obiettivo di Seppi non è superare il braccio di ferro, ma vincerlo schiacciando il braccio dell’avversario al tavolo. Il sindaco quindi, non aveva raccontato la verità SALTO e la cosa ci può stare, succede spesso ai politici quando parlano ai giornalisti, ma aveva pure incassato la forte perplessità della segretaria generale Anna Conte.
Alla richiesta di effettuare un dossieraggio nei confronti del collega, la dirigente comunale oppone un secco rifiuto. “Il Segretario – si legge ancora nei verbali – ritiene che questa richiesta sia irricevibile, non solo per il carico di lavoro che essa comporta (…) ma anche perché ritiene che questa attività di carattere ispettivo non rientri nei compiti del Segretario generale e che laddove si ravvisino sospetti di reato deve essere investita la Magistratura, la quale si avvarrà eventualmente della Guardia di Finanza. (…). Il Segretario Generale fa presente che per ragioni di correttezza, provvederà a comunicare preventivamente al dott. Brunini ogni azione si riterrà di dover intraprendere”. Quest’ultima frase è piuttosto importante perché avrà un seguito abbastanza incredibile nella riunione di Giunta del 21 marzo.
Ma prima di arrivarci vale la pena di vedere le questioni su cui Seppi si appiglia per cercare di liberarsi di Brunini. Alcuni nomi e riferimenti saranno omessi per non violare la privacy di persone o soggetti giuridici.
Si apprende dal verbale che “Il Sindaco fa visionare ai presenti l’intervista rilasciata dal dott. Brunini al quotidiano SALTO e chiede al vicesegretario, con formale comunicazione, una verifica in merito alla conformità delle previsioni di cui all’articolo 10 bis del codice di comportamento.
Come si può vedere, in realtà non si tratta di una intervista ma di una frase. Questa:
„Meiner Ansicht nach muss auch ein Politiker Grenzen akzeptieren und nicht machen, was er will. Es stimmt, dass die Politik die Ziele vorgibt, aber bei der konkreten Umsetzung braucht es das Vertrauen in die Verwaltung, das mir gegenüber nicht mehr gegeben war.“
Che suona all’incirca così:
“A mio avviso, anche un politico deve accettare dei limiti e non fare ciò che vuole. È vero che la politica stabilisce gli obiettivi, ma nella concreta attuazione è necessario avere fiducia nell'amministrazione, fiducia che nei miei confronti non era più presente”. Si esamina cioè una frase che contiene solo delle ovvietà riguardo la pubblica amministrazione.
Dopodiché il sindaco, tra le cose non corrette fatte da Brunini segnala:
- La pagina facebook di Pazza estate tuttora presente in rete.
- Firma senza titolo delle convenzioni con le biblioteche
- Utilizzo indebito della firma digitale
- Utilizzo indebito dell’indirizzo email comunale
- Generazione di un debito fuori bilancio per i pagamenti nei confronti di una cooperativa
- Incarichi diretti ad un’altra cooperativa
- Fatture emesse in ritardo nei confronti di un impianto sportivo
- Concessioni di riduzioni tariffarie non previste
Alcune di queste mancanze, in particolare la prima, fanno un po' ridere, e le altre sembrano essere spiegabili nella normale attività degli enti amministrativi, come il debito fuori bilancio, ovunque una prassi per fare fonte ad aumenti imprevisti delle spese preventivate. Essendo evidentemente una questione personale che trae origine da frizioni avvenute nel passato, Seppi chiede appunto di effettuare il dossieraggio, di “verificare se sussistano o meno i presupposti di violazione degli obblighi”. Tutto ciò avveniva a febbraio dopo che nei mesi precedenti la Giunta comunale, pur essendo Brunini un semplice funzionario, gli affidava una serie di incarichi da “R.U.P”, responsabile unico del procedimento che sono stati oggetti di un’interrogazione da parte del gruppo Uniti per Laives. Di qui l’accusa a tutti i 30 dipendenti di essere manovrati dalla lista di Claudia Furlani.
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Torniamo per un attimo all’ultima frase verbalizzata il 25 febbraio, quella in cui Il Segretario Generale fa presente alla Giunta che per ragioni di correttezza, provvederà a comunicare preventivamente a Brunini ogni azione si riterrà di dover intraprendere,
Ebbene, il 21 marzo, di nuovo a verbale, si legge: “Il sindaco chiede al Segretario Generale se il Segretario sia tenuto a comunicare preventivamente al dott. Brunini ogni azione che di riterrà di dover intraprendere”. Gli era rimasta “qui”, la precisazione fatta da Anna Conte quasi un mese prima. E quindi il Segretario generale “nel confermare non rientri nei suoi compiti la richiesta di ispezione di tutte le attività svolte da un dirigente, dal momento che il regolamento prevede controlli a campione, ha valutato quale responsabile della prevenzione della corruzione che le segnalazioni del sindaco siano ammissibili in quanto espresse in un contesto istituzionale”.
Ma attenzione, arriva un’altra stoccata: “Ne consegue anche la necessità di applicare il principio del contraddittorio”. Ecco, questo forse è il punto, ed è ciò che si chiedono tutti coloro che hanno seguito anche marginalmente la vicenda: perché sindaco e Giunta hanno finora cercato di far fuori Brunini senza concedergli il diritto di replica in un contesto istituzionale, come potrebbe essere, appunto, anche la convocazione in Giunta? Perché Seppi non ha preso il telefono e fatto due chiacchiere?
Proprio per questo, probabilmente, finora i “resistenti” non hanno mollato la presa e le opposizioni hanno avuto gioco facile a far passare come unica soluzione possibile quella della in realtà inusuale richiesta di istituzione di una commissione d’inchiesta.
"Sicuramente non mi faccio intimidire e non ho nessun problema a rispondere di tutto il mio operato da quando lavoro a Laives."
Se la maggioranza che fa capo a Seppi dice di no fa ovviamente l’ennesimo “regalo” a Brunini e ai resistenti perché a quel punto diventerebbe ancora più evidente a tutti qual è la natura dello scontro. Per ora la seduta consiliare in cui dovrà essere presa la decisione è stata rinviata a metà aprile nella speranza che le acque si chetassero. L’unica vera novità è che, dopo aver rifiutato per mesi e fino all’11 marzo ogni tentativo di conciliazione, nell’ultima seduta la Giunta di Laives sembra aver cambiato idea.
Quando gli si chiede come si sente ad essere oggetto di un vero dossieraggio, Paolo Brunini prima cade dalle nuvole, e poi, spiega. “Sono mesi che si lavora in un clima da polizia segreta e che si sta cercando in tutti i modi qualsiasi pretesto per mettere in difficoltà me e chi mi ha manifestato solidarietà. Se quello che mi dice è vero, però, si tratterebbe di un ulteriore salto di qualità in questa operazione e si tratterebbe di fatti gravissimi. Sicuramente non mi faccio intimidire e non ho nessun problema a rispondere di tutto il mio operato da quando lavoro a Laives. Ritengo però che si stia superando il limite e valuterò a mia volta le azioni legali da intraprendere”.
E Seppi? Il sindaco, neanche a dirlo, rilancia. “Nessun confronto è possibile. Stanno partendo una serie di procedimenti disciplinari e credo che anche la Corte dei Conti debba intervenire. Ogni giorno i dirigenti in rotazione stanno incontrando procedure amministrative fuori da ogni normativa e con grandissimo danno per il Comune di Laives”.
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