“Polemiche inutili”
Siamo i genitori di ragazzi e ragazze appartenenti a famiglie di madrelingua italiana, tedesca, a famiglie mistilingui e di recente immigrazione, che hanno seguito fino ad oggi un percorso scolastico bilingue o meglio plurilingue nella scuola italiana.
Siamo davvero stupiti di doverci trovare a difendere ancora oggi, dopo più di 10 anni di esperienza di insegnamento veicolare, i risultati raggiunti dalle nostre ragazze e dai nostri ragazzi che frequentano le sezioni bilingui presso le scuole primarie e secondarie di primo grado di Bolzano!
E non capiamo il motivo per cui si debba mettere in discussione un metodo di insegnamento che nella maggior parte dei Paesi europei fa parte ormai dell'istruzione ordinaria e che funziona bene, come testimoniano i nostri ragazzi con la loro esperienza e il loro vissuto scolastico e non soltanto con gli ottimi risultati relativi alle certificazioni linguistiche ottenute.
"Ci auguriamo che il grande impegno profuso in tutti questi anni dai dirigenti scolastici, dagli insegnanti, dagli esperti linguistici e da noi famiglie non venga messo in ombra e offuscato da polemiche inutili che non rispecchiano la nostra reale esperienza!"
Quello che vogliamo dire è che i nostri ragazzi hanno una padronanza della seconda lingua molto buona e che, soprattutto, la vivono con naturalezza, anche perché nella loro carriera scolastica vi sono più occasioni di incontro con bambine e bambini della scuola in lingua tedesca. Se qualcuno si rivolge loro in tedesco, rispondono e conversano spontaneamente: magari con qualche errore, ma lo fanno con gioia! Tanto che alcuni di loro scelgono di frequentare la scuola superiore in lingua tedesca, così come ragazzi di madre lingua tedesca scelgono la scuola superiore italiana.
L'indagine "Kolipsi II" svolta dall'Eurac è stata condotta su un campione di ragazzi attualmente in quarta superiore. L'insegnamento veicolare che noi conosciamo, in cui 12/13 ore sono svolte in L2 e 3/4 in L3, è partito soltanto con l'anno scolastico 2006 (i ragazzi più grandi, quindi, sono in terza superiore), per cui il campione di ragazzi preso in considerazione dall'indagine non poteva ancora aver fatto questo tipo di esperienza di insegnamento veicolare (avevano svolto solo poche ore di lezione veicolare in L2!).
Per questo ci auguriamo che il grande impegno profuso in tutti questi anni dai dirigenti scolastici, dagli insegnanti, dagli esperti linguistici e da noi famiglie non venga messo in ombra e offuscato da polemiche inutili che non rispecchiano la nostra reale esperienza!
Vorremmo invece ringraziare tutti coloro, che con professionalità, impegno e competenza si confrontano quotidianamente con questo metodo di insegnamento, dando alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi, non solo l'opportunità di raggiungere risultati nell'apprendimento della lingua tedesca e della lingua inglese, di cui tutti noi siamo ampiamente soddisfatti ma, nello stesso tempo, di vivere l'incontro con altre culture in una scuola dal respiro plurilingue e multiculturale.
Non è quello che da sempre si chiede, per promuovere una vera convivenza?
I genitori delle classi plurilingui delle scuole primarie e secondarie di primo grado di Bolzano:
- Michela Antonino
- Cinzia Bagnato
- Stefania Barbieri
- Robert Niederstätter
- Sarah Greenwood
- Stefania Barbieri
- Stefania Baldan
- Marialuise Senn
- Stefano Guzzo
- Arianna Dainese
- Fam. Bartocci
- Ilka Despagne
- Roberto Bartocci
- Ivano Berti
- Anna Bizzarri
- Fam. Brillo
- Fam. Brugnara
- Sara Calandrelli
- Fam. Capovilla
- Rosario Celi
- Francesca Chiogna
- Ivana Chiogna
- Elena Comelli
- Enrico Corsani
- Margarita Cosimo
- Roberto Cossetto
- Andrea Cutrupi
- Maria Grazia Dal Cero
- Francesca Dalnodar
- Cinzia De Cristian
- Francesco De Filippo
- Daniela De Franceschi
- Charalampos Dellis
- Liliana De Maria
- Daniele Duzzi
- Doris Egger
- Roberto Farina
- Silvia Fantinato
- Silvia Federzoni
- Antonella Fava
- Andreas Eisendle
- Sara Zambianco
- Lara Lescio
- Alessandra Fusina
- Alexandra Moschen
- Roberto Terziariol
- Michela Viola
- Martin Mahlknecht
- Raffaella Fusina
- Cristina De Nardi
- Maura Bertotti
- Luciano Berti
- Victoria Medinschi
- Alessandra Caramaschi
- Roberto Cibin
- Paola Valle
- Cristina Krautschneider
- Andrea Cinà
- Federica Bovenga
- Martina Friz
- Aldo Portolano
- Silvya Busellato
- Enrico Zambotto
- Gregory Loreggia
- Manuela Mason
- Stefano Amadori
- Jörn-Hendrik Liebich
- Nadia Di Stefano
- Patrick Pasotto
- Monica Tomasi
- Simonetta Tabiadon
- Barbara Lenzi
- Sabrina Veronesi
- Elena Bruno
- Paolo Anderlan
- Gabriella De Gaetano
- Giulia Bonvicini
- Marco La Motta
- Danila Sartori
- Patrizia Calderone
- Francesco Morandi
- Stefano Santoro
- Eleonora Boldrin
- Renzo Volpato
- Paola Delpero
- Alessandro Grazioli
- Marina Magri
- Cristina Mosna
- Paolo Seppi
- Cristina Melchiori
- Rosanna Notaro
- Renzo Malacorti
- Luca Rossato
- Francesca Francia
- Lelio Caon
- Patrizia Gastone
- Valentina Lazzarotto
- Iuri Iorio
- Susanna Da Col
- Luca Verdi
- Stefano Guzzo
- Barbara Lecis
- Anna Capolupo
- Francesca Lombardo
- Davide Vidri
- Laura Polonioli
- Vittorio Friz
- Marco Dalla Piazza
- Silvia Barabino
- Fulvia Sottsass
- Alberto Lenisa
- Silvia Camin
- Irene Riccardi
- Ilaria Grigoretti
- Vanessa Venturelli
- Elena Agneti
- Cinzia Costantini
- Alessandro Scianamé
- Alberto Danese
- Martina Harb
- Manuela Facinelli
- Francesca Califano
- Andrea Cappelletti
- Barbara Pellegrini
- Edoardo Bianchi
- Cinzia Mantovani
- Sandro Garbin
- Silvia Capodaglio
- Eleonora Franzoso
- Roberto Sartin
- Paola Gesualdo
- Alvise Pilan
- Sandra Calabri
- Federico De Zorzi
- Ivana Trentini
- Antonio Favari
- Stefania Fiorese
- Anni Cicala
- Francesca Russo
- Caterina Stefanini
- Paolo Pelanda
- Loredana Armanaschi
- Laura Magro
- Eva Manfredini
- Giovanna Pasolli
- Alessandro Pivetta
- Valeria Vagheggi
- Martin Pittertschatscher
- Giovanna Ferraris
- Davide Marinovich
- Christian Keifl
- Romina Tavernini
- Irina lovati
- Carmen Obkircher
- Petra Baruffaldi
- Claudio Astronio
- Viktor Karadzhov
- Valentina Caradjov
- Fabio Polita
- Karin Albertini
- Michaela Bolognini
- Mirco Franconieri
- Michela Fontana
- Roberta Felis
- Annalisa Bergomi
- Helga Ungaro
- Roberta Ridolfi
- Federico Finstermacher
- Tatiana Gavriliuc
- Maria Giambò
- Monica Cotechini
- Piera Zanei
- Sabrina Bresadola
- Tiziana Plotegher
- Alice De Marzi
- Lucia Bettio
- Silvano Botteselle
- Maddalena Frau
- Elena Delrio
- Alexa Bonfanti
- Patrizia Torino
- Laura Bonora
- Simone Venturin
- Zerbetto Anna Maria
- Roberto Albanello
- Fam. Albani
- Maria Rosa Alfani
- Edith Ambonati
- Silvia Angeli
- Simonetta Angelini
- Angela Angiuli
- Graziana Figliuolo
- Bruno Forese
- Nicoletta Francato
- Piero Gallo
- Fam. Gambaroni
- Alessia Gavazzi
- Tanya Ghirardini
- Alessia e Paolo Gigli
- Luca Granitto
- Luciano Groppo
- Mirjam Guaglianone
- Fam. Guarnaccia
- Barbara Guidorizzi
- Irene Kemenater
- Iveta Krchnikova
- Andrea Landi
- Fam. Lazzarini
- Sandra Longhi
- Ilaria Maccagnoni
- Marco Mandolini
- Rita Martin
- Andrea Marzari
- Elisa Masi
- Elena Massaro
- Fam. Michelon
- Manuela Morandell
- Maria Grazia Morini
- Giuseppe Morotti
- Rudy Neri
- Lorena Nesi
- Luca Nesler
- Aljona Otto
- Patrizia Pappalardo
- Elisabetta Pavan
- Luca Pellegrini
- Renzo Penoni
- Samanta Pescosolido
- Stefano Peverotto
- Giorgia Piana
- Alessandra Piazza
- Maria Elena Picone
- Cinzia Piva
- Fabio Profico
- Michela Riccobono
- Emanuela Rielli
- Romina Roccato
- Veliz Rocio
- Loredana Rodighiero
- Matteo Rossetto
- Michela Rossignolo
- Claudia Rothmann
- Francesca Russo
- Massimiliano Salvi
- Fam. Santini
- Elena Savegnago
- Franz Schöpf
- Sabrina Seppi
- Barbara Sette
- Svatia Solanski
- Massimiliano Sosi
- Roberta Tagliavini
- Maria Tauber
- Andrea Tessaro
- Marco Timperio
- Lorella Tiralongo
- Enzo Todaro
- Helene Torggler
- Anna Giulia Travaglini
- Sebastiano Tropiano
- Cristina Verber
- Marika Viola
- Claudia Volpato
- Hildegunde Waldner
- Patrick Winkler
- Monica Zennaro
Die Argumentation kann ich
Die Argumentation kann ich nicht nachvollziehen: CLIL ist ja, soviel ich weiß, in allen Schulstufen gleichzeitig gestartet, in manchen Schulen/Schulstufen stärker, in anderen weniger stark, ganz abhängig davon, wie viele Lehrpersonen sich dazu bereit erklärt haben. Das heißt, es dürften den Viertklässlern im Vergleich zu den Drittklässlern maximal ein Jahr CLIL fehlen. Aber falls CLIL ein erfolgreiches Modell wäre, müsste es zumindest eine sichtbare Verbesserung geben. Aber genau das Gegenteil scheint der Fall zu sein. Auch wenn man die Eurac-Studie anzweifelt (was man ja tun kann, und das ist jetzt nicht ironisch gemeint), ist es unwahrscheinlich, dass, bei welchen Fragestellungen auch immer, ein umgekehrtes Ergebnis herauskommt. Und darum geht es doch: wenn CLIL als Maßnahme zu Verbesserung der Zweitsprachenkenntnisse eingesetzt werden soll, dann muss es einer solchen Studie Stand halten.
Was Sie, geehrte Eltern, in Ihrem offenen Brief schreiben, glaube ich Ihnen alles. Aber Sie können nicht von einer vermutlich relativ kleinen Gruppe auf die gesamte Bevölkerung schließen. Sie sorgen dafür, dass Ihre Kinder mit Kindern der anderen Sprache in Kontakt kommen, dass ihre Sprachkenntnisse gefördert werden. Ihre Kinder hätten die von Ihnen angesprochene Freude mit der Zweitsprache vermutlich auch ohne CLIL. Eine Sprache lernt man nun mal nur durch deren Anwendung. So gesehen hatte die gute alte "naia" auch ihr (vermutlich einzig) Gutes...
Im Übrigen bin ich der Meinung, dass den Sprachkenntnissen sowieso zu viel Beachtung geschenkt wird. Aber das ist eine andere Geschichte...
Ci fa piacere che anche i
Ci fa piacere che anche i genitori di lingua italiana facciano sentire pubblicamente la loro voce e siamo loro grate perché ci forniscono l’occasione per porre fine a un malinteso generato da un’interpretazione fuorviante dei risultati di Kolipsi II. Teniamo a ribadire che con il nostro studio non abbiamo “messo in dubbio la validità del metodo CLIL”: il metodo CLIL non è stato in alcun modo l’oggetto della nostra indagine, dunque non è stato né valutato, né tanto meno criticato. Il nostro obiettivo era capire se gli studenti sono in grado, a un anno dalla maturità, di interagire nella vita di tutti i giorni nella seconda lingua. Per questo ne abbiamo testato le competenze e abbiamo raccolto una serie di informazioni utili a comprenderne comportamenti, atteggiamenti, abitudini ed esperienze. Fra queste ultime anche quelle maturate a scuola, o tramite la scuola, come i gemellaggi e l’insegnamento veicolare della seconda lingua. Metà del campione di studenti italiani (47,3%, e il 44,4% dei genitori italiani hanno a loro volta dichiarato lo stesso cioè confermano il dato) iscritti nelle quarte superiori nell’anno scolastico 2014/2015 ha dichiarato di aver fatto esperienza di insegnamento veicolare del tedesco (chi solamente in un grado scolastico, chi in tutti e tre) e noi abbiamo provato a osservare se esiste una correlazione fra questo tipo di esperienza, che per noi rappresenta una variabile al pari della motivazione o dell’atteggiamento nei confronti della comunità di seconda lingua, e i risultati dei test. L’esito per quanto concerne il nostro campione, ormai è noto: non si osservano differenze statisticamente significative tra le competenze di chi ha fatto esperienza veicolare di insegnamento del tedesco – e dunque è stato esposto a un numero maggiore (e senz’altro variabile da studente a studente) di ore di tedesco tramite questo tipo di esperienza - e gli studenti che non hanno fruito di questa possibilità. Niente di più e niente di meno.
Inoltre, abbiamo esaminato le impressioni degli studenti e dei loro genitori in merito alle esperienze CLIL maturate. Ne emerge - e lo abbiamo detto chiaramente durante la presentazione dei risultati dello studio - che la maggior parte degli studenti e dei genitori dà un giudizio positivo dell’”esperienza CLIL” e ritiene che essa abbia influito positivamente sulle conoscenze linguistiche e contenutistiche. In particolare, la maggioranza degli studenti ritiene di avere acquisito un bagaglio lessicale più ricco e di aver imparato molte nozioni della materia, anche se più di un terzo dei ragazzi non è convinto di non aver perso delle informazioni essenziali nella materia. Il giudizio in assoluto meno positivo è quello relativo all’apprezzamento della seconda lingua che non pare aver tratto un’ulteriore spinta dall’esperienza CLIL. In merito a quest’ultimo punto si osserva una discrepanza fra le impressioni dei ragazzi e il sentire dei genitori che dichiarano in più larga misura che i propri figli hanno imparato ad apprezzare di più la seconda lingua grazie all’insegnamento CLIL.
Siamo le prime a rallegrarci dall’entusiasmo mostrato dai genitori dei bambini iscritti nelle cosiddette classi bilingui per i progressi linguistici dei loro figli. È nell’interesse di tutti che il bilinguismo e il plurilinguismo siano una realtà concreta e diffusa nella nostra società ed è bene ribadire, se mai qualcuno avesse frainteso, il nostro lavoro ha come obiettivo proprio la promozione e il sostegno del bilinguismo/plurilinguismo in Alto Adige. Da che mondo e mondo la valutazione fa parte del processo di formazione e di crescita: perché, dunque, invece che serrare i ranghi e arroccarsi su posizioni di difesa e tutto sommato di chiusura, non si coglie l’occasione per fare il punto della situazione, individuando le aree di eccellenza e le criticità – che inevitabilmente ci sono, come in tutte le cose – e da lì ripartire con nuovo slancio sulla strada verso una società dove non accada, per esempio, che il 38,9% dei ragazzi italiani dichiari di non utilizzare mai il tedesco per chiacchierare? Oltre ai risultati degli esami di certificazione linguistica e delle impressioni, senz’altro utili ma non esaustive, di genitori, insegnanti e degli alunni stessi, non esistono altri dati empirici sulle esperienze CLIL in Alto Adige e anche a livello internazionale si chiede a gran voce di porre rimedio a questa che è indicata come una grave lacuna nel panorama CLIL. Occorrono studi scientifici – possibilmente longitudinali - ed evidenze statistiche per sancirne, oltre ogni ragionevole dubbio, la ricaduta sulle competenze linguistiche ma anche per chiarire fino dove può e deve spingersi la scuola e dove invece sono le famiglie e i ragazzi stessi che, smesso di delegare tutto alla scuola, devono mettere in moto quel circolo virtuoso affinché la lingua diventi davvero strumento di comunicazione, di convivenza e di partecipazione. E noi siamo qui per questo.
Andrea Abel & Chiara Vettori