Politica | Intesa gialloverde

Un trentino al governo

Riccardo Fraccaro ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta. Oggi alle 16 il giuramento. Bufera sulle dichiarazioni di Juncker.
Schullian, Manfred, Fraccaro, Riccardo
Foto: Salto.bz

Dopo 88 giorni l’Italia esce dall’impasse. Il governo Conte può partire, stavolta per davvero. Alle 22 di ieri, 31 maggio, il Professore ha accettato l’incarico e presentato la lista dei ministri dopo la fumata bianca del Quirinale su Paolo Savona “spostato” alle Politiche comunitarie. I ministri sono 18 in tutto più il Presidente del consiglio; 5 le donne, 6 i leghisti, 3 i tecnici e 9 i 5 stelle, fra questi Riccardo Fraccaro, già questore anziano della Camera, che ora sarà a capo del dicastero dei Rapporti con il parlamento e democrazia diretta. Ai due leader di M5s e Lega, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che saranno entrambi vicepremier, andranno rispettivamente Lavoro, Politiche Sociali, Sviluppo Economico e gli Interni. ll giuramento ci sarà oggi alle 16.

 

Il canto della vittoria

Esulta Fraccaro chiamando a raccolta i cittadini per l’appuntamento di domani: “Il 2 giugno1946 con il referendum i cittadini hanno scelto la Repubblica. I grandi cambiamenti passano dal voto, siamo in un momento storico: può nascere la Terza Repubblica. Sabato ci vediamo tutti a Roma con il tricolore per ricordare al mondo intero che #IlMioVotaConta!”. Festeggia, su Facebook, anche la consigliera comunale pentastellata di Bolzano Maria Teresa Fortini: “Per la prima volta, Democrazia diretta! Un ministro che si occuperà di politica dal basso, di decisioni prese dal popolo, di referendum abrogativi senza quorum e l’introduzione del referendum propositivo: leggi proposte dai cittadini e votate dagli stessi”. “Commosso” si dice il deputato del Carroccio Filippo Maturi:

Dopo l’annuncio del nuovo governo a scatenare le polemiche - che seguono quelle sulle recenti dichiarazioni del commissario europeo per il bilancio Günther Oettinger, tradotte con approssimazione dal giornalista che lo aveva intervistato - è stato il commento del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker che il Guardian, quotidiano britannico, aveva riportato così: “Juncker: gli italiani devono lavorare di più ed essere meno corrotti”, titolo ripreso da diverse agenzie italiane. Immediata la reazione di Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo che aveva chiesto a Juncker di “smentire immediatamente le frasi che gli vengono attribuite, perché se fossero vere sarebbero inaccettabili”. A onor del vero questo è quello che Juncker ha detto esattamente: “Gli italiani devono prendersi cura delle regioni povere dell’Italia. Questo significa più lavoro; meno corruzione; serietà. Li aiuteremo come abbiamo sempre fatto. Ma non si deve giocare a caricare di responsabilità l’Unione Europea. Un paese è un paese, una nazione è una nazione. I paesi vengono prima, poi viene l’Europa”.