Grands vanteurs, petits faiseurs.
Ottavini ma anche no, perchè la sfida Francia Argentina è roba almeno da semifinale.
Fuori con merito l'Albiceleste: ha mostrato meno di quel che aveva a disposizione.
Fuori con demerito l'Argentina: ha mostrato coraggio, cuore. e passione, rischiando di riagguantarla nel recupero, sempre in partita anche quando sembrava di no.
Mio suocero, sul 2 a 1 per i sudamericani ha sentenziato: il mondiale lo vince l'Argentina. Poi sono seguite le tre pere tricolori e lui ha sentenziato di meno. Però è vero che questa pazza Argentina uscita agli ottavi poteva anche vincerla, la coppa, in virtù delle sue caratteristiche e anche dei suoi difetti. Così non è stato, ma tutto è accaduto secondo me con onore e dopo una battaglia sportiva d'altri tempi, impreziosita da alcune perle da lasciare a bocca aperta.
Messi:
come previsto nel premondiale tutti stavano lì ad acclamare i più grandi, aspettando poi l'occasione per azzannarli quando fossero finiti per terra. E così è stato. Messi è stato spernacchiato a destra e a manca, per il rigore sbagliato, perchè Ronaldo è più forte, perchè non segna o segna poco, perchè vuol fare lui l'allenatore. Dalla prima partita la vox populi ha sentenziato che no, Messi non è il più forte. Come se poi fosse nel calcio questo a fare la differenza, o se seguendo e analizzando le partite e le sconfitte argentine fosse proprio da individuare in Messi il fattore x a decidere la vita o la morte dell'Argentina. Ma facciamo un semplice esempio: anche Maradona cosa avrebbe potuto fare con il suicidio di Caballero con la Croazia, che ha finito per condizionare irrimediabilmente quella sifda?
Adesso che sia Messi che Ronaldo sono fuori, l'eco delle pernacchie raggiunge con i suoi meme ogni angolo del pianeta. Ma come ha scritto Giancarlo Riccio ieri su salto.bz, questa è l'ennesima manifestazione di un tifo contro portata avanti da rancorosi in preda alla noia, quello che la platea italiana sta diventando, abituata a contare se non poco comunque meno di altre platee più ricche.
Tre esempi di quando i grandi cadono:
1994: Baggio deve tirare il rigore della speranza nella finale contro il Brasile. Incredibilmente lo sbaglia. Baggio non è un campione? Eppure non l'aveva forse raggiunta quasi da solo, quella finale?
1998: Ronaldo scende dall'aereo brasiliano zoppo e mezzo morto. Nella finale contro la Francia incide niente. Uno dei più forti Brasili della storia viene falciato da una delle France più forti della storia. Mistero, ma anche in questo caso, mito intatto, carriera sfuggente. Un campione sconfitto alla fine da un ginocchio ribaldo e forse in seguito dalla panza.
1994: Nella finale di Coppa dei Campioni il favoritissimo Barcellona di Crujiff ne prende 4 dal Milan. Le dichiarazioni della vigilia esprimevano un qual certo eccesso di sicurezza dei Blaugrana che si giocano così il trofeo. Ma quel Barça resta stellare.
Questo per dire che il calcio è uno sport meraviglioso anche perchè imprevedibile, che le sconfitte non scalfiscono in definitiva i talenti ed i campioni, ma anzi, se possibile li umanizzano rendendoceli più simpatici.
E la Francia? Dopotutto a lei è dedicato il titolo del post.
La Francia vince e stupisce, si conquista la vittoria sul campo dopo una partita entusiasmante, e ha i numeri per arrivare fino alla fine, sempre che dopo il vantaggio non decida di fare catenaccio facendosi rimontare, perchè poi la controrimonta non è che sia una costante, anzi....