Politica | Replica

"Non siamo estimatori del terrorismo"

Alle accuse di Alessandro Bertoldi risponde uno dei manifestanti pro Palestina di piazza Walther: “non siamo estremisti, amici di Hamas e falsi pacifisti".

In una presa di posizione, riportata sulla stampa e diffusa sui social network, Alessandro Bertoldi di Forza Italia aveva definito in maniera pesante i partecipanti alla manifestazione di mercoledì 30 luglio pro Palestina

“Oggi in piazza Walther a Bolzano, estremisti, "amici di Hamas", falsi pacifisti ed estimatori del terrorismo internazionale islamico si sono ritrovati per disgustare gli altoatesini, il buonsenso e per manifestare il loro sadomasochismo, nonché chiedere di boicottare uno Stato sovrano com'è Israele […].”

In merito Marco Russo, uno dei partecipanti alla manifestazione nonché filosofo e ricercatore all’università di Innsbruck, ha scritto a Bertoldi una lettera aperta spiegandogli la sua Weltanschauung. E chiedendogli di scusarsi per le sue parole definite offensive. 

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Gentile signor Bertoldi.

Purtroppo non abbiamo mai avuto la possibilità di conoscerci di persona ma colgo l’occasione di presentarmi attraverso questa lettera aperta. Mi chiamo Marco Russo, e come molti altri facevo parte di quel corteo radunatosi lo scorso mercoledì in piazza Walter per esprimere un gesto di solidarietà e di pace nei confronti di un conflitto ormai assurdo e tragico. Le scrivo questa lettera per esporle un po’ la mia »Weltanschauung« cioè il mio modo di vedere il mondo, in poche parole la mia filosofia. 

Un elemento fondamentale della mia filosofia consiste nel vedere il vero valore della democrazia non necessariamente e solamente nelle caste politiche o strategie di una politica di partito ma bensì in una politica che parte dalla base: cioè la moltitudine creativa della popolazione che s’interessa e s’ingaggia per gestire la vita pubblica e comune in maniera solidale e pacifica. Il richiamo di radunarsi per solidarsi con il popolo di Gaza non è una presa di posizione per il terrorismo. Anzi: durante il comizio è stato sempre evidenziato che la realtà di questo conflitto è basata sull’elemento paradosso e assurdo che entrambe le parti sono vittime e carnefici allo stesso tempo e che questa solidarietà espressa attraverso il raduno è indirizzata alla popolazione civile d’entrambe le parti.  

Attraverso il mio lavoro come filosofo e ricercatore all’università di Innsbruck, ho avuto spesso la possibilità di confrontarmi con il conflitto in Israele e Palestina – naturalmente dal punto di vista intellettuale. In questo contesto, ho avuto la possibilità di viaggiare in Israele ed in Palestina, di entrare in dialogo con ebrei e mussulmani, con rabbini e imam. Inoltre ho avuto la possibilità di conoscere una donna veramente eccezionale: la regista israeliana Yulie Cohen Gerstel. Yulie da giovane ragazza è stata vittima a Londra di un attentato terroristico. Per anni è rimasta traumatizzata: non capiva il senso di quest’atto di violenza, finché non ha deciso di conoscere personalmente quel ragazzo palestinese che aveva eseguito quella strage. Quell’incontro ha capovolto radicalmente la sua vita: da quell’incontro in poi e fino ad oggi, Yulie s’ingaggia attivamente per la pace e il dialogo fra la popolazione israeliana e palestinese.

Come ultimo esempio le voglio raccontare, che esattamente una settimana fa ho partecipato a una festa della comunità ebraica presso la sinagoga di Firenze. È stata una serata molto interessante. E guarda caso, quella persona, cioè io, che una settimana fa comunicava tra l’altro con israeliani, pochi giorni fa ha partecipato a un gesto di solidarietà per la popolazione civile di Gaza. Perché? Perché, come si suol dire, »non me ne frega niente« se una persona è israeliana o palestinese, africana o europea, musulmana, cristiana o ebraica: il vero valore di una persona sta per me nelle sue gesta, nel suo essere e nella sua dignità e infine nel rispetto verso l’altro. 

Infine le voglio esporre il vero motivo di questa lettera. Lo sa cosa trovo veramente disgustoso? Trovo disgustoso che un esponente di un partito politico offende e giudica pubblicamente 200 persone le quali si sono radunate per un gesto di pace e di solidarietà, diffamandole pubblicamente come »estremisti, amici di Hamas, falsi pacifisti ed estimatori del terrorismo internazionale islamico«. Personalmente mi sento offeso, perché finora, in tutti i miei testi pubblicati in riviste e libri e durante tutte le mie relazioni pubbliche, non ho mai preso posizione per la legittimazione di atti di violenza o atti terroristici, ma bensì per la pace e la democrazia. E penso di non essere l’unica di tutte quelle 200 persone lì radunate. Per questo motivo le chiedo cortesemente di scusarsi pubblicamente per l’articoletto pubblicato sul quotidiano Alto Adige venerdì 1 agosto 2014.

Cordiali saluti,

Marco Russo 

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Andrea Terrigno Lun, 08/04/2014 - 10:35

come al solito un politicuzzo populista cerca di guadagnarsi visibilità tentando di screditare un'iniziativa popolare. Risultando penoso. Taccio poi del quotidiano che ben si presta a tali giochetti di retorica qualunquista.

Lun, 08/04/2014 - 10:35 Collegamento permanente
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Marco Russo Mar, 08/05/2014 - 10:47

La cosa veramente assurda è che ho mandato questa presa di posizione anche all'Alto Adige. Invece di pubblicare il mio testo hanno ripubblicato lo stesso e identico testo di Bertoldi che avevano già pubblicato giovedì. Altrocchè intrallazzi SVP e Athesia... Qui a quanto pare Alto Adige e Forza Italia...

Mar, 08/05/2014 - 10:47 Collegamento permanente