“Stralciate quell’emendamento”
Pietra dello scandalo è l’emendamento firmato dai senatori Julia Unterberger, Dieter Steger, Meinhard Durnwalder e dal collega del Gruppo per le autonomie Albert Laniece, e inserito nel disegno di legge di conversione del decreto Semplificazioni approvato al Senato dalle commissioni riunite I e VIII: “Per il territorio della Provincia autonoma di Bolzano la conoscenza della lingua tedesca costituisce requisito sufficiente di conoscenza linguistica necessaria per l’esercizio delle professioni sanitarie”. L’articolo deve passare il vaglio dell’Aula per poi approdare alla Camera ma intanto la Svp, che in cambio dell’appoggio a un governo Conte in sofferenza e quindi del sì al voto di fiducia, aveva stilato una serie di richieste - il rinnovo della concessione per l’A22, la norma di attuazione sulla formazione dei medici, la delega sugli orari dei negozi e la gestione provinciale di lupi e orsi -, porta a casa il primo risultato. In pratica i camici bianchi, gli infermieri e gli ostetrici di lingua tedesca potranno iscriversi all’Ordine dei medici e agli albi professionali e dunque esercitare senza conoscere l’italiano. Nei servizi sanitari di pubblico interesse dovrà comunque essere assicurato agli utenti l’uso delle due lingue.
La critica
“Non sapevo che la provincia di Bolzano fosse stata annessa all’Austria - ironizza Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Medici (FNOMCeO) -. La lingua ufficiale del nostro Paese, del nostro Servizio sanitario nazionale, è ancora l’italiano. E, a prevederlo, è proprio lo Statuto di Autonomia della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige, il DPR n. 670 del 31 agosto 1972, avente valore di legge costituzionale, oltre alla Legge 482 del 15 dicembre 1999”.
E ancora: “Comprendiamo l’importanza del bilinguismo in Alto Adige e, anzi, lo appoggiamo, in ottemperanza all’articolo 20 del nostro Codice deontologico, che considera il tempo della comunicazione quale tempo di cura. Questa misura però attua la separazione normativa della provincia di Bolzano dal Servizio sanitario nazionale, modificando i requisiti e i titoli che la normativa prevede per praticare la professione medica in Italia, tra i quali la conoscenza della lingua italiana, da accertarsi, per i medici stranieri, all’atto dell’iscrizione all’Ordine”.
L’appello è quindi è al governo e al parlamento “perché facciano un passo indietro e stralcino l’emendamento, o lo annullino per mezzo di un emendamento soppressivo”, così Anelli il quale ricorda infine che una legge provinciale che andava nella stessa direzione è stata impugnata dall’esecutivo di fronte alla Corte Costituzionale.
Ich habe da schon ein
Ich habe da schon ein Grundsatzproblem:
es genügen deutschsprachige Ärzte und italienische Beipackzettel.
Politik, die Intelligenz der Individuen.
Non facciamo parte dell
Non facciamo parte dell'austria ma nessuno da noi capice perchè i medici italiani che non sanno neanche una parola di tedesco possono lavorare da noi (anche in ospedale e come medici d'urgenza) ma i medici austriaci e tedeschi che vogliono lavorare quà (il caso concreto era un medico di laboratorio senza contatto al pubblico) non lo possono fare anche se sono disposti a imparare l'italiano almeno per raggiungere un livello C2!
In risposta a Non facciamo parte dell di Martin Senoner
perché siamo in Italia!
perché siamo in Italia!