Cronaca | Eversione

Altoatesini alle marce xenofobe

Naziskin sudtirolesi e tedeschi hanno sfilato assieme in Germania, il loro rapporto si è rafforzato, denuncia l’intelligence. Il rischio europee e gli anarchici a Trento.
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Foto: dinamopress.it

L’evoluzione non è positiva, comunque la si pensi, a meno che non si parteggi per l’estrema destra. I servizi di intelligence italiani segnalano l’intensificarsi dei rapporti tra naziskin sudtirolesi e neonazisti tedeschi, che sarebbe provato anche dalla partecipazione dei primi alle manifestazioni contro gli stranieri in Germania. A livello regionale, viene citata la bomba carta esplosa il primo settembre 2018 a Rovereto all’esterno della sede Randstad, “dove sono apparse scritte No Tap”. Episodi attribuiti al movimento anarco-insurrezionalista colpito recentemente dagli arresti per terrorismo effettuati a Trento.

 

Le minacce per la Repubblica

 

La relazione 2018 sulla politica dell’informazione per la sicurezza, presentata giovedì dal premier Giuseppe Conte assieme ai vertici delle agenzie di sicurezza (Dis, Aise, Aisi), analizza tutte le minacce per la Repubblica italiana, dalla jihad internazionale al cyberterrorismo.

 

 

Pochissimi, quasi assenti, i passaggi che chiamano in causa il Trentino Alto Adige. Anche se qualcosa c’è nella sezione “eversione ed estremismi”, introdotta e occupata in gran parte dalla “minaccia anarco-insurrezionalista”. Che si conferma, scrivono i servizi segreti, “l’espressione più insidiosa nell’eversione interna, capace di tradurre in chiave offensiva gli appelli istigatori della propaganda d’area”. 

 

Fronte anarco-insurrezionalista

 

Alla “lotta contro la repressione” e all’antimilitarismo militante si associano l’opposizione al “dominio tecnico-scientifico” e la campagna contro le grandi opere (Trans adriatic pipeline-Tap in primis), ma sul fronte locale si è vista negli anni scorsi anche l’opposizione al tunnel del Brennero e alle tratte di accesso, assieme al collegamento storico dei militanti locali con le lotte anti-Tav in Piemonte.

Riguardo alla lotta contro la costruzione del Tap in Salento si registra il caso delle bombe carta esplose, rispettivamente il 15 marzo a Lecce e il primo settembre a Rovereto (Trento), all’esterno delle sedi Adecco e Randstad, entrambe chiosate dalla scritta No Tap vergata sul muro adiacente l’ingresso 

Viene ricordato, sul fronte delle capacità operative, “l’attacco del 12 agosto alla sede della Lega di Villorba (Treviso)”, ma in Trentino ne è avvenuto un episodio simile, la bomba carta esplosa nella sede del Carroccio di Ala contestuale all’arrivo di Salvini per la campagna elettorale delle scorse provinciali. È un altro degli episodi contestati ai sette arrestati. Un’ulteriore associazione è possibile con “la significativa azione incendiaria del 24 dicembre ai danni dei laboratori di robotica dell’Istituto italiano di tecnologia di Genova”. Le modalità ricordano l’attentato incendiario (nel 2017) ai danni del laboratorio di crittografia del dipartimento di Fisica a Povo, Trento.

 

 

Si passa alla contestazione contro il Tap in Salento. Riguardo al danneggiamento delle agenzie di lavoro interinali “ritenute coinvolte nella realizzazione dell’infrastruttura” si registra “il caso delle bombe carta esplose, rispettivamente il 15 marzo a Lecce e il primo settembre a Rovereto (Trento), all’esterno delle sedi Adecco e Randstad, entrambe chiosate dalla scritta No Tap vergata sul muro adiacente l’ingresso”. 

Le altre minacce sono i circuiti marxisti-leninisti - per i quali si segnalano le azioni di solidarietà per Nadia Desdemona Lioce, leader delle Nuove Brigate Rosse responsabili degli omicidi di Massimo D’Antona e Marco Biagi - e gli antagonisti, ex no global e Disobbedienti, che confrontandosi con la destra radicale alimentano la “conflittualità tra opposti estremismi”. 

 

Ultradestra, viva e vegeta

 

Quarta voce per “l’ultradestra”, capitolo nel quale l’intelligence non manca di monitorare l’attività in provincia di Bolzano. Nell’ambito di una sorveglianza su un panorama nazionale e non solo “caratterizzato da una pronunciata vitalità” che potrebbe intensificarsi con l’approssimarsi delle europee.

In Alto Adige i tradizionali contatti tra gruppi skinhead germanofoni e circuiti neonazisti tedeschi si sono ulteriormente rafforzati, facendo registrare la presenza di militanti altoatesini ad iniziative di protesta d’impronta xenofoba svoltesi in Germania

L’incremento delle azioni “di impronta marcatamente razzista e xenofoba - precisano i servizi - si è accompagnato ad una narrazione dagli accenti di forte intolleranza nei confronti degli stranieri che, al di là del richiamato omicidio di Macerata, potrebbe aver concorso ad ispirare taluni episodi di stampo squadrista e gesti emulativi e potrebbe conoscere un inasprimento con l’approssimarsi dell’appuntamento elettorale europeo”.

 

 

Il fermento organizzativo e programmatico delle componenti hammerskin nel Nord Italia, “interessate ad espandersi”, oltrepassa la frontiera. “In Alto Adige - ecco la parte sul territorio sudtirolese, che riprende e accentua il passaggio del 2017 - i tradizionali contatti tra gruppi skinhead germanofoni e circuiti neonazisti tedeschi si sono ulteriormente rafforzati, facendo registrare la presenza di militanti altoatesini ad iniziative di protesta d’impronta xenofoba svoltesi in Germania”. 

Altra conferma per “la spiccata proiezione internazionale” delle principali formazioni d’area funzionali all’affermazione di un “fronte identitario paneuropeo, a difesa delle radici etnico-culturali dell’Europa, di orientamento filorusso e anti-Usa e Nato”.