Il lupo M24 si è rifatto vivo
Si chiama M24 ed è un giovane lupo che da tre anni si muove tra le montagne del Trentino, del bellunese ma anche dell'Alto Adige. Tracce del suo passaggio sono state infatti trovate nell'Alta Val di Non, vicino a St. Felix, dove nei giorni scorsi due escursionisti si sono imbattuti nella crassa di un cervo che sicuramente è stato il pasto di M24.
"Questo lupo è solo, non ha ancora costituito un branco. Ma esiste una possibilità concreta che ciò accada nei prossimi anni o decenni. Questo però non significa che l'esistenza di un branco sia dannosa per la nostra società." racconta Heinrich Erhard Direttore dell'ufficio Caccia e Pesca della Provincia Autonoma di Bolzano. M24 proviene dalle alpi Marittime Occidentali ed è stato visto, o monitorato, in Engadina, sul gruppo delle Maddalene e in provincia di Belluno. Tutto l'arco alpino è infatti negli ultimi anni luogo di ripopolamento dei grandi predatori che, fino al 1700, erano stati padroni di rocce e boschi.
Grandi predatori come l'orso, il lupo e la lince, che difficilmente possono essere un pericolo diretto per l'uomo. "In particolare il lupo non rappresenta una minaccia diretta per noi; l'orso è l'unico che in determinate situazioni estreme può rivelarsi pericoloso" sottolinea il dottor Erhard, che però presenta anche quello che potrebbe essere un punto di criticità connesso alla presenza di M24. Come è già successo con l'orso, reintrodotto nel Parco Naturale Adamello Brenta a partire dal 1997, l'opinione pubblica locale, inizialmente entusiasta, ha cambiato idea nel momento in cui gli orsi hanno cominciato a combinare guai. "Le diatribe sono ineliminabili. Per quanto riguarda l'opinione pubblica delle città, il livello d'accettazione di questi animali è molto alto. Il discorso è completamente diverso se prendiamo in considerazione la realtà rurale. Non c'è una grande simpatia nei confronti dei grandi predatori." Soprattutto nella Provincia di Bolzano, infatti, l'abbandono della montagna e della sua tradizionale economia basata sull'allevamento è marginale. I pascoli, dove ovini e caprini brucano allo stato brado, rischiano di diventare luoghi di caccia privilegiati per i lupi come lo sono, a volte, per gli orsi. "Le misure preventive di protezione di pecore e capre (recinti elettrificati, stalle rinforzate, nda.) sono estremamente costose soprattutto perché abbiamo una struttura agricola molto consistente, ma la Provincia risarcisce il 100% dei danni provocati da questi animali selvatici."
Dove invece non c'è pericolo che M24 e i suoi simili disturbino l'uomo è nella caccia alla fauna selvatica. "Godiamo di una buona consistenza di fauna selvatica, quindi la predazione di caprioli e cervi è assolutamente sostenibile. Sarà però necessario, da parte dei cacciatori locali, un cambiamento di mentalità e di cultura, ora che il lupo è tornato. Ma è solo una questione di tempo", conclude Heinrich Herard, convinto che il lupo non sarà un problema insormontabile per il nostro territorio.
Di seguito due video-trappole che hanno immortalato, negli anni scorsi, il passaggio del giovane M24.