“I poliziotti sono protetti”
“Vogliamo sensibilizzare la popolazione sul fatto che gli operatori della polizia di Stato operano in sicurezza, con le opportune protezioni individuali fornite dal ministero seppure dopo alcuni tentennamenti. Dunque non rappresentano dunque un pericolo di contagio nel caso un cittadino venga fermato per i controlli”. È il messaggio che arriva da Franco Maria Biasi, referente regionale del Mosap-Movimento sindacale autonomo di polizia, riguardo all’attività di controllo avviata in Alto Adige sul rispetto delle misure restrittive contro l’epidemia da coronavirus (prorogate fino a Pasqua).
Alcuni agenti a casa
Un intervento che segue alcune prese di posizione giunte da altri sindacati, ad esempio sulla dibattuta questione del tampone, e soprattutto la nota di Fabio Conestà, segretario nazionale della sigla autonoma, aderente al Coisp, che il 30 marzo aveva chiesto “maggiori tutele” per gli agenti in servizio.
In provincia di Bolzano sono oltre un centinaio gli operatori impegnati nei controlli, comprendendo volanti della questura, polizia ferroviaria e stradale (quest’ultima competente sia sulla viabilità ordinaria e che sull’A22). In realtà, chiarisce Biasi, si è registrato qualche caso di tampone positivo al coronavirus fra gli agenti dall’inizio dell’epidemia e ci sono alcuni colleghi a casa, a scopo di cautela, per sintomi compatibili con il Covid-19, anche se non si tratterebbe di diagnosi conclamate: “Tutti i casi sono sotto controllo e sono state prese tutte le precauzioni - precisa -. Inoltre i medici della polizia di Stato hanno attivato tutti i protocolli di sicurezza in contatto con l’ufficio provinciale di igiene e i colleghi sono a casa”.
Rassicurare i cittadini
Riguardo all’intervento del sindacato autonomo, in primis è volto a rassicurare la cittadinanza. Gli agenti con la divisa della polizia di Stato che vigilano nelle strade e nei punti nevralgici della mobilità, dalle stazioni all’autostrada, non sono vettori di contagio. È quanto ribadisce Biasi: “Vogliamo far presente che tutti gli operatori indossano le mascherine, i guanti in lattice ed eventualmente un paio di occhiali in maniera tale che gli occhi siano protetti. Vengono impiegati liquidi disinfettanti per le mani ed è inoltre operativo un protocollo che prevede l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuali in caso di pericolo d’esposizione ad un possibile contatto”.
Il referente del Trentino Alto Adige cita l’intervento del suo segretario nazionale. “Conestà è già intervenuto nelle sedi preposte per far garantire la tutela e integrità fisica di tutti gli operatori con una lettera aperta ripresa da tutte le agenzie di stampa nazionali”.
Tampone o no
C’è poi la questione del tampone. Il Mosap è scettico sulla reale utilità di un controllo a tappeto con questa modalità di test. “L’ esecuzione del tampone nel personale della Polizia di Stato è necessario nei soggetti Covid-19 positivi, asintomatici, prima della riammissione in servizio. È indicata nei contatti stretti, al termine della quarantena e prima della riammissione in servizio, valutando anche i profili di impiego del personale interessato. Non deve essere effettuata nei contatti indiretti”.
Piena fiducia infine alla vigilanza effettuata dai sanitari della polizia di Stato. “Per quanto riguarda la nostra provincia - conclude il coordinatore regionale -, i medici del corpo effettuano una continua attività di controllo e prevenzione e hanno avviato tutti i protocolli in sinergia con l’ ufficio di igiene provinciale. Siamo certi quindi di aver fatto chiarezza per gli uomini e le donne della polizia di Stato, i loro familiari e tutti i cittadini”.