"L'Europa intervenga adesso"
“Il fenomeno dei profughi non è né imprevisto né imprevedibile ma di natura stabile, perciò non si può più parlare di ‘emergenza’”.
Il presidente di LiberalPd, nonché sindaco di Catania (al suo quarto mandato) e già Ministro dell'Interno nel governo D'Alema II e Amato II, Enzo Bianco, sa bene di cosa parla. Per gestire i continui flussi nella provincia di Catania sono stati messi a disposizione 4 palazzetti dello sport che possono ospitare ciascuno 400 persone e i numeri parlano di 12-14 mila presenze. 400 fra uomini, donne e bambini che hanno a disposizione 10-12 bagni in tutto. Eppure, precisa Bianco, malgrado il poco sostegno da parte delle istituzioni “Catania ha reagito con grande generosità, forse non ci siamo dimenticati che una volta anche noi siamo stati migranti”.
Al tavolo dei relatori, questa mattina in occasione dell’incontro sul tema dell’immigrazione, oltre a Enzo Bianco, il sindaco Luigi Spagnolli per il PD, il vicesindaco Klaus Ladinser per la SVP, Claudio Della Ratta per il PSI, Rudolf Benedikter per Projekt Bozen, Claudia De Lorenzo per la Lista civica per Spagnolli ed Elena Artioli.
“Restiamo umani”, soleva ripetere l’attivista pacifista Vittorio Arrigoni ucciso a Gaza nel 2011, ed è sulla lezione di questo adagio che Bianco modella il suo intervento. “Occorre riflettere, allargare l’angolo di visuale, servono corridoi umanitari efficienti, nuovi uffici operativi per Frontex, come può essere ad esempio che la sede centrale sia addirittura a Varsavia?”, si chiede l’ex Ministro che aggiunge: “vanno contrastate con forza le organizzazioni criminali che lucrano sul traffico di esseri umani ed è bene precisare che su quei barconi non viaggiano certo i terroristi, i quali sono spesso cittadini europei di seconda o terza generazione e che di certo non rischiano la vita per mare”. C’è poi la questione dei respingimenti sui convogli, sottolinea ancora Bianco, compiuti spesso, sembra, in maniera arbitraria, “mi fa ribrezzo, qualora fosse vero, pensare che la polizia impedisca alle persone di salire sui treni in base al colore della pelle”, dice.
Sul fronte sicurezza Bianco ha spiegato che secondo recenti dati Istat condotti su 30 città italiane, fra cui Bolzano, i reati gravi sono diminuiti mentre sono aumentati i furti, soprattutto al nord, ma la stragrande maggioranza di questi crimini non è compiuta dai profughi, bensì, in molti casi, da individui di origine slava. Sulla questione della sicurezza è intervenuto anche il sindaco Spagnolli che, insieme al presidente di LiberalPd, fa parte dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), che costituisce un filo diretto quotidiano con il governo per cercare di arginare la questione dei flussi migratori, sebbene i finanziamenti siano tuttora insufficienti. “La percezione di insicurezza - ha puntualizzato il primo cittadino - non può essere ignorata ma va scissa dal concetto di immigrazione”. A fargli eco il vicesindaco Ladinser che, prendendosela anche un po’ con la stampa nella persona del moderatore del dibattito Paolo Mantovan del quotidiano Alto Adige, ha criticato un certo qual vizio di taluni giornali di trattare il concetto di umanità confondendolo con il problema della sicurezza.
L’imperativo kantiano per tutti, da Della Ratta, a Benedikter, a De Lorenzo, resta quello di trovare una strategia efficace per far fronte al fenomeno - dal momento che il capoluogo altoatesino è ormai saturo - con il sostegno attivo dell’Unione Europea. Enzo Bianco - che il prossimo 7 maggio incontrerà il Ministro dell’Interno Alfano a cui illustrerà anche il quadro della situazione a Bolzano - si dice fiducioso riguardo la fattibilità di un’azione politica complessiva: “credo che l’ultima tragedia accaduta nel Mediterraneo abbia finalmente smosso le coscienze europee”.
Nel frattempo, da oggi, grazie anche all’intervento attivo dell’assessora provinciale alle politiche sociali Martha Stocker, che nelle ultime ore si è recata più volte in stazione a Bolzano -, è operativo uno spazio sul binario 1, destinato alla prima assistenza ai profughi che arrivano in treno da sud, sebbene il locale al momento sia gestito dalla polizia ferroviaria e non sia quindi disponibile h24, come precisato da Spagnolli. "Il 1° maggio e stamattina la situazione è traquilla. Ieri erano una cinquantina i profughi in stazione, assistiti da circa 15 persone di Volontarius, Croce rossa e altri volontari. Stamattina sono tra i 70 e gli 80 i profughi nello scalo bolzanino", riferisce il direttore di Ripartizione Luca Critelli, che coordina le attività della Provincia in stazione d'intesa con la Protezione civile provinciale e che oggi ha accompagnato la consegna del nuovo locale.
Il plenipotenziario di Benko, Heinz Peter Hager, ha dato il via libera invece all’utilizzo dell’Hotel Alpi come ulteriore punto di appoggio per i profughi. Una soluzione, però, fortemente criticata da Alessandro Urzì che parla di “colpo basso definitivo alla città”. In molti, da Stocker ai membri di Volontarius, tengono a precisare che sono gli stessi migranti a non volersi trattenere a lungo sul nostro territorio perché diretti verso il nord Europa, in Norvegia, perlopiù.
Al momento sono quattro le strutture agibili per accogliere i profughi: caserma Gorio ai Piani, Bagni di Zolfo e Casa del lavoratore ad Aslago (tutte e tre a Bolzano) e Casa Arnika a Merano. La Caserma Gnutti a Prati di Vizze, inoltre, potrebbe temporaneamente ospitare fino a 50 persone, ma nella zona c’è ancora forte resistenza da parte della popolazione. “Finché avremo le risorse - ha assicurato tuttavia il sindaco - non smetteremo di offrire il nostro aiuto”.
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