Società | Edilizia cooperativa

Abitare insieme:nuovo progetto abitativo

Coopbund promuove presso la Parrocchia San Paolo di Aslago un progetto di condivisione e inclusione abitativa denominato “Abitare insieme”.
Avvertenza: Questo contributo rispecchia l’opinione personale del partner e non necessariamente quella della redazione di SALTO.
L'assessora Mair durante un incontro con Aias e Coopbund nella sede in piazza Mazzini
Foto: Coopbund
  • La cooperazione di abitazione ha avuto un ruolo fondamentale per lo sviluppo socialmente equilibrato dei principali centri urbani altoatesini e per la permanenza di giovani famiglie nei paesi di origine che hanno potuto realizzare una abitazione adeguata al proprio fabbisogno ed a costi accessibili.

    Tale ruolo è ancor più necessario nel prossimo futuro per far fronte al mercato immobiliare che diventa sempre più inaccessibile e che alimenta le difficoltà di permanenza delle giovani famiglie e dei lavoratori in provincia di Bolzano.

    Inoltre il sistema dell’abitare cooperativo deve includere per il futuro l'investimento in nuove forme di abitazione come il social housing, il co-housing e l'abitare collettivo. Questi modelli, che sono da introdurre con ponderazione a seconda delle esigenze reali e condivisibili con i futuri soci/abitanti, sono opportunità concrete di socializzazione ed integrazione tra i futuri abitanti e decisivi punti di appoggio per le fasce più deboli.

    In tale importante nuovo settore Coopbund promuove progetti per l’autonomia abitativa di persone svantaggiate attraverso progetti abitativi di condivisione e di inclusione sociale.

    Durante un incontro con l’assessora provinciale all’Edilizia abitativa, Sicurezza e prevenzione della violenza Ulli Maier svoltosi presso la sede di Coopbund Alto Adige Südtirol in Piazza Mazzini a Bolzano si è parlato a lungo del tema casa, affrontando vari aspetti e analizzando un innovativo progetto che coinvolge Aias e i ragazzi con abilità diverse che intendono affrontare un percorso di autonomia abitativa. Vedasi foto con da sinistra Michael Demanega, segretario particolare dell’Assessora Mair; Giovanna Rullo, Collaboratrice AIAS; Stefano Ruele, Direttore di Coopbund; Claudio Pizzato, Presidente AIAS; Ulli Mair, Assessora all’Edilizia abitativa, Sicurezza e prevenzione della violenza; Monica Devilli, Presidente di Coopbund; Alex Baldo, Responsabile Area Ricerca e Sviluppo Coopbund; Alberto Bocchio, Responsabile Area Edilizia Coopbund.

    Coopbund infatti promuove presso la Parrocchia San Paolo di Aslago un particolare progetto di edilizia cooperativa denominato “Abitare insieme”. Punti cardine del progetto sono la condivisione e l’inclusione abitativa da parte dei futuri soci.

    Coopbund con questo progetto riesce a dare una risposta adeguata all’esigenza di un gruppo di familiari di persone con diverse abilità che sono disposti ad investire per trovare una soluzione abitativa in grado di accogliere i propri congiunti, garantendo loro una vita serena, stimolante e quanto più autonoma possibile. La caratteristica che accomuna questi familiari, ma soprattutto le persone a cui sarà destinata la casa, è la loro partecipazione alle attività di AIAS (dai laboratori del tempo libero ai soggiorni durante l’anno fino alle vacanze estive), che li rendono ormai da anni amici e “compagni di vita sociale” a seguito di un percorso specifico di inclusione. Questo percorso all’interno dell’ AIAS è di fondamentale importanza per garantire una conoscenza ed una fiducia reciproca.

    Il progetto è rivolto a ragazzi disabili maggiorenni con deficit intellettivi di media e lieve entità ed inizialmente sarà data precedenza a ragazzi e famiglie che sono già iscritti all’associazione.

    Le figure che si occuperanno del progetto sono il personale educativo di AIAS e alcuni volontari debitamente formati.

    Il progetto proposto da Coopbund risponde in modo eccellente alla possibilità di trovare uno spazio adeguato, dove ogni inquilino può avere la propria collocazione privata (stanza singola con bagno personale) e dove tutti i coinquilini hanno la possibilità importante di collaborare per vivere una vita di relazioni qualificate come una grande famiglia (grandi spazi comuni: cucina, soggiorno, giardino). In questi spazi la quotidianità si svolge serenamente grazie alla garanzia di un responsabile-educatore (AIAS) conosciuto, che gode della fiducia di tutte le parti coinvolte e che segue gli inquilini nelle loro peculiari esigenze. I condomini possono interagire con le persone fragili avvalendosi delle loro capacità per alcuni servizi di portierato come ad esempio ritiro posta-pacchi. Il progetto, come si può intuire, nasce da una sensibilità spiccata e da una grande attenzione alle diverse esigenze di tutti i soggetti che andrà a coinvolgere.