Enigma Sasa e le tante domande aperte
Dopo essermene occupato in agosto con un paio di interventi (qui e qui), di recente sono tornato con alcune lettere ai giornali sulla questione ponendo le tante domande che sono da tempo sul tavolo uscite prima sul Corriere dell’Alto Adige, poi sul Dolomiten e sull’Alto Adige. A quest’ultima ha risposto il fulgido presidente di Sasa, Stefano Pagani con tutta una serie di considerazioni, ben note ormai, ma che hanno puntualmente aggirato le domande da me poste. Il giorno successivo la mia replica con la disponibilità a confrontarmi direttamente con lui. Ad oggi nessun riscontro. Giusto per la cronaca.
La flotta e la trazione, temi sempre attuali ma… sconosciuti?
Riassumo il tema principale: tralasciando la tematica dei bus elettrici, se in altre città italiane ed europee si sostituiscono i bus a gasolio con bus a metano, perché a Bolzano si va controcorrente? Non si risolve la questione, infatti, tacendo che i nuovi bus di Sasa, se e quando verranno acquistati, saranno con motori diesel a gasolio. Infatti, nella risposta citata sopra del presidente di Sasa s’è accuratamente evitato di dirlo, per l’ennesima volta.
A leggere la richiesta numero 5 della Deutsche Umwelthilfe per meno emissioni nelle città tedesche (Sonderinfrastrukturprogramm für einen "Sauberen ÖPNV"), qualche dubbio su questa scelta dovrebbe finalmente pur venire, o no?
L’urgenza del rinnovo della flotta!
Sull’urgenza del rinnovo, basta citare il bus Sasa Mercedes Citaro di 18 metri con targa BW046TL che ho visto oggi. Tramite una semplice consultazione di una app sullo smartphone, risulta essere stato immatricolato il 21.12.2001 (quasi sedici anni fa…), Euro 3 diesel, revisionato il 30 maggio scorso con ben 928.134 km sul groppone. Per la cronaca, è il bus nella foto.
Se poi vogliamo parlare di numeri, gli annunciati 38 bus da acquistare erano già insufficienti per un vero rinnovo della flotta al momento della decisione ad inizio novembre 2016 da parte della G.P. In un articolo del 12 maggio 2016 calcolai che fossero ben 52 i bus da sostituire, è passato un altro anno e il numero dei bus da sostituire sarà certamente ancor più alto. Altro tema nel tema di cui nessuno parla.
Il timore di perdere le linee per Laives ma lo si doveva sapere
Ultimo punto sollevato di recente è la probabile “sottrazione” delle linee fra Bolzano e Laives (110, 111, 112) alla Sasa di cui se n’è parlato solo in un servizio al TGR del 28 agosto scorso. Peraltro mi chiedo da tempo che fine faranno le altre linee interurbane gestite da Sasa, dubbi che sarebbero dovuti sorgere al più tardi dall’approvazione della delibera della G.P. n. 439/2017 con cui ha deciso di entrare nel capitale di Sasa dove non si parla di linee interurbane. Infatti, si legge:
“Con l’acquisizione delle quote della società “SASA Spa” si vuole garantire una pianificazione di medio-lungo periodo del trasporto pubblico urbano e suburbano ....”
Con l'analogo dubbio per la linea 201 fra Bolzano e Merano.
Tante domande, ma chi se ne deve occupare?
Certo che avere la Provincia come azionista di Sasa parrebbe tirarsi la zappa sui piedi, ma è la politica che dovrebbe muoversi. Mi pare invece che, oltre alla totale indifferenza dei/lle cittadini/e, capibile forse visto che il tema è un tantinello complesso ma denota un atteggiamento passivo preoccupante, mi chiedo dove sia la politica, nella fattispecie nei tre comuni serviti da Sasa.
Sono dieci anni che mi occupo e scrivo di questi temi, a nessuno è mai venuto un dubbio, anche piccolo, in merito? Oppure si preferisce essere comodamente seduti preferendo ascoltare acriticamente le relazioni di Sasa & Co. per poi dare comunque il proprio assenso? Se fosse così rammento un docente durante un corso all’università che, di fronte al silenzio sulla sua domanda se vi fossero dubbi o quesiti, affermò che qualcosa non andava. Qui ci sono fin troppi aspetti che andrebbero analizzati per bene ma non lo si è fatto e non lo si fa e dubito fortemente che lo si farà. Perché in tutta questa faccenda c'è qualcosa che continua a sfuggirmi...