Suona la campanella, mancano insegnanti
Mancano pochi giorni al suono della prima campanella dell’anno scolastico 2022/23. Gli studenti della Provincia di Bolzano saranno i primi d’Italia a ritornare tra i banchi delle aule e, finalmente, dopo tanti anni potranno ritornare ad avere un vero e proprio ‘vicino di banco’. Mentre l’utilizzo obbligatorio delle mascherine giunge al termine, gli insegnanti sospesi in quanto non vaccinati potranno tornare a insegnare. Nelle scuole in lingua italiana e tedesca dell’Alto Adige, però, manca personale docente. Il 5 settembre si avvicina, la scuola riapre, ma la domanda che ancora non trova risposta è: vi è la certezza che con il ritorno in aula degli studenti riprenderanno anche le lezioni?
Cercasi personale non qualificato
Il quadro è semplice: se mancano docenti le scuole devono intervenire cercando dei supplenti tramite le ‘messe a disposizione’, ovvero una una richiesta informale che può essere presentata da chiunque desideri insegnare, senza essere iscritto in alcuna graduatoria. I Dirigenti Scolastici, successivamente, possono assumere direttamente coloro che si sono proposti tramite la messa a disposizione.
A meno di una settimana, però, neppure con questa misura – prevista dal sistema già prima della pandemia – le scuole sembrano riuscire a trovare personale. Come annunciato dal nuovo Segretario della Federazione Lavoratori della Conoscenza della CGIL-AGB, Stefano Barbacetto, l’anno scorso si era ricorso alle assunzioni di studenti appena diplomati e perfino ad un ritorno straordinario di insegnanti già in pensione. Più concretamente: “Mancano insegnanti in alcuni settori specifici, come le materie tecniche o di laboratorio, quelle scientifico-matematiche, ma anche di L2, sia nelle scuole in lingua italiana che tedesca. Le graduatoria più lunghe, invece, sono quelle per insegnare storia, filosofia, diritto e, in parte, scienze motorie. In questi casi il precariato prosegue da decenni". Ma quali sono allora le motivazioni di questa evidente assenza di docenti? “Sicuramente il fatto che a livello locale la disoccupazione sia bassa gioca un ruolo centrale. Inoltre – prosegue Barbacetto - l’insegnamento è pagato meno rispetto ad altri lavori nel settore privato, che forse, proprio dopo la pandemia, è diventato maggiormente attrattivo di quello pubblico”.
Bisogna alzare gli stipendi
“In Alto Adige il costo della vita è alto e il potere d’acquisto dei lavoratori si sta abbassando. Gli stipendi degli insegnanti – denuncia Barbacetto – sono più bassi di quelli calcolati sulla media europea. Per di più, vi è una differenza salariale tra dipendenti delle scuole professionali provinciali e quelli delle scuole statali date in gestione alla Provincia.” Secondo il segretario della FLC, da qualche anno non è stata più mantenuta un’equiparazione tra le due tipologie di contratti e questa differenza, in aggiunta allo stress lavorativo dovuto dalla didattica digitale, può aver causato la mancanza di insegnanti. “L’anno scorso, nel nostro sindacato c’è stato un boom di richieste d'informazione per fare domanda di dimissioni, numeri mai visti prima” conclude.
Ultimo weekend
Le informazioni fornite a Salto.bz dall’Intendenza scolastica in lingua italiana indicano che le scuole, a pochi giorni dall’inizio dell’a.s., stanno ancora procedendo con la ricerca dei supplenti e la loro eventuale nomina. Il tempo stringe e, quello di questa settimana, è l’ultimo fine settimana a disposizione delle scuole per impedire la perdita di ore di lezione. Il quesito sui possibili ritardi dell’avvio effettivo delle lezioni, quindi, rimane aperto.