È possibile cancellare le tracce lasciate nella nostra architettura dal fascismo? Debellare una certa cultura reducista? Secondo la compagine Südtiroler Freiheit un confronto sul fascismo non è stato adeguatamente tentato in Alto Adige, e meno che mai nel resto d’Italia, motivo per cui è importante che il Sudtirolo prenda posizione anche in tema di reliquie fasciste. Pietra dello scandalo è stata la recente scelta di marketing targata SMG di postare sul profilo ufficiale Instagram dell’azienda una foto del Monumento alla Vittoria per promuovere il territorio della Provincia, iniziativa che ha scatenato da più parti una lunga scia di polemiche. “L’episodio - fa sapere Südtiroler Freiheit - dimostra come vengano utilizzati con estrema leggerezza quelli che sono i simboli fascisti”. E ancora:

"Die Süd-Tiroler Freiheit vertritt die Meinung, dass es den bisherigen Regierungen in Süd-Tirol an Mut gefehlt hat, einen klaren Schlussstrich zu ziehen. Für faschistische Relikte ist in Süd-Tirol kein Platz!".

Non si può dire che gli alfieri della destra tedesca manchino di spirito d’iniziativa: all’indirizzo internet www.faschistische-relikte.com, infatti, è possibile trovare un elenco di reliquie di epoca fascista corredate di foto e informazioni varie (architetti, contraenti, monumenti, ecc.) “così da essere accessibili da un vasto pubblico”. Accanto alla pagina internet non poteva mancare, al fine di rendere il messaggio quanto più virale possibile, anche quella Facebook. La difesa della democrazia, del resto, è l’imperativo da perseguire:

"Die Faschistischen Relikte, aber allen voran das Siegesdenkmal, sind nicht mit dem Gedanken der Demokratie und des friedlichen Zusammenlebens vereinbar. Auch können und dürfen sie nicht als Mahnmale miss-interpretiert werden, da die Relikte immer noch ihren propagandistischen Zweck erfüllen."

Sul sito, sottolinea Südtiroler Freiheit, sarà possibile integrare la documentazione circa le reliquie esistenti o aggiungere quelle mancanti.